Protocollo operativo tra Ministero della giustizia, Regione siciliana e Anci Sicilia - 19 giugno 2014

19 giugno 2014

  • Premesso che le parti impegnate nel presente Accordo ritengono fondamentale nell'attuale fase del sistema penitenziario italiano prevedere forme di collaborazione che permettano di realizzare in modo più puntuale le previsioni costituzionali in tema di reinserimento dei soggetti in esecuzione di pena;
  • Visti gli artt. l1 e 15 della L. n. 241 del 1990 in tema di accordi pubblici;
  • Visto l'art. 21 L. n. 354 del 1975 e  l’art. 4 del D.P.R. n. 230 del 2000;
  • Visto il D.P.C.M. dell’1.4.2008;

Il Ministro della Giustizia On.le Andrea Orlando, il Presidente della Regione Siciliana On.le Rosario Crocetta e il Presidente dell’Anci Sicilia On.le Leoluca Orlando stipulano il presente Protocollo Operativo, finalizzato ad attuare urgenti azioni a sostegno dei programmi di reinserimento di soggetti in esecuzione di pena.

Art. 1
Misure finalizzate al recupero ed al reinserimento dei soggetti in esecuzione di pena con problemi legati alla tossicodipendenza

Al fine di dare piena attuazione ai principi sottesi alla normativa vigente in materia di soggetti in esecuzione di pena con problematiche legate alla tossicodipendenza primariamente rivolti alla riabilitazione ed alla risocializzazione di tali soggetti, anche attraverso specifici programmi di recupero, la Regione Siciliana, in accordo con gli Enti locali territorialmente coinvolti, si impegna a definire interventi di potenziamento delle attuali strutture accreditate per programmi residenziali  terapeutico riabilitativi o pedagogico riabilitativi, idonee ad ospitare soggetti in misura alternativa alla detenzione o agli arresti domiciliari.
La Regione si impegna altresì in relazione all’attuazione dei programmi terapeutico riabilitativi e pedagogico riabilitativi a promuoverne il ricorso nei casi idonei e, compatibilmente con le risorse finanziarie a disposizione e nei vincoli posti dal Programma Operativo di Consolidamento e Sviluppo 2013-2015, a supportare azioni specifiche di potenziamento delle stesse.
Il Ministero della Giustizia, per il tramite del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e della sua articolazione regionale costituita dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP), si impegna ad individuare i soggetti in esecuzione di pena potenzialmente idonei ad essere avviati alle comunità residenziali residenziali nonché a potenziare, anche con il contributo della Cassa delle Ammende e tramite progetti condivisi con la Regione Siciliana e con gli Enti locali territoriali, percorsi di avviamento verso il reinserimento ed il recupero sociale e lavorativo dei soggetti individuati.
Il Ministero della Giustizia si impegna a conteggiare, per quanto possibile,  come comunque presenti sul territorio regionale, anche se con residenzialità alternativa, il numero dei tossicodipendenti inseriti nel progetto regionale ed a non movimentare in entrata in alcun modo, diretto o indiretto, altri soggetti in esecuzione di pena da fuori Regione in modo anche da contribuire a contenere contemporaneamente il fenomeno del sovraffollamento negli Istituti penitenziari siciliani, insieme all'implementazione del ricorso alle misure alternative come prassi corrente per tutti gli altri detenuti negli Istituti penitenziari, salvo il normale flusso infraregionale degli arresti, secondo criteri di territorialità ed in coerenza con lo svolgimento di programmi rieducativi.

Art. 2
Inserimenti per il lavoro all’esterno e lavoro di pubblica utilità

Al fine di garantire la massima diffusione sul territorio regionale di misure volte al miglioramento dei percorsi trattamentali, con particolare riguardo al lavoro esterno, anche a titolo gratuito e volontario di cui all’art. 21 della Legge 26 luglio 1975 n. 354, ed al lavoro di pubblica utilità, la Regione Sicilia e l’ANCI Sicilia si impegnano a promuovere ed incentivare presso i Comuni della Sicilia progettualità specifiche anche attraverso i finanziamenti della Cassa della Ammende.

