La prevenzione dei suicidi in carcere - Quaderni ISSP n. 8 (dicembre 2011)
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Istituto Superiore di Studi Penitenziari
La prevenzione dei suicidi in carcere
Contributi per la conoscenza del fenomeno
Presentazione a cura di Massimo De Pascalis - Direttore dell’Istituto Superiore di Studi Penitenziari
LA FORMAZIONE VERSO IL SAPERE CRITICO
Le pubblicazioni dell’ISSPe riprendono con uno dei temi più complessi del Sistema penitenziario italiano, in generale rivolto alle condizioni di malessere personale con il quale molti detenuti vivono lo stato detentivo e, nella particolare fattispecie, le reazioni che molti di essi esprimono a quello stato d’essere.
Gli Autori di questa pubblicazione sono, nella prima parte, il dr. Pietro Buffa, direttore della Casa Circondariale di Torino e docente presso l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari e, nella seconda, alcuni neo vice commissari di Polizia penitenziaria che hanno affrontato quel tema nella tesi di fine corso di formazione, attraverso un’attività di ricerca condotta, approfondendo gli argomenti trattati in aula, durante l’attività di tirocinio, presso i più complessi istituti penitenziari, lungo il percorso della conoscenza che conduce al sapere critico su cui si è sviluppato l’intero corso di formazione annuale che si è concluso nella primavera del 2011.
Il comune denominatore degli elaborati rileva una criticità nascosta del Sistema, una difficoltà che non appare nelle denunce quotidiane del malessere generale che sta attraversando il Sistema penitenziario italiano e che possiamo imputare direttamente alla
“crisi della conoscenza della persona detenuta” che è invece il presupposto essenziale della verità ordinamentale della Riforma penitenziaria del 1975.
Quella Verità che il Prof. Flick definisce “la Rivoluzione promessa del sistema penitenziario”, contraddetta dalla realtà penitenziaria, e che avrebbe dovuto esprimere discontinuità rispetto alla previgente normativa in tema di esecuzione penale, incentrata esclusivamente sul reato commesso.
Una verità ordinamentale che invece costruisce, fuori dal processo penale, un nuovo procedimento di esecuzione pena-le incentrato sulla persona e non più esclusivamente sul reato. Una Verità che innanzitutto tutela giuridicamente principi e diritti della persona introdotti nella Costituzione italiana e che riconosce anche il diritto alla rieducazione il cui presupposto è il diritto della persona detenuta di essere conosciuta rispetto alle sue capacità di saper esprimere valori e comportamenti socialmente utili, tali da poter modificare durante il nuovo procedimento di esecuzione penale l’essere stesso della condanna e le modalità di esecuzione. Ma la realtà penitenziaria sul piano della conoscenza della persona è ben altra cosa, tanto da poter condividere l’autorevole espressione del Prof. Flick di “Rivoluzione mancata”.
L’attività di formazione e aggiornamento dell’ISSPe durante il 2011, rivolta a circa duemila destinatari tra dirigenti e quadri direttivi, si è sviluppata lungo quel percorso di analisi della verità ordinamentale e della realtà penitenziaria con l’obiettivo di migliorare attraverso la conoscenza del diritto, il sapere critico che porti ad una maggiore consapevolezza di sé del Sistema. In tale contesto si inseriscono le pubblicazioni de “I Quaderni dell’ISSPe” facendo seguire a questa, con cadenza bimestrale, le altre che tratteranno temi di analoga rilevanza quali il fenomeno della radicalizzazione del terrorismo internazionale, il tempo e lo spazio in carcere, approfondimenti sui modelli operativi di altri Paesi europei, il mercato del lavoro penitenziario, gli stranieri in carcere, l’affettività, la detenzione e la genitorialità, la tutela della salute in carcere dopo la riforma della Sanità penitenziaria e un nuovo modo di fare sorveglianza. Oggi, possiamo affermare che il pensiero degli Autori di questo Quaderno sul delicato tema del suicidio e gli atti di autolesionismo in carcere è una testimonianza di un diritto (di conoscenza) reclamato, rimasto inattuato.
Buona lettura!
INDICE
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Pietro Buffa - “Il suicidio in carcere: diffondere la riflessione per migliorare la prevenzione”
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Patrizia Chiolo - “Il suicidio negli Istituti penitenziari: ruolo della Polizia Penitenziaria nella prevenzione del fenomeno e profili operativi dell’area sicurezza nella gestione dell’evento”
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Angela D’Aniello - “L’autolesionismo penitenziario. Il fenomeno suicidario: analisi criminologica ed interventi gestionali”
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Francesca Maria De Musso - “Gli interventi dell’Amministrazione nel disagio penitenziario. Strumenti, limiti e responsabilità”
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Maria Grazia Grassi - “L’obbligo giuridico di impedire un reato: profili pratici ed operativi in tema di gestione di particolari eventi da cui può derivare la responsabilità penale”
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Mariarosaria Iannaccone - “Il ruolo della Polizia Penitenziaria nell’attività di prevenzione e gestione di eventi critici: gesti autolesionistici”
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Pasquale Iannella - “La prevenzione delle condotte auto aggressive: il fenomeno dei suicidi in carcere"
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Giuseppe Laforgia - “Il servizio ‘nuovi giunti’. L’insieme delle attività amministrative, assistenziali e tecnico-operative successive al primo ingresso in Istituto. Il rischio suicidario nei primi giorni di detenzione”
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Roberta Maietta - “Le regole di accoglienza dei nuovi giunti alla luce delle circolari ministeriali: strumenti e competenze dello staff multidisciplinare nella prevenzione del rischio auto – lesivo”
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Michele Martinelli - “Le condotte autolesive ed il suicidio nelle carceri: ruolo della Polizia Penitenziaria e strategie preventive”
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Roberta Moramarco - “Il problema della sussistenza di un diritto a lasciarsi morire del detenuto. Profili di responsabilità del Comandante di Reparto e strumenti di prevenzione del disagio”
- Vincenzo Paradiso - “Il suicidio in carcere: cause del fenomeno e strumenti di prevenzione”
Ringraziamenti
Il presente Quaderno dal titolo “LA PREVENZIONE DEI SUICIDI IN CARCERE” è stato realizzato dall’Istituto Superiore di Studi Penitenziari diretto da Massimo De Pascalis, dirigente generale dell’Amministrazione Penitenziaria.
Si ringrazia per la significativa collaborazione Pietro Buffa, dirigente penitenziario, e i vice commissari del Corpo di polizia penitenziaria autori dei contributi presenti nel volume.
La realizzazione della pubblicazione, è stata curata dal Servizio Studi e Ricerche dell’ISSP, diretto dal dirigente Domenico Schiattone, e in particolare da:
- F. Angelo Vacca, funzionario (comunicatore) per la grafica e la cura dei testi;
- Sartarelli, funzionario (formatore);
- Maria Strangis, funzionario (educatore);
- Elvira Arconti, funzionario (educatore)