Pena & Territorio n. 3 (2010)

Copertina Pena e Territorio n. 3 del 2010

SOMMARIO

REGIONE ABRUZZO
Pescara - Cooperazione con Unioncamere Abruzzo – Protocollo d’intesa
Pescara – Protocollo d’intesa “Promozione della cultura della legalità”

REGIONE CALABRIA
Catanzaro – Progetto “L’arcobaleno – I colori per un carcere che rispetta i bambini”

REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
Trieste – Progetto “BREAD&BAR”
Trieste – “Coordinamento ed integrazione degli interventi socio – sanitari”
Accordo operativo - UEPE Trieste e Dipartimento delle dipendenze UO Trieste

REGIONE LOMBARDIA
Milano – C.R. Opera e INPS - Protocollo d’intesa  “Punto erogazione servizi”
Busto Arsizio – Laboratorio  “Dolci Libertà”

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
Bolzano - Protocollo Operativo

REGIONE SICILIA
Enna – Progetto Arcobaleno

REGIONE UMBRIA
Perugia –Progetti integrati per inserimento lavorativo detenuti

REGIONE VENETO
Venezia – “Giustizia riparativa” - Convenzioni

AREA MINORI
Progetto - “Percorsi di Legalità. Azioni di accompagnamento e di inserimento lavorativo di minori/giovani in area penale”
Progetto - “FEI Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini dei Paesi terzi 2007-2013”
Progetto - “Liberi per Sempre” Il Libro, il DVD e l’Album del racconto di un viaggio negli Istituti Penali per Minorenni
Protocollo d’intesa tra Ministero Giustizia – Dipartimento Giustizia Minorile e Cooperativa Sociale Fieri Potest s.p.f.

MANIFESTAZIONI
Roma – Mostra fotografica

CONVEGNI
Teramo – Progetto “OC.CU.PA”

AREA ADULTI

  

REGIONE ABRUZZO

Pescara – Cooperazione con Unioncamere Abruzzo – Protocollo d’intesa

In data 4 novembre 2010 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per l’Abruzzo - Molise e

l’Unioncamere Abruzzo finalizzato ad avviare una stabile rete di comunicazione tra i rispettivi referenti locali  in materia di lavoro e di inclusione sociale.
Tale documento aderisce al Protocollo d’intesa stipulato nel 2004 a livello nazionale tra il DAP e l’Unioncamere d’Italia.
Si riporta, qui di seguito, il testo integrale del documento .

PROTOCOLLO D'INTESA PER L'ATTIVAZIONE DI UNA RETE STABILE DI COMUNICAZIONE TRA
UNIONCAMERE ABRUZZO- UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DELL'ABRUZZO

E
PROVVEDITORATO REGIONALE PER L'ABRUZZO E IL MOLISE
DEL DIPARTIMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENRIARIA

Visto il Protocollo d'intesa stipulato a livello nazionale tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Unioncamere d'Italia, in allegato alla presente,
L'UNIONCAMERE ABRUZZO - Unione Regionale delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura d'Abruzzo con sede in Via Savini, 50 Teramo

E

IL PROVVEDITORATO REGIONALE PER L'ABRUZZO E IL MOLISE del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria con sede in Pescara, via Alento 76, si impegnano a sviluppare congiuntamente azioni finalizzate alla creazione di una rete stabile di comunicazione tra i rispettivi referenti sul territorio regionale e, conseguentemente, tra le Camere di Commercio abruzzesi e gli Istituti e UEPE dell'Amministrazione penitenziaria dislocati nelle regioni Abruzzo Molise, con gli obiettivi di:

diffondere la conoscenza presso imprese e cooperative delle problematiche del mondo penitenziario in tema di lavoro mediante gli strumenti informativi di sistema correlati (pubblicazioni, siti web);
promuovere attività di orientamento e formazione alla cultura della creazione d'impresa a favore dei ristretti negli istituti penitenziari;
mettere in relazione la domanda di lavoro dell'utenza detenuta con l'offerta di posti di lavoro proveniente da imprese e cooperative al fine di incrementare le opportunità lavorative esterne rivolte ai detenuti mediante l'inserimento nella banca dati di Unioncamere dei curricula inviati dalle Direzioni degli istituti ai fini del reinserimento sociale
e, in generale, le risorse, utilizzando i rispettivi sistemi informativi nazionali e locali (quali le piattaforme Excelsior, Jobtel, SNI on line e Sidolf);
diffondere corrette ed esaustive informazioni sugli sgravi contributivi e fiscali previsti dalle vigenti leggi nazionali e regionali mediante iniziative congiunte di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle imprese;
valorizzare le lavorazioni penitenziarie interne agli istituti diffondendo la conoscenza della loro esistenza presso imprese cooperative, al fine di favorire la richiesta di commesse all'Amministrazione penitenziaria, ovvero incentivare le ipotesi previste dalla normativa vigente di gestione da parte di soggetti terzi - tramite convenzioni - delle lavorazioni penitenziarie.
dare visibilità alle iniziative intraprese congiuntamente nonché delle aziende coinvolte neo processi di reinserimento sociale dei detenuti mediante gli strumenti di comunicazione di cui le parti dispongono.

Tanto premesso le parti convengono quanto segue:

Il PRAP per l'Abruzzo ed il Molise, con cadenza annuale, farà pervenire all'Unioncamere Abruzzo, che si impegna a darne la più opportuna diffusione, la documentazione necessaria per individuare le possibilità di investimento da parte dei soggetti terzi all'interno degli istituti penitenziari, sia in ordine alla gestione delle lavorazioni esistenti che in ordine all'avvio di nuove lavorazioni, nonché le tipologie e le possibilità di produzione delle lavorazioni penitenziarie al fine di reperire commesse;
L'Unioncamere Abruzzo, in qualità di organismo regionale del sistema delle camere di Commercio dell'Abruzzo, si impegna ad invitare e sollecitare le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Chieti, L'Aquila, Pescara e Teramo, a fornire al Provveditorato Regionale ed alle Direzione degli Istituti e degli UEPE, informazioni tratte dai propri sistemi informativi, ritenute utili per incrementare sia commesse per le lavorazioni presenti all'interno degli istituti penitenziari che opportunità lavorative per i detenuti ed i condannati in misura alternativa;
si impegnano ad organizzare, a livello regionale, incontri di informazione, convegni, conferenze sulla materia del lavoro penitenziario, a diffondere brochures e notizie alle rispettive strutture e ad elaborare congiuntamente progetti inerenti attività di orientamento e formazione alla cultura della creazione d'impresa a favore dei ristretti negli istituti penitenziari, anche mediante progettazione di interventi che trovino finanziamento da Cassa Ammende;
L'Unioncamere Abruzzo e il PRAP organizzeranno i necessari incontri in sede regionale e provinciale tra le Camere di Commercio, gli Istituti e gli UEPE di ciascuna provincia;
L'Unioncamere Abruzzo e il PRAP per l'Abruzzo ed il Molise promuoveranno incontri a livello provinciale al fine di far conoscere al mondo delle imprese e cooperativistico le possibilità di investimento e di benefici contributivi e fiscali presenti nelle realtà penitenziarie dello specifico territorio. Detti incontri saranno organizzati congiuntamente dalle strutture penitenziarie ricadenti nella stessa provincia e dalle singole Camere di Commercio; quest'ultime cureranno in particolare la partecipazione da parte delle imprese, dell'industria, dell'agricoltura e dell'artigianato presenti sul territorio provinciale.
L'Ufficio Detenuti e Trattamento del Prap e l'ufficio Servizi Progetti di Unioncamere Abruzzo cureranno l’esecutività del presente accordo.

