Circolare 4 dicembre 2012 - Articolo 27 c3 Costituzione – Articolo 3 C.E.D.U. – Articoli 146 c1 e articolo 147 c2 codice penale

4 dicembre 2012

Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria
DIREZIONE GENERALE DEI DETENUTI E DEL TRATTAMENTO
UFFICIO IV SERVIZI SANITARI

AI PROVVEDITORI REGIONALI PER L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA
AI DIRETTORI DEGLI ISTITUTI PENITENZIARI

e per conoscenza
 
AI PROCURATORI GENERALI DELLA REPUBBLICA
AI PRESIDENTI DEI TRIBUNALI DI SORVEGLIANZA
AL TAVOLO DI CONSULTAZIONE PERMANENTE PER LA SANITA’ PENITENZIARIA PRESSO LA CONFERENZA UNIFICATA
(Fax n.06/67796530)

OGGETTO: Art. 27, comma terzo, Costituzione – Art. 3 C.E.D.U. – Artt. 146, primo comma, art. 147 n. 2, c.p.

Come è noto alle SS.LL., la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sottoposto l’Italia a recenti e reiterate condanne per violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in relazione a persone il cui stato di detenzione è proseguito, nonostante l’esistenza di condizioni di salute gravissime o di situazioni ambientali inadeguate, ravvisandosi la violazione del precetto “assoluto” che vieta i trattamenti inumani o degradanti.

In particolare, con riguardo alla qualità delle cure dispensate, oltre alle prestazioni sanitarie erogate dal Servizio Sanitario Nazionale, si fa riferimento anche all’inadeguatezza delle condizioni ambientali, quali l’assenza di stanze attrezzate per persone con capacità motoria ridotta, la presenza  di barriere architettoniche, la dimensione delle camere detentive o altro.

Tanto premesso, si rende necessario che le Direzioni degli istituti penitenziari, di concerto con i medici delle Aziende Sanitarie Locali, valutata l’offerta sanitaria interna e l’adeguatezza ambientale, sottopongano all’attenzione delle Autorità Giudiziarie, per le determinazioni di competenza, tutte le situazioni - ivi compresi gli stati di grave deperimento fisico derivanti dal rifiuto volontario dell’alimentazione e i casi di reiterati tentativi di autosoppressione - in cui risulti chiaro e conclamato che il protrarsi dello stato di detenzione in carcere possa porre a repentaglio la sopravvivenza del detenuto o determinare, comunque, una situazione contraria al senso di umanità della pena.

I Provveditorati e le Direzioni penitenziarie avranno ugualmente cura di perseguire ogni possibile strategia, che, nel rispetto dei criteri di efficacia efficienza ed economicità, consenta di programmare gli interventi di competenza necessari a garantire condizioni di detenzione non contrarie al senso di umanità, non mancando di fornire la massima collaborazione alle Aziende Sanitarie Locali, affinché le stesse assolvano compiutamente al mandato loro affidato dalla normativa vigente.

I Sig.ri Provveditori Regionali, infine, rappresenteranno a questo Dipartimento le criticità rilevate, le soluzioni proposte e le iniziative intraprese.
Le Autorità Giudiziarie che leggono per conoscenza vorranno cortesemente diffondere la presente iniziativa ai Magistrati in servizio presso gli Uffici Giudiziari del distretto territoriale di competenza.

Roma, 4 dicembre 2012

IL CAPO DEL DIPARTIMENTO
Giovanni Tamburino