Protocollo d'intesa tra UIEPE Sardegna di CAGLIARI e CIPM sezione di CAGLIARI per attività riparative - 19 settembre 2017

19 settembre 2017

PROTOCOLLO D’INTESA

tra

Ufficio Interdistrettuale per l’Esecuzione Penale Esterna - UIEPE Sardegna di CAGLIARI

e

Centro Italiano per la Promozione della Mediazione - CIPM Sezione di CAGLIARI

 

L’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna per la Sardegna di Cagliari (di seguito denominato U.I.E.P.E.) nella persona del Direttore Rossana Carta, elettivamente domiciliato ai fini del presente atto presso la sede legale dell’U.I.E.P.E di Cagliari, Via Peretti, n. 1/A

e

Il CIPM sezione di Cagliari, nella persona del responsabile Avv. Francesco Pisano elettivamente domiciliato presso la sede dell’Associazione CIPM sezione di Cagliari, Via Grazia Deledda, n. 39

Visto l’art. 27 comma 3 della Costituzione, che recita: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”;

Vista la legge n. 354/75, recante norme sull’ordinamento penitenziario, e successive modifiche, prevede all’art. 47 che “(..) l’affidato si adoperi in quanto possibile in favore della vittima del suo reato (..);

Visto il D.P.R. 230/2000, che prevede:

  • all’art. 1 che “il trattamento rieducativo (..) è diretto, inoltre, a promuovere un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo ad una costruttiva partecipazione sociale”,
  • All’art. 27 che venga favorita “una riflessione sulle condotte antigiuridiche poste in essere, sulle motivazioni e sulle conseguenze negative delle stesse per l’interessato medesimo e sulle possibili azioni di riparazione delle conseguenze del reato, incluso il risarcimento dovuto alla persona offesa”,
  • All’art. 68 comma 6, che le Direzioni degli Istituti e degli U.E.P.E “curino la partecipazione della comunità al reinserimento sociale dei condannati e le possibili forme di essa;
  • All’art. 118 comma 8 lett. d) che il Servizio Sociale promuova “una sollecitazione ad una valutazione critica adeguata, da parte della persona, degli atteggiamenti che sono stati alla base della condotta penalmente sanzionata, nella prospettiva di un reinserimento sociale compiuto e duraturo”;

Visto che la legge n. 67/2014 ha innovato l’ordinamento penale introducendo:

  • L’art. 168 bis c. 2 c.p. che prevede che la messa alla prova per gli adulti “comporta (…) altresì l’affidamento dell’imputato al servizio sociale, per lo svolgimento di un programma che può implicare, tra l’altro, attività di volontariato di rilievo sociale (…). La concessione della messa alla prova è inoltre subordinata alla prestazione di lavoro di pubblica utilità. Il lavoro di pubblica utilità consiste in una prestazione non retribuita (…) in favore della collettività, da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le aziende sanitarie o presso enti o organizzazioni, anche internazionali, che operano in Italia, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato”;
  • L’art. 464 bis c. 4 lett. b) c.p.p. che richiede, fra gli elementi del programma di trattamento per i soggetti ammessi alla prova per gli adulti “le prescrizioni attinenti al lavoro di pubblica utilità ovvero all’attività di volontariato di rilievo sociale”;

Vista la L. n. 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” che prevede, a) all’art. 6, che i comuni “nell’esercizio delle loro funzioni provvedano a promuovere, nell’ambito del sistema locale dei servizi sociali a rete, risorse della collettività tramite forme innovative di collaborazione per lo sviluppo di interventi di auto-aiuto e per favorire la reciprocità tra cittadini nell’ambito della vita comunitaria”; b) all’art. 19 che i comuni provvedono a definire il piano di zona che individua, fra l’altro, “le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria e della giustizia;”

Vista la L. 266/91 “Legge quadro sul volontariato” e la L. 383/00 sulle “Associazioni di promozione sociale”;