Pescara, 4 novembre 2010

Pescara – Protocollo d’intesa “Promozione della cultura della legalità”

Il Provveditorato Regionale dell’ Amministrazione - Penitenziaria per l’Abruzzo e Molise - Ufficio Esecuzione Penale Esterna-, i Centri di Servizio per il Volontariato e la  Conferenza Regionale Volontariato Giustizia delle regioni  Abruzzo e Molise hanno sottoscritto in data 5 marzo 2010, un protocollo d'intesa volto alla realizzazione di una proficua e continuativa collaborazione tra il sistema dell’esecuzione penale esterna ed il volontariato, sottolineando l’importanza di quest’ultimo  nella promozione della cultura della legalità. e nel percorso riabilitativo dei soggetti che scontano la pena in  misura alternativa.
 Il protocollo persegue obiettivi importanti, come quello della  creazione di un linguaggio comune tra gli operatori  affinché si possa stabilire una comunicazione efficace nel quotidiano, utile per   incrementare l’attenzione circa i bisogni dei soggetti  in misura alternativa e le rispettive famiglie e promuovere iniziative e progetti  di inclusione sociale.
L’accordo si prefigge inoltre di incentivare la cultura della legalità attraverso la promozione di azioni di   riparazione del danno che l’illecito ha procurato alla società e la diffusione di iniziative volte alla conoscenza del significato delle pene alternative alla detenzione, spesso vissute dalla collettività come “non pene”.
Per realizzare tali obiettivi sono state individuate  occasioni di formazione ed aggiornamento congiunte oltre ad azioni di sensibilizzazione nei confronti delle stesse associazioni affinché impieghino condannati in esecuzione penale esterna in attività non retribuite a favore della collettività. 

 

REGIONE CALABRIA

 

Catanzaro – Progetto “L’arcobaleno – I colori per un carcere che rispetta i bambini”

La Provincia di Catanzaro e la Direzione della locale Casa Circondariale si sono rese promotrici di un’iniziativa finalizzata a ridurre l’impatto negativo del carcere sui bambini, in occasione degli incontri con i genitori detenuti.
Il progetto, denominato “L’arcobaleno – I colori per un carcere che rispetta i bambini”, prevede la realizzazione di sale colloqui particolarmente  accoglienti e spazi d’attesa attrezzati secondo i gusti e la fantasia dei bambini.
Tre detenuti dell’area Alta Sicurezza sono stati impegnati nella realizzazione di murales ispirati ai personaggi di Walt Disney.
All’inaugurazione delle sale, avvenuta il 30 settembre 2010, ha partecipato l’Associazione Sacro Cuore con le mascotte dei celebri cartoni animati.

 

REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

 Trieste – Progetto “BREAD&BAR”

Il Centro di Formazione Opera Villaggio del Fanciullo di Trieste ha promosso e realizzato, in collaborazione con la   Direzione  della Casa Circondariale di Trieste ed una rete di partners del privato sociale locale, un progetto denominato “BREAD & BAR  - L'esperienza di Impresa di Transizione nel carcere: una concreta opportunità di Inclusione Sociale e Solidale”.
L’iniziativa , finanziata dalla Cassa delle Ammende  si propone di incentivare le opportunità lavorative e trattamentali dei detenuti, realizzando un laboratorio di panificazione e pasticceria all’interno dell’istituto penitenziario.
Dopo un corso di formazione per il conseguimento della qualifica di panettiere e pasticciere indirizzato ai 20 detenuti coinvolti nell’iniziativa, il laboratorio è attualmente in grado di produrre pane per la distribuzione locale.
Con il supporto dell’Associazione Panificatori di Trieste e del Ministero della Salute,  è stata costituita un’impresa di transizione per la commercializzazione dei prodotti, in particolare, del   pane “mezzo sale” che utilizza una percentuale di sale  pari al 50% di quello tradizionale,  in sintonia  con la campagna europea promossa  dalla Direzione Generale Sicurezza dei Consumatori, che intende favorire stili di vita più salutari riducendo il consumo di  un alimento considerato rischioso per il buon funzionamento del cuore.  Il laboratorio produce anche pasticceria secca da distribuire nel circuito del commercio equo-solidale.
I prodotti sono stati presentati alla “Festa del Pane” che si è svolta a Trieste dal 31 maggio al 3 giugno 2010.

Trieste – “Coordinamento ed integrazione degli interventi socio – sanitari”
Accordo operativo - UEPE Trieste e Dipartimento delle dipendenze UO Trieste


Il 17 marzo 2010, l’Ufficio di Esecuzione penale Esterna di Trieste ed il U.O. Sostanze Illegali dell’Ass. n. 1 Triestina hanno siglato un Accordo Operativo per l’erogazione coordinata ed integrata degli interventi socio – sanitari a favore di persone sottoposte a provvedimenti giudiziari.
La collaborazione tra i due organismi è già da tempo avviata ma con  la predetta intesa se ne sono definite  meglio le modalità operative, anche  sulla scorta delle buone prassi instaurate.

I due Uffici collaboreranno scambiandosi informazioni utili ad individuare  programmi trattamentali e terapeutici idonei a  sostenere  le  istanze di misure alternative presentate dai  soggetti interessati.
Il presente Accordo ha la durata di un anno con previsione di rinnovo tacito e sarà monitorato attraverso incontri semestrali di verifica. 

 

REGIONE LOMBARDIA

 Milano – C.R. Opera e INPS - Protocollo d’intesa
“Punto erogazione servizi”


In data 4 febbraio 2010 la Direzione della Casa di reclusione dl Milano-Opera e l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) hanno stipulato un Protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione, presso l’istituto stesso, di un “Punto erogazione servizi” previdenziali a favore della popolazione detenuta e del personale ivi operante.
La Direzione dell’istituto penitenziario mette a disposizione  gratuitamente locali idonei ove installare le apparecchiature informatiche necessarie, facendosi carico  del pagamento del canone della linea telefonica per il collegamento, tramite internet, al Sistema Informativo dell’INPS e delle spese per il consumo della corrente elettrica.
Il “Punto erogazione servizi” è attivo per 2 giorni a settimana e per consentire il regolare funzionamento dello stesso le parti hanno convenuto che un funzionario dell’INPS formi con il sistema dell’affiancamento e per il tempo strettamente necessario, personale dell’istituto.
Il protocollo ha la durata di un anno ed è rinnovabile per uno stesso periodo.

