Stati Generali della Lotta alle Mafie

aggiornamento: 23 novembre 2017

  Tavolo 6 - Mafie e Informazione

Coordinatore Marcelle Padovani - Giornalista, scrittrice
 

Partecipanti

  • Albanese Michele - Federazione Nazionale della stampa
  • Badolati Arcangelo - Giornalista
  • Bianconi Giovanni - Giornalista e scrittore
  • Borrometi Paolo - Giornalista e scrittore
  • La Licata Francesco - Giornalista e scrittore
  • Oliva Maddalena - Giornalista
  • Sannino Conchita - Giornalista e scrittrice
  • Spampinato Alberto - Giornalista e scrittore

 

Sono almeno 15 i giornalisti italiani oggi sotto scorta e migliaia - più di 3.000, ci dice “Ossigeno”, aggiornando la sua relazione del 2014 alla Commissione Antimafia - i cronisti che subiscono intimidazioni, minacce e ritorsioni. Molte di queste provengono da pubblici amministratori, esponenti politici, imprenditori. Ma quelle che giungono dalla criminalità organizzata sono le più gravi.

I mafiosi odiano le notizie pubblicate dai giornali e le inchieste che li riguardano. Capita addirittura che abbiano più paura del giornalista che del magistrato giudicante. Perché il magistrato, in fine dei conti, pesa sempre il pro e il contro. Il giornalista no. Diventando per loro l’equivalente di un pubblico ministero. “L’articolo del giornale per noi era una sentenza, dice Carmelo Vasta pregiudicato di Ostuni incarcerato a Fossombrone. Non avevamo paura del giudice, della giustizia, ma del giornalista sì”. Altri equiparano il mafiologo addirittura a uno “sbirro”.

Fra il 1960 e il 1993 sono stati assassinati 11 giornalisti. Queste righe servono soltanto a ricordare la pericolosità del mestiere nostro quando si esercita in materia di crimine organizzato. E ad esprimere la nostra totale solidarietà ai colleghi minacciati.
 

 

 

Lavori del tavolo