Visto l’accordo di collaborazione tra Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la Conferenza Nazionale del Volontariato Giustizia sottoscritto il 9 giugno 2017, in particolare l’art. 2 che prevede ambiti di programmazione congiunta finalizzati a favorire attività non retribuite a favore della collettività, lavoro di pubblica utilità e attività riparative e di utilità sociale;

Considerato che lo svolgimento di attività a beneficio della collettività può essere realizzato attraverso:

  • una forma di riparazione che il condannato o l’imputato ammesso alla prova pone in essere verso la collettività, quale parte offesa del fatto criminoso;
  • azioni riparative nei confronti della parte offesa, ove quest’ultima vi abbia consensualmente aderito, ivi compresa la mediazione, sia V.O.M. (victime- offender mediation), sia con l’attivazione di gruppi di family conference;


Convengono e stipulano quanto segue:

Articolo 1
Finalità

Il presente protocollo La presente convenzione ha lo scopo di:

  • Promuovere azioni concordi di sensibilizzazione nei confronti della comunità locale rispetto al sostegno e al reinserimento di persone in esecuzione penale;
  • Promuovere la conoscenza e lo sviluppo di attività riparative a favore della collettività;
  • Favorire la costituzione di una rete di risorse che accolgano i soggetti ammessi a misura alternativa o ammessi alla sospensione del procedimento con messa alla prova che hanno aderito ad un progetto riparativo;


Articolo 2
Impegno delle parti

L’U.I.E.P.E si impegna a:

  • Segnalare all CIPM Cagliari il nominativo di ogni soggetto in misura alternativa o ammesso alla prova che aderisce alla proposta di a svolgere attività mediazione e riparazione.
  • Comunicare il nominativo del funzionario incaricato di eseguire il procedimento di misura alternativa alla detenzione/sospensione del processo con messa alla prova all’interno, con il quale l’Ente può rapportarsi per ogni eventuale necessità connessa allo svolgimento dell’attività riparativa;
  • Promuovere e partecipare alle periodiche verifiche sull’andamento dell’inserimento.
  • Fornire i locali in cui si svolgerà l’attività di mediazione e giustizia riparativa, garantendone l’idoneità e la fornitura di strumenti informatici per la rilevazione della presenza/assenza dell’affidato/imputato.

Il CIPM Cagliari si impegna a:

  • Collaborare con l’U.I.E.P.E. nello svolgimento di attività di giustizia riparativa, garantendo da ottobre 2017 a dicembre 2018 un mediatore per 5 ore settimanali ad esclusione del mese di agosto e dei periodi natalizi e pasquali;
  • Partecipare alla valutazione dell’andamento del progetto riparativo, secondo le scadenze che saranno individuate di concerto con l’U.I.E.P.E, al fine di esaminare, anche dopo avere sentito il soggetto interessato, l’opportunità di introdurre modifiche, proseguire o interrompere il progetto, fermo restando l’assoluto rispetto degli standard internazioni in materia di riservatezza dell’attività di mediazione;
  • Fornire la modulistica ad hoc per invio dei casi mediabili, la trattazione di essi (lettera vittima, consenso mediazione indiretta e diretta, informativa mediazione, privacy e consenso dati, scheda invio mediazione, verbale incontro informativo, verbale incontro mediazione;
  • Rilevare anche con strumenti informatici, la presenza giornaliera degli orari dell’affidato/imputato, mettendoli a disposizione dell’U.I.E.P.E con cadenza almeno mensile ed ogni qualvolta richiesto.


Articolo 3
Durata e diritto di recesso

La presente intesa resta in vigore fino al 31 dicembre 2018 ed ha efficacia dal 1 ottobre 2017.

Ha carattere di gratuità, non comportando oneri per l’Amministrazione della Giustizia e sperimentalità e rientra tra le attività del CIPM volte a promuovere la giustizia riparativa; la possibilità di proseguire nel tempo ed ampliare l’attività è legata al reperimento di fondi per sostenerne il costo.

Cagliari, 19 settembre 2017

Il Dirigente dell’U.I.E.P.E
Rossana Carta

Il Referente del CIPM sezione di Cagliari
Francesco Pisano