Busto Arsizio – Laboratorio  “Dolci libertà”

È stato realizzato, all'interno della casa circondariale di Busto Arsizio un laboratorio per la produzione di cioccolato, denominato “Dolci libertà”.
Il progetto ha coinvolto  40 detenuti in un corso di formazione di “mastri cioccolatai” ed allo stato il laboratorio arriva a produrre 700 chili  di cioccolato in forma di praline, tavolette, uova pasquali e 300 chili di pasticceria, tra biscotti, torte, e panettoni.
L’iniziativa è stata realizzata grazie agli investimenti della Sport&Spettacolo Holding S.p.A., che ha assunto direttamente i 40 detenuti coinvolti , in una perfetta sinergia tra enti pubblici e privati.
Alla cerimonia  di presentazione hanno partecipato il Vice Capo del Dipartimento Santi Consolo, il Consigliere Regionale Giorgio Puricelli ed il Provveditore Regionale Luigi Pagano che ha sottolineato come il lavoro all’interno del carcere non debba essere di tipo assistenziale ma diventare una vera professione, misurandosi con il mercato.
Tutti i prodotti possono essere acquistati direttamente dal sito www.dolciliberta.com.

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

Bolzano – Protocollo operativo

L’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Bolzano ed il  Responsabile del Progetto Odòs, hanno stipulato, in data 30 aprile 2010, un Protocollo Operativo a favore di detenuti in misura alternativa o sottoposti a misure di sicurezza.
Obiettivo del documento sottoscritto è creare una rete integrata di soggetti pubblici e del privato sociale al fine di realizzare progetti individualizzati ove gli utenti siano soggetti attivi nel processo di reinserimento nella comunità esterna.
Il Progetto Odòs  gestito dalla Fondazione O.D.A.R. e finanziato tramite la legge 13/1991 della Provincia Autonoma di Bolzano, è il servizio che si occupa, sin dal 1999, del reinserimento sociale dei detenuti della provincia..
I servizi che il Progetto Odòs fornisce sono:

  • accoglienza abitativa di 15 posti;
  • percorsi educativi personalizzati;
  • supporto alla ricerca lavorativa;
  • segretariato sociale.

Al fine di monitorare la funzionalità del Protocollo Operativo e di garantire un’integrazione e continuità degli interventi, sono previsti incontri periodici tra operatori.
 

REGIONE SICILIA

Enna – Progetto Arcobaleno

Il 27 settembre 2010 è giunto a conclusione presso la Casa Circondariale di Enna, il Progetto “Arcobaleno” che ha visto impegnati 8 detenuti ristretti presso gli istituti di Enna, Nicosia e Piazza Armerina in un corso di restauro del mobile antico.
Il progetto, destinato ai soggetti  tossicodipendenti, è stato promosso dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna in collaborazione con la Casa Circondariale di Enna e finanziato dall’Assessorato alla Famiglia, alle Politiche Sociali ed alle Autonomie Locali della Regione Sicilia con i fondi della  lotta alla droga (DPR 309/30).
Il corso, della durata di 600 ore, è stato gestito dalla Cooperativa Sociale “Persefone” e monitorato durante le varie fasi con l’obiettivo di conoscere e valutare l’andamento delle attività, le aspettative, le motivazioni ed il grado di soddisfazione dei corsisti.
Durante tale percorso è stato stipulato un Protocollo d’intesa tra l’Azienda Sanitaria Provinciale, la Direzione della Casa Circondariale, la Camera di Commercio, la Confederazione Nazionale Artigianato della piccola e media impresa e la Cooperativa Sociale “Persefone” di Enna al fine di favorire il prosieguo dell’attività già intrapresa.
Durante la giornata conclusiva sono stati consegnati gli attestati ai detenuti che hanno aderito al progetto e successivamente, presso il Salone della Camera di Commercio di Enna si è svolto un incontro sul tema “I colori della libertà…….. Quali prospettive”.

 

REGIONE UMBRIA

Perugia – Progetti integrati per inserimento lavorativo detenuti

Si sono positivamente concluse le procedure relative all’Avviso Pubblico della Provincia di Perugia-Servizio Politiche del Lavoro Formazione e Istruzione per interventi di inclusione sociale e lavorativa delle persone svantaggiate, emanato nell’ambito del P.O.R. Umbria FSE 2007-2013 Obiettivo “Competitività regionale e occupazione”Asse III “Inclusione sociale”
L’intervento 3 del bando prevede il finanziamento di progetti integrati di orientamento, formazione, accompagnamento al lavoro per persone in esecuzione penale con l’obiettivo di sviluppare percorsi integrati e migliorare l’inserimento/reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati,  contro  ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro.

L’area geografica interessata riguarda il territorio della Provincia di Perugia.
A seguito delle relative procedure sono stati approvati ed ammessi al finanziamento  progetti rivolti  ai detenuti della  Casa di reclusione di Spoleto, della Casa Circondariale di Perugia-Capanne e a soggetti  in esecuzione penale esterna seguiti dagli Uffici di Esecuzione Penale Esterna di Perugia e di Spoleto.

I progetti ammessi al finanziamento sono:

1) “RI.USC.IRE”(Riqualificarsi per riuscire in un inserimento regolare)
Soggetto proponente: A.T.I Frontiera Lavoro Società Cooperativa Sociale,Università dei Sapori-Scuola Nazionale dell’Alimentazione, Istituto Tecnico Commerciale “Aldo Capitini”
Destinatari: soggetti detenuti nella Casa Circondariale di Perugia  e soggetti in misura alternativa alla detenzione o comunque  in carico agli UEPE di Perugia e  di Spoleto
Azioni :

  • informazione, orientamento, counselling e bilancio di competenze: destinatari 60 detenuti
  • formazione per addetti qualificati alla cucina  e addetti alle colture vegetali e arboree : destinatari  15  + 15 detenuti
  • attività laboratoriali e iniziative di sensibilizzazione                          
  • tirocini formativi presso Aziende del territorio per  10 utenti in carico agli UEPE di Perugia e di Spoleto che beneficiano di misure alternative alla detenzione o altri provvedimenti in area penale esterna , o comunque in carico agli U.E.P.E.

finanziamento: euro 238.900,00

2)  “Dai Paesi di domani”
Soggetto proponente: ATS tra En.a.i.p. Perugia (capofila), Ces.vol, Arci Solidarietà Ora d’aria ONLUS, Lerica SRL
Destinatari: soggetti detenuti presso la Casa di Reclusione di Spoleto e la Casa Circondariale di Perugia-Capanne
Azioni:

  • informazione, orientamento, counselling, bilancio di competenze, accompagnamento  rivolte a 15 destinatari
  • formazione e attività laboratoriale  per
  1. rammagliatrice tessile: destinatari 15 donne
  2. addetto cucina:  destinatari 15 donne
  3. addetto cucina : destinatari 15 uomini
  4. manutentore del verde- vivaista: destinatari 15 uomini
  5. grafico editoriale:  destinatari 15 uomini       
  6. operatore informatico:  destinatari 15 uomini

Finanziamento:euro 145.000

3)   “Un posto al sole”
Soggetto proponente CIDIS Onlus
Destinatari  detenuti  della  Casa Circondariale di  Perugia e della  Casa di Reclusione di  Spoleto

Azioni:
informazione, orientamento, counselling, bilancio di competenze, accompagnamento per 22 detenuti
formazione per installatori e manutentori di impianti elettrici e fotovoltaici  e di impianti solari termici e fotovoltaici: destinatari 22 detenuti
attività laboratoriali destinate a 22 detenuti
attività di sensibilizzazione rivolti ad Aziende del settore da svolgersi presso associazioni categoria ed Enti pubblici

finanziamento: euro 76.400

4)  ”In.Forma.Lavoro”
Presentato da A.T.I Ecipa Umbria-Forris Ricerca e Formazione

Destinatari: detenuti della Casa di Reclusione di Spoleto

Azioni :

  • informazione, orientamento, counselling, bilancio di competenze, accompagnamento: destinatari 50 detenuti
  • formazione per:
  1. addetti alle composizioni grafiche e tipografiche : destinatari 12 detenuti
  2. addetti alle produzioni di manufatti tessili: destinatari 12 detenuti
  3. addetti alla produzione di mobili destinatari: destinatari 12 detenuti
  4. manutentori per l’edilizia e l’idraulica :  destinatari 6 detenuti
  • attività laboratoriale per:
  1. addetti alle composizioni grafiche e tipografiche: destinatari 12 detenuti
  2. addetti alle produzioni di manufatti tessili : destinatari 12 detenuti
  3. addetti alla produzione di mobili destinatari : destinatari 12 detenuti
  4. manutentori per l’edilizia e l’idraulica : destinatari 6 detenuti
  • tirocini formativi: uno per muratore carpentiere
  • attività di sensibilizzazione

Finanziamento : euro 121.200

La progettazione esecutiva, concordata tra i soggetti proponenti e le Direzioni degli Istituti penitenziari  e degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna interessati,  è stata preventivamente sottoposta all’assenso del Provveditore Regionale dell’Amministrazione l’Umbria, soggetto promotore con  funzioni di supporto dei  soggetti proponenti.

I progetti  sono stati avviati  dal 2 novembre 2010.

REGIONE VENETO

Venezia – “Giustizia riparativa”  - Convenzione

L’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Venezia ha sottoscritto due convenzioni in materia di giustizia riparativa ex art.47 c.7 L.354/75 , una , siglata il 10 maggio 2010 con  il Comune di Vigonovo, l’altra il16 luglio 2010 con l’  Associazione “ASD Arci Uisp G. di Vittorio”  di Bojon di Campolongo Maggiore (VE).
Lo svolgimento di attività a beneficio della collettività costituisce una forma di risarcimento che il condannato attua nei confronti della società considerata come parte offesa del fatto criminoso, oppure come azione riparatoria concordata consensualmente tra vittima e reo, quale risultato di un incontro di mediazione.
Attraverso la sottoscrizione dei due documenti le parti intendono perseguire le seguenti finalità:

  • promuovere azioni  di sensibilizzazione nei confronti della comunità locale rispetto al sostegno ed al reinserimento di persone in esecuzione penale;
  • promuovere la conoscenza e lo sviluppo di attività riparative a favore della collettività;
  • favorire la costituzione di una rete che accolga i soggetti in  misura alternativa aderenti ad un progetto riparativo;

Venezia  - “Giustizia riparativa” Convenzione

L’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Venezia,Treviso e Belluno, il Comune di Venezia e 24 Associazioni del territorio veneziano hanno stipulato una Convenzione finalizzata all’inserimento di soggetti in condizioni di marginalità  o sottoposti a misure alternative alla detenzione, presso enti od associazioni del territorio.
Il Comune di Venezia e l’UEPE intendono offrire  la possibilità di sperimentarsi in contesti diversi da quelli abituali che aprano a nuove prospettive e conoscenze. 
La collaborazione tra Comune di Venezia, UEPE e  Associazioni è fra l’altro finalizzata a   sensibilizzare la comunità locale sulle problematiche del  reinserimento sociale dei soggetti in questione.
A tale scopo è stato  istituito un tavolo di lavoro tra i responsabili dei Servizi interessati che si riunirà periodicamente per monitorare gli esiti degli inserimenti e programmare eventi formativi comuni.

 

AREA MINORI

PROGETTO “PERCORSI DI LEGALITÀ. AZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO E DI INSERIMENTO LAVORATIVO DI MINORI/GIOVANI IN AREA PENALE”

Il progetto Percorsi di legalità - Azioni di accompagnamento e di inserimento lavorativo di minori/giovani in area penale proposto dalla Direzione Generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari, è stato ammesso al finanziamento nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” – Obiettivo Convergenza 2007-2013.
Se ne fornisce di seguito una scheda sintetica ed una descrizione delle attività previste

Il progetto intende dare vita ad iniziative di accompagnamento e informazione dirette ai minori che si trovano all’interno delle strutture della Giustizia Minorile e volte a determinare un decremento della successiva opzione per l’illegalità. In particolare il progetto propone la creazione di servizi di formazione, orientamento ed inserimento lavorativo rivolti a minori/giovani adulti  presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile, attraverso azioni tese ad attivare il territorio per sviluppare le potenzialità rieducative e di reinserimento del tessuto sociale ed economico delle 4 regioni teatro dell’intervento (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia).

Il progetto prevede la realizzazione di una serie di attività nei quattro contesti di competenza dei CGM di Bari, Napoli, Catanzaro e Palermo, tese alla sperimentazione di percorsi di inserimento lavorativo rivolti a minori esposti al rischio di coinvolgimento in attività criminali e, in particolare, a minori detenuti ed ex detenuti.
Al fine di promuovere e favorire l’avvio di percorsi di inserimento lavorativo, l’azione si concentrerà, innanzi tutto, su un’opera di attivazione del territorio al fine di sensibilizzarlo per il successivo inserimento dei minori che usciranno dal circuito penale. In quest’ottica, obiettivo prioritario sarà quello di operare nel segno del rafforzamento di un lavoro di rete tra i diversi attori territoriali che dovranno essere coinvolti, oltre allo sviluppo di azioni di tutoraggio, accompagnamento e assistenza a tali percorsi di inserimento.

