Stati Generali della Lotta alle Mafie
aggiornamento: 23 novembre 2017
Tavolo 2 - Mafia e Economia
Coordinatore Adriano Giannola - Università di Napoli Federico II
Partecipanti
- Calabrò Antonio - Giornalista e scrittore
- Capasso Salvatore - Università Parthenope -Napoli
- Cappuccio Sebastiano - Cisl
- Caruso Raul - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Coppola Achille - Commercialista
- Di Gennaro Giacomo - Università degli studi di Napoli Federico II
- Krogh Marco - Notaio
- La Spina Antonio - Luiss
- Mocetti Sauro - Banca d’Italia
- Petraglia Carmelo - Università Basilicata
- Ragaglia Edi - Magistrato f.r. Commissione Parlamentare Antimafia
- Solari Fabrizio - Cgil
- Veltro Luigi - Uil
La relazione illustra sinteticamente le stime concernenti la consistenza patrimoniale e reddituale della economia illegale, considerata in conformità alla distinzione tra attività illegali (oggetto di stime e rilevazioni) e attività criminali (non soggette a valutazioni ufficiali). La rilevanza del fenomeno criminale in termini di prodotto lordo e di consistenza patrimoniale è decisamente in espansione con un processo di traboccamento dalle basi storiche meridionali verso le aree centro settentrionali. Per l'aspetto patrimoniale, non esistendo attendibili dati di stock ci si riferisce a stime concernentiI il valore economico dei beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali.
La presenza della criminalità organizzata si manifesta dunque in significativa espansione e punta ad una sistematica penetrazione in nuovi ambiti territoriali. Nelle aree di nuovo radicamento, nel Centro-Nord, prevalgono le attività enterprise syndicate rispetto a quelle power syndicate che caratterizzano le aree di tradizionale presenza mafiosa
In corrispondenza a questa capacità evolutiva, la vulnerabilità delle imprese si è fortemente accresciuta anche per effetto dell'intensa crisi economica che ha fatto seguito al 2008.
Nel valutare quali sono i fattori che hanno favorito l'espansione della criminalità nella sfera dell' economia è sembrato utile mettere in luce il labile confine tra illegalità (sommerso, lavoro nero, infedeltà fiscale) e criminalità, e al contempo considerare le strette relazioni di complementarità più che di concorrenza tra attività emerse e sommerse nel nostro sistema produttivo.
Un rilevante impulso all' economia criminale viene dell'attività usuraia favorita dal regime di razionamento che domina l'attività delle aziende di credito; anche questo è un fattore molto significativo di maggior vulnerabilità delle imprese.
A contrastare l'espansione criminale, è necessario affiancare all' azione di repressione una politica attiva che attenui i vincoli che condizionano i comportamenti degli operatori, specie di quelli minori: un' azione che affronti congiuntamente nodi strutturali che condizionano aspettative e prospettive di ripresa dell' economia. Pari rilievo strutturale è dare avvio di una necessaria rigenerazione istituzionale. A tale scopo la realizzazione di zone economiche speciali rappresenterebbe un potenziale, utile laboratorio di immediata e concreta sperimentazione.
Sette proposte corredano il lavoro del tavolo tematico sostanzialmente mirate al tema delle aziende confiscate e sequestrate con riguardo alla tutela dei lavoratori di queste aziende, a definire condizioni a sostegno della loro permanenza sul mercato. Si propone anche di definire percorsi formativi gestionali adatti a consolidare il governo di queste imprese. Una proposta concerne la costituzione di un Fondo a difesa dall' usura; in due casi è formulata la richiesta di favorire accessibilità a dati e a strumenti di analisi.
Percorsi tematici assegnati
- I contesti ad illegalità diffusa o legalità debole (intermediazione impropria nell'accesso al lavoro);
- I costi e le distorsioni dell'illegalità sull'economia reale (riciclaggio, racket delle estorsioni, usura, tipologia di spesa pubblica e capacità di "cattura" delle organizzazioni criminali);
- Il peso dei principali mercati illeciti nell'economia (alla luce delle nuove modalità di misurazione del PIL);
- Forme di contrasto e prevenzione, patrimoniale e/o reputazionale, alle attività economiche della criminalità organizzata (valutazione strumenti su vulnerabilità delle imprese, rating di legalità, certificazione antimafia);
- Criticità e potenzialità economiche delle politiche di riuso dei beni confiscati (efficienza delle amministrazioni giudiziarie, sistema cooperativo ed economia sociale, ecc.);
Lavori del tavolo