Art. 3
Sostegno alle misure alternative alla detenzione

Le parti condividono il principio secondo cui il carcere non rappresenta  l’unica esperienza penale possibile, e concordano nel supportare la realizzazione delle misure alternative alla detenzione attraverso azioni orientate al reinserimento della persona ristretta nel tessuto socio-economico esterno.
A tal fine le parti intendono sostenere progetti ed azioni finalizzate all’accoglienza del detenuto nel territorio di residenza attraverso percorsi di inserimento abitativo e orientamento al lavoro, in particolare per le persone prive di risorse economiche e familiari. La Regione s’impegna, in collaborazione con gli altri Enti locali e con i soggetti del Terzo Settore, a individuare luoghi di domicilio per  i detenuti che ne siano privi al fine di permettere loro di avere accesso alle misure alternative.
Affinché queste azioni abbiano un reale effetto sulla diminuzione del rischio di recidivare reati e sul recupero positivo del soggetto che ha scontato una condanna penale detentiva, è fondamentale il pieno coinvolgimento delle comunità di riferimento, da realizzare incrementando la collaborazione con le Istituzioni Locali e i soggetti della società civile.
Le parti concordano sulla necessità di concludere specifici accordi finalizzati alla costruzione di programmi propedeutici all’accesso alle misure alternative alla detenzione, che coinvolgano le strutture penitenziarie che ospitano detenuti definitivi potenzialmente in condizione di avere accesso a tali misure.

Il Provveditorato, la Regione, i singoli istituti e gli UEPE che saranno individuati, in collaborazione con gli EE.LL.  si impegnano a sottoporre alla Cassa delle Ammende  il co-finanziamento  di progetti che  possano consentire l’accesso a misure alternative in favore di coloro che per situazione sociale, familiare ed economica non siano nelle condizioni di esservi ammessi.  Sotto tale profilo la Regione si impegna, anche utilizzando le reti di volontariato presenti sul territorio e già coinvolte in progetti in corso, a definire strumenti e percorsi  per la realizzazione nei tre anni successivi alla sottoscrizione del presente protocollo di esperienze progettuali di questo tipo diffuse nel territorio regionale.
Al fine di limitare l’affollamento delle strutture penitenziarie della Regione, l’Amministrazione penitenziaria centrale ed il Provveditorato si impegnano a evitare, salvo eventuali situazioni del tutto eccezionali che dovessero verificarsi, il trasferimento  di detenuti nei posti delle strutture detentive presenti nella Regione  che si dovessero liberare a seguito del più ampio accesso alle misure alternative ottenuto grazie agli strumenti adattati con il presente protocollo.

Art. 4
Programmazione

Ai fini della realizzazione degli obiettivi del presente protocollo le Parti si impegnano, all’inizio di ogni esercizio finanziario, a  condividere le previsioni di spesa nelle materie di rispettiva competenza attinenti l’attuazione del presente accordo, al fine di elaborare una programmazione comune che tenga conto  delle linee programmatiche dello stesso,  degli ulteriori finanziamenti che potrebbero provenire da altri Enti e  dal Fondo Sociale Europeo, dei percorsi trattamentali interni agli Istituti, delle opportunità di lavoro presenti all’interno e all’esterno degli istituti e del lavoro o dei progetti di pubblica utilità, al fine di realizzare interventi mirati e finalizzati all’umanizzazione della pena,  ad aumentare le opportunità di attività all’interno delle strutture, ad aumentare le opportunità di accesso alle misure alternative, ridurre il numero dei detenuti e favorire il reinserimento sociale.

Art. 5
Verifica e pubblicizzazione dei risultati

Le parti convengono di verificare annualmente l’andamento delle attività connesse e derivanti dal presente protocollo e di renderne conto attraverso iniziative pubbliche e i canali informativi istituzionali, assicurando puntuale informazione alle Figure di Garanzia regionale e comunali.

Roma 19 giugno 2014

 

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando

Il Presidente della Regione per delega Assessore Lucia Borsellino

Il Presidente dell’ANCI per delega Vice Pres. Luca Cannata