Le macroaree di attività su cui insisterà il progetto sono le seguenti:

A. START-UP: RICERCA E VERIFICA DEI SOGGETTI E DEI BISOGNI (MESE 1-6)

Il lavoro si concentrerà sull’individuazione e sul contatto con tutti i soggetti che, a diverso titolo, sono e possono essere coinvolti nei processi di inserimento lavorativo dei minori: dai servizi territoriali per l’impiego alle diverse realtà produttive locali (Associazioni di categoria, CNA, Camere di commercio).  Si tratta di un’attività di ricerca e supporto sia alla progettazione globale dell’intervento formativo e di accompagnamento (in sostegno alle attività dei tavoli tecnici locali) sia alla strutturazione di programmi di intervento personalizzati.

  1. Mappatura degli attori territoriali volta ad individuare le professionalità e risorse attivabili.
  2. Analisi del contesto territoriale e delle opportunità di inserimento lavorativo.
  3. Analisi delle strategie utilizzate per l’inserimento nel mondo del lavoro dei minori detenuti ed ex-detenuti
  4. Selezione e formazione dei tutor.
  5. Sostegno all’avvio dei tavoli tecnici locali e dei gruppi di lavoro.

B. EROGAZIONE DEL SERVIZIO (MESI 7-36):

1 TUTORAGGIO: ACCOMPAGNAMENTO DEI MINORI ALL’INTERNO DEL MERCATO DEL LAVORO)

l’attività dei tutor sarà quella di:

  1. Operare in sinergia con gli operatori della giustizia al fine di far emergere le caratteristiche e le esigenze  del minore;
  2. Partecipare alla definizione del progetto di accompagnamento nel mercato del lavoro;
  3. Accompagnare il minore lungo il percorso dell’inserimento in azienda

2  ATTIVITÀ DI FORMAZIONE

in linea con le esigenze di inclusione/inserimento sociale e professionale dettate dall’analisi del contesto produttivo e indicate dalle forze produttive locali.

  • In sinergia con gli operatori della Giustizia Minorile, definizione delle esigenze e delle caratteristiche di cui è portatore il minore; adeguamento al caso specifico dell’offerta di orientamento e formazione.
  • Formazione del minore accompagnato dal tutor. I 40 tutor realizzeranno attività e di supporto alla formazione in aula, e di accompagnamento del minore lungo il processo di formazione personalizzata.

3  I TAVOLI TECNICI LOCALI E I GRUPPI DI LAVORO

I tavoli tecnici locali saranno composti da rappresentanti dei Centri per la Giustizia Minorile, di Confartigianato, del CNA, della Camera di Commercio. I membri del Tavolo saranno coinvolti in un percorso di progettazione partecipata, relativo alla stesura di piani operativi locali e ad interventi tesi a promuove l’inserimento lavorativo dei minori, attraverso una formazione adeguata e rispondente ai bisogni dei destinatari e alle esigenze del territorio. I tavoli costituiranno le sedi all’interno delle quali verrà valutate le caratteristiche della domanda e dell’offerta di inserimento professionale.

Più specificatamente, i tavoli tecnici realizzeranno azioni di:

  • Raccordo tra le esigenze del minore all’interno del circuito penale, poste dalla giustizia minorile e le esigenze del territorio, poste dagli attori locali coinvolti;
  • Sensibilizzazione: sviluppo di azioni per la diffusione della cultura dell’inserimento lavorativo di minori usciti dal circuito penale;
  • Networking: promozione di interventi di confronto e di scambio tra i servizi e gli attori locali interessati da percorsi di inserimento (servizi locali per l’impiego, associazioni di categoria, realtà datoriali differenti, servizi sociali degli enti locali ecc.). Raccordo dell’esperienza con altre iniziative significative.

4 ATTIVITÀ DI DIFFUSIONE E SENSIBILIZZAZIONE

Le attività di diffusione e sensibilizzazione sono volte a portate il progetto alla conoscenza dei CPI, delle scuole, del mondo aziendale e, in generale, di tutti gli attori il cui coinvolgimento è essenziale ai fini della buona riuscita delle attività progettuali, attraverso convegni, brochure, incontri, seminari, workshops, ecc. Le attività suddette saranno volte a veicolare la cultura dell’inclusione in un ottica partecipata e condivisa e a raccogliere nuovi consensi sui principi che guidano l’iniziativa, con l’obiettivo di attivare la partecipazione degli attori interessati e di stimolare in loro la consapevolezza circa il proprio mandato e la propria responsabilità sociale. Sarà organizzato un convegno di lancio delle attività, un convegno finale, e due convegni a tema.

5 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ

Le valutazioni di processo saranno mirate ad analizzare i seguenti elementi:

  • la congruenza tra gli obiettivi indicati ex ante e quelli perseguiti in fase di attuazione
  • il grado di cooperazione tra i vari soggetti coinvolti nella definizione ed attuazione dell’intervento;
  • le procedure di partecipazione adottate;
  • le risorse impiegate (stanziate ed effettivamente utilizzate) per realizzare l’intervento;
  • gli ostacoli riscontrati nell’implementazione dell’intervento relativi soprattutto alle barriere che i minori con trascorsi di devianza incontrano nell’accesso al mondo del lavoro e ai nodi critici della fase di inserimento in azienda;
  • le opportunità offerte dal territorio sulle quali possono costruirsi circoli virtuosi ai fini del reinserimento sociale e lavorativo degli utenti della giustizia minorile.

Ai fini del monitoraggio del progetto verrà inoltre somministrato a tutti gli operatori coinvolti un questionario annuale per la verifica delle difficoltà e degli eventuali aree critiche da affrontare e condotte interviste con i minori inseriti nella sperimentazione.
Tutte le attività condotte saranno accuratamente documentate. Si provvederà alla redazione di report riguardanti la fase della ricerca e verifica dei bisogni (documentazione delle interviste strutturate condotte e delle risultanze emerse, oltre  che della fase di restituzione agli operatori).
Si provvederà altresì:

  • alla creazione di schede di inserimento per ogni singolo minore, con redazione dei verbali degli incontri di selezione effettuati con gli operatori dell’equipe;
  • alla strutturazione di schede di monitoraggio relative all’inserimento lavorativo di ciascun minore, in modo da avere traccia dell’intero iter individuale ed evidenziare le difficoltà e le problematicità emergenti in ogni fase, con il fine prioritario di effettuare una verifica finale di ogni singolo inserimento, ma anche di cogliere spunti e riflessioni per l’attività futura.
    Tutti gli interventi dei tutor saranno inoltre relazionati e trascritti su un apposito registro.

6 ATTIVITÀ DI GESTIONE E CONTROLLO

Nei rispettivi territori i Direttori dei CGM avranno la funzione di coordinare e verificare le attività, tanto direttamente, quanto attraverso i tavoli tecnici territoriali che hanno la funzione specifica di garantire il raccordo tra le esigenze del minore all’interno del circuito penale, le esigenze della Giustizia Minorile e le esigenze del territorio.
Il Dipartimento della Giustizia Minorile, inoltre, nella figura del Direttore Generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari e dei suoi uffici seguirà le attività progettuali con incontri bimestrali con il coordinatore di progetto e con i direttori dei CGM.

METODOLOGIA PROGETTUALE

Le attività progettuali volte all’orientamento, alla formazione e all’accompagnamento lavorativo dei minori detenuti ed ex detenuti, rispondono ad una metodologia di intervento fondata sui principi della ricerca-azione e sulla partecipazione attiva degli attori e destinatari dell’intervento. Tale metodologia si articolerà nelle seguenti fasi:

Attività trasversale di mappatura e potenziamento della rete di attori interessati.

L’attività trasversale di mappatura e potenziamento della rete degli attori territoriali è volta a garantire il più possibile l’unitarietà degli interventi, il superamento delle frammentazioni, la dispersioni di energie, in un'ottica interistituzionale e anche ad ampliare la rete delle collaborazioni tramite il progressivo coinvolgimento di altri attori istituzionali e non, tra cui la Scuola e il mondo del lavoro. Gli obiettivi di questa attività sono i seguenti:

  • Mappatura degli attori territoriali volta ad individuare le professionalità e risorse attivabili al livello territoriale, le opportunità formative, educative e lavorative offerte dal contesto locale, ecc…
  • Analisi del contesto territoriale e delle opportunità di inserimento lavorativo e delle strategie utilizzate per l’inserimento nel mondo del lavoro dei minori detenuti ed ex-detenuti. Tale analisi sarà condotta attraverso una prima fase di interviste semi-strutturate a testimoni privilegiati (almeno 30 per ogni realtà territoriale), costituiti da operatori della Giustizia Minorile, del territorio, del privato sociale, dei centri per l’impiego, delle organizzazioni sindacali, delle confederazioni industriali, dell’artigianato e del commercio, ecc. Questa fase ha una finalità euristica, volta a indagare la tipologia delle problematiche più comunemente riscontrate dagli operatori e le tradizionali strategie di gestione dei casi utilizzate; a rendere “pensabili” le singole esperienze professionali all’interno di spazi appositamente costruiti allo scopo di: facilitare momenti di scambio e condivisione tra gli operatori; acquisire linguaggi e metodologie di lavoro comuni.
  • Formulazione di proposte operative sulla base di una quadro coerente delle criticità e opportunità esistenti nei quattro contesti territoriali nei quali si sviluppa l’attività progettuale.
  • Selezione e formazione dei tutor

Fase di accoglienza, che segue la segnalazione del minore: attività di supporto alla realizzazione di una valutazione accompagnata verso un possibile progetto di intervento. La presa in carico vedrà come momento centrale il lavoro di equipe volto a favorire la conoscenza del minore, l'individuazione delle ipotesi di intervento e delle risorse attivabili per la costruzione-realizzazione, insieme al minore, di un progetto educativo e lavorativo. La strutturazione del programma personalizzato vede a monte un lavoro di preparazione per la costruzione degli strumenti metodologici più idonei che è articolato nei seguenti step operativi:

  1. L’elemento conoscitivo acquisito nello step precedente sarà oggetto di restituzione agli operatori coinvolti nei quattro contesti regionali nell’ambito dei tavoli di lavoro, nel corso di incontri appositamente. Rappresenta inoltre un passo fondamentale per costruire gli strumenti metodologici volti all’individuazione delle specificità e delle criticità dei singoli casi da inserire nella sperimentazione.
  2. Definizione di un protocollo operativo da lasciare agli operatori della giustizia minorile e del territorio in modo tale da poter essere trasmesso come patrimonio di conoscenze ai fini della costruzione di “buone pratiche”.
  3. Infine, definizione delle modalità di gestione dell’attività formativa sulla base delle esigenze e dei bisogni rilevati e delle opportunità individuate nel territorio.

Attività di formazione/orientamento per lo sviluppo di competenze e capacità lavorative specifiche e trasversali (es. di moduli formativi: gestione della frustrazione, lavoro di squadra, senso di responsabilità, legalità, psicologia del gruppo).

Posto che l’attività di formazione al lavoro è un’attività promossa e realizzata dalle agenzie regionali, in coordinamento con le direzioni scolastiche regionali e gli Enti locali, il progetto intende avviare una collaborazione territoriale ampia, volta a tarare meglio tale offerta alle esigenze dell’utenza minorile. Sarà infatti compito del soggetto a cui verrà affidata la realizzazione delle attività progettuali, lo sviluppo, attraverso un approccio partecipativo e cooperativo che si realizza grazie ai tavoli di lavoro, di pacchetti formativi rispondenti alle richieste dei settori educativo e produttivo del territorio e volti a sviluppare specifiche competenze lavorative. La conclusione di questo processo sarà l’organizzazione di attività formative fortemente orientate al lavoro e compatibili con la breve permanenza dei minori nelle strutture della Giustizia Minorile.

Di contro, l’attività formativa, non mira a sviluppare specifici skills professionali ma a colmare le lacune che riguardano le competenze lavorative cosiddette trasversali. La mancanza di tali competenze più spesso rischiano di essere fonte di problemi e difficoltà nel caso dei giovani con trascorsi di devianza che intraprendono un percorso lavorativo (competenze relazionali utili allo stare in azienda, coma anche al rapporto con il mondo dei pari, con la famiglia, ecc., lavoro in squadra, collaborazione all’interno dell’azienda, gestione dell’aggressività, capacità nell’affrontare e gestire i conflitti). Oltre a sostenere l’azienda nell’accoglienza di giovani che possono presentare elementi di “difficoltà”, l’intervento formativo mira a sostenere il giovane al suo ingresso nel mondo del lavoro, per aiutarlo a confermare la disponibilità al lavoro nonostante gli elementi di frustrazione che derivano dal contatto con un mondo del lavoro caratterizzato da scarse opportunità e scarsa remunerazione, a fronte di scelte alternative illegali o malavitose che possono apparire più “facili” e affascinanti.

In sintesi, l’attività formativa, così come concepita dalla progettualità proposta intende affrontare le specifiche difficoltà relazionali, comportamentali del singolo la cui gestione è presupposto affinché l’inserimento sociale e lavorativo sia possibile ed abbia esiti positivi a lungo termine. L’inserimento lavorativo va visto in un ottica prospettica: la stessa possibilità di trovare lavoro è un passo strumentale verso una piena realizzazione - che potrà avvenire solo nel tempo - delle potenzialità del minore in quanto individuo, in un contesto di legalità e di relazionalità costruttiva, ossia all’interno di un rete di relazioni e sostegno all’interno della quale il minore possa acquisire consapevolezza circa la propria identità e le proprie capacità.

Parteciperà inoltre ad iniziative di formazione integrata il gruppo di complessivi 40 tutor, formati per offrire supporto ai minori durante le attività di formazione e per seguire da vicino gli stessi durante le attività presso le aziende. L’attività dei tutor dovrà essere adeguata alla situazione del minore e alle sue necessità fase per fase e basata su un quadro generale della situazione dello stesso, acquisito anche attraverso la cooperazione con le figure professionali (operatori della giustizia, formatori, psicologi, assistenti sociali) che seguono il minore durante il periodo di “presa in carico”. Oltre alle caratteristiche del minore, l’attività del tutor dovrà essere informata da un’adeguata conoscenza e comprensione del contesto aziendale in cui il minore si inserisce, con particolare attenzione per le risorse e per le eventuali criticità che in esso possano evidenziarsi. L’attività dei tutor sarà in ogni momento soggetta a supervisione da parte del soggetto attuatore.

Accompagnamento lavorativo e socio lavorativo del minore con presa in carico da parte del tutor

La fase di inserimento, accuratamente preparata nelle fasi precedenti, attraverso una valutazione della congruenza tra offerta lavorativa e attitudini, capacità e aspettative del minore, consisterà in questa fase in un intervento di facilitazione dell’incontro tra minore e azienda svolto attraverso una serie di colloqui con i responsabili dell’azienda e con il minore preso in carico volti ad individuare le necessità e le aspettative di entrambi e a chiarire eventuali difficoltà, timori, rappresentazioni che possano ostacolare l’inserimento del minore nell’azienda identificata. I tutor seguiranno il percorso del minore in azienda attraverso una prima fase di affiancamento e una successiva fase di supporto attraverso incontri settimanali con il minore e colloqui periodici con i responsabili del personale, offrendo allo stesso tempo una consulenza all’azienda qualora se ne rilevi la necessità.

Il processo dell’intervento rivolto ai giovani coinvolti sarà così strutturato:

  • segnalazione dei minori/giovani adulti da parte dei Servizi Sociali territoriali e della Giustizia Minorile e dalle scuole;
  • selezione dei beneficiari dell’intervento ad opera di èquipe integrate composte da operatori degli Uffici di Servizio Sociale per i minorenni e/o dei Servizi territorilali;
  • definizione del progetto di accompagnamento nel mercato del lavoro;
  • accompagnamento nel mercato del lavoro, realizzato attraverso i tutor
  • costanti verifiche di èquipe sull’andamento del programma e su eventuali esigenze di ridefinizione.


L’accompagnamento sarà altresì caratterizzato dall’instaurarsi di un rapporto significativo tra il ragazzo e il tutor. Quest’ultimo, interagendo con tutti gli elementi della rete, si porrà quale mediatore dei processi di relazione e di gestione dei conflitti e come attivatore di risorse. I tutor, utilizzando modalità e tempi di lavoro calibrati sulle esigenze dei ragazzi, accompagneranno quest’ultimi, supportandoli nella frequenza di stage, di tirocini e nell’inserimento nelle aziende e in alcuni momenti particolari (come, ad esempio, la scelta di percorsi formativi propedeutici all’inserimento lavorativo).
Le attività di accompagnamento saranno calibrate in base alle caratteristiche dei minori raggiunti dal progetto e avranno l’obiettivo sia, ove possibile, di delineare un percorso di inserimento del minore nel mondo lavorativo, sia di sviluppare, attraverso la formazione mirata, quelle capacità trasversali che rendono possibile, anche nell’impossibilità di un inserimento lavorativo immediato, un reinserimento stabile del minore nel contesto socio-educativo di riferimento.
L’accompagnamento dei minori nel mercato del lavoro avverrà attraverso varie forme di incentivazione, inclusa l’organizzazione di stage, tirocini e l’assegnazione di borse lavoro. Per quanto attiene alla firma di protocolli e/o convenzioni, la progettualità intende realizzarsi con la piena partecipazione dei Centri di Giustizia Minorile, i quali, per la realizzazione delle attività di inserimento socio-lavorativo dei minori in area penale interna ed esterna, già si avvalgono di una rete di protocolli e convenzioni. Sarà richiesto agli Enti attuatori del progetto, di concerto con i CGM, di estendere la rete degli attori coinvolti nei percorsi di reinserimento, anche attraverso la firma di protocolli e convenzioni con singole imprese e associazioni di imprese (associazioni datoriali, CNA, ecc.) che possano favorire l’ingresso dei minori nel mondo del lavoro.

PROGETTI FEI - FONDO EUROPEO PER L’INTEGRAZIONE DI CITTADINI DEI PAESI TERZI 2007 - 2013

Sono nella fase iniziale i progetti Progetto FEI - Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini dei Paesi Terzi 2007 – 2013 denominati ERRANDO TRA LA GENTE E CENTRO GIOVANI POLIVALENTE

ERRANDO TRA LA GENTE si propone di agire in favore di giovani, immigrati e del territorio, dai 14 ai 21 anni, presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile delle città di Palermo e Napoli e di adulti immigrati o coinvolti in azioni di inclusione a favore di immigrati.
Attraverso le attività progettuali verranno favoriti processi di “rilettura di percorsi di devianza”, di “rispetto della legalità e promozione della cittadinanza attiva”, di “promozione del dialogo interculturale”, di “sviluppo di luoghi di incontro e di socializzazione”.

In particolare il progetto si svilupperà attraverso delle azioni specifiche finalizzate a:

  • realizzare un sistema multiregionale finalizzato a promuovere i giovani accolti dai Centri di Aggregazione Giovanile e dalle Comunità educative, compresi di giovani "presi in carico" dai Servizi della Giustizia Minorile;
  • favorire il recupero e la valorizzazione di una vision nazionale ed europea in materia di cittadinanza;
  • favorire il recupero e la valorizzazione di una vision sovra-territoriale in materia di drop-out;
  • favorire l'utilizzo delle tecnologie di Informazione e Comunicazione nel settore dei servizi sociali ed educativi;

Nelle attività di progetto saranno coinvolte direttamente 60 persone, 30 per ciascuno dei due territori.

Verranno costituiti 4 gruppi da 15 partecipanti ciascuno secondo le seguenti tipologie:
Due gruppi (uno a Palermo ed uno a Napoli), costituito da:

  • giovani provenienti da paesi terzi presi in carico dai servizi della giustizia minorile
  • giovani italiani in carico dai servizi della giustizia minorile o segnalati dai servizi sociali del territorio
  • giovani dei centri di aggregazione giovanili del territorio

Due gruppi (uno a Palermo ed uno a Napoli), costituito da adulti:

  • familiari di giovani presi in carico dai servizi della giustizia minorile provenienti da paesi terzi
  • familiari di giovani presi in carico dai servizi della giustizia minorile italiane
  • adulti impegnati in attività e/o iniziative di inclusione a favore di immigrati

Nella fase di start up di progetto il gruppo di pilotaggio definirà i criteri e il regolamento di selezione. La selezione dei beneficiari della azioni del progetto saranno individuati dal gruppo locale di progetto e sotto la direzione procedurale e operativa dei direttori degli USSM di Napoli e Palermo.
Destinatari indiretti saranno le persone coinvolte attraverso le campagne locali e nazionali di comunicazione.

La rete del progetto è costituita da:

  1. Gli enti che costituiscono il RTI:
    Cooperativa sociale Al Azis, capogruppo-mandatario
    Cooperativa Sociale “Il Millepiedi”.
  2. La federazionì regionali del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, della Campania e della Sicilia, che metteranno in rete locale gli enti aderenti e le reti nazionali, regionali e locali alle quali il CNCA aderisce.
  3. L’Associazione “Inventare Insieme (onlus)” e l’Associazione  “Sott’o Ponte” di Napoli, che renderanno disponibili i locali necessari per l’attuazione del progetto.
  4. L’Associazione “Apriti cuore onlus” che, ente titolare di un progetto di mediazione culturale nella città di Palermo, favorirà il processo di attivazione della rete progettuale con le reti locali di sostegno alle persone immigrate.

Sarà previsto il coinvolgimento dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione presenti nei territori in cui si svolgeranno le attività di progetto.
Il coinvolgimento del territorio avverrà durante la realizzazione delle azioni, tenendo conto dei meccanismi di discriminazione che costituiscono ostacolo rilevante per l’integrazione dei migranti e in particolare dei giovani che, in carico ai Servizi o in fase di reinserimento, cercano di integrarsi nel tessuto sociale e lavorativo del territorio.
La produzione di un documentario e la sua diffusione permetterà poi di implementare la rete creata verso lo sviluppo di una rete allargata e sensibilizzata sui temi. Tra i Soggetti partecipanti al network avranno un ruolo fondamentale tutti quelli che già collaborano coi Servizi della Giustizia territoriali; questi infatti si proporranno come testimoni di azioni specifiche verso il territorio.

Il progetto si sviluppa in una logica sistemica in cui le azioni si integrano e si compenetrano, avendo come elemento centrale i giovani segnalati e i servizi territoriali della giustizia minorile.
Attraverso la costruzione di sistemi di governance locali verranno costituiti dei gruppi integrati di lavoro diretti dai direttori degli USSM competenti e coordinati dai coordinatori locali di progetto e costituiti da tutti gli operatori pubblici (servizi della giustizia minorile ed enti locali) e privati (operatori degli enti gestori). Il gruppo di governance locale assumerà la responsabilità sui processi di selezione e sui percorsi attivati.

Il progetto si sviluppa su quattro fasi/azioni:

FASE 1 – GOVERNANCE DI PROCESSO

La Governance progettuale sarà sviluppata attraverso l’attivazione di un “Gruppo di Pilotaggio”, costituito da rappresentanti degli Enti attuatori e del Dipartimento per la Giustizia Minorile – Direzione generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari.
In questa prima fase verrà realizzata la programmazione e verranno definiti tutti gli strumenti per il monitoraggio in itinere.
La fase 1 prevede anche l’attivazione del sistema organizzativo gestionale di progetto costituito da:

  • Staff centrale di progetto
  • Staff locale di progetto della sede di Palermo
  • Staff locale di progetto della sede di Napoli

Monitoraggio e valutazione
A conclusione dell’azione verrà redatto un "Report sociale di progetto" così strutturato:

  1. descrizione del progetto e del quadro di senso che intende promuovere: Descrizione finalizzata a fornire una sintesi del progetto e una spiegazione del quadro di senso che intende promuovere, vale a dire delle politiche e delle strategie che stanno alla sua base, del quadro valoriale di riferimento, dei modelli di intervento sposati ecc.
  2. Descrizione del sistema istituzionale e sociale in cui va ad intervenire il progetto: Descrizione e spiegazione  del sistema istituzione e sociale (cittadino, nazionale, locale, regionale, di quartiere ecc) coinvolto nel progetto.
  3. Elementi del progetto: Vengono descritti in particolare: Missione, visione e obiettivi, Risorse a disposizione, Sistema di governo del progetto, Logica di funzionamento delle azioni, Strumenti di lavoro, Risultati attesi.
  4. Descrizione del processo di lavoro: Come si lavora? Con che fasi? Chi fa cosa? Con che tempi? Quali metodi sono utilizzati? Ecc.
  5. Descrizione e valutazione dei risultati conseguiti e dell’impatto generato: Riportare i risultati raggiunti e quelli mancati nonché fornirne una interpretazione  attraverso analisi quantitative e qualitative. Oltre ai risultati previsti dal progetto si generano anche degli impatti, per esempio si cambia la visione che un territorio ha di sé, come si genera sensibilità su un problema,  come si rinforzano delle collaborazioni e si apprendono dei metodi nuovi di lavoro, come ci si accredita agli occhi della PA ecc;
  6. Voci dei vari portatori di interesse: Raccogliere le voci dei portatori di interesse, magari chiedendo loro una valutazione sul progetto, sul metodo di lavoro, su cosa manca ancora e su cosa occorre fare in futuro ecc.
  7. Apprendimenti dal progetto e indicazione per la riprogettazione

L’attività di monitoraggio, nel quadro sistemico di sviluppo del progetto, non si limiterà a verificare l’andamento delle singole azioni e nell’ambito di esse delle singole attività, quanto piuttosto a verificare periodicamente :
la conformità delle azioni progettate con il programma e il progetto specifico, nonché con i vincoli di contesto;
l’adeguatezza delle risorse umane ed economiche per le singole fasi del progetto.

FASE 2 – LABORATORI CREATIVI MULTIMEDIALI

Il progetto prevede l’attivazione di due laboratori creativo-multimediale per ogni città coinvolta:

  • un laboratorio partecipato da 15 giovani presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile (sia stranieri che italiani, ma principalmente provenienti da Paesi terzi);
  • un laboratorio partecipato da 15 adulti (tra i partecipanti: animatori di gruppo, familiari dei minori in carico al Sistema Giustizia Minorile e non, etc).

All’interno di questi gruppi verrà data attenzione alla differenza di genere e a quella razziale; a tal proposito si auspica la partecipazione di donne provenienti da paesi terzi e madri di giovani presi in carico dai servizi della giustizia minorile.

Attraverso l’attivazione dei laboratori verranno attivate iniziative finalizzate a:

  1. Promozione della partecipazione attiva e del protagonismo giovanile .
  2. Sostegno alla creatività giovanile attraverso il riconoscimento dei linguaggi, delle diverse forme espressive delle nuove generazioni e il supporto a giovani talenti.
  3. Promozione di consumi culturali meritori da parte dei giovani fruitori. Riduzione del gap tecnologico e del digital divide nel settore delle ICT.
  4. Valorizzazione e promozione dei giovani come risorsa del territorio e sviluppo delle potenzialità giovanili.
  5. Sostegno allo sviluppo di competenze relazionali, informatiche, linguistiche, cognitive etc. per favorire la crescita socio-culturale dei ragazzi.
  6. Sviluppo del senso di appartenenza dei giovani al proprio territorio.

Lo sviluppo del laboratorio è previsto in tre azioni/sottofasi (durata: 60 ore per ciascun laboratorio):

Fase 2.1: attivazione del gruppo e condivisione delle storie di vita, della durata di 16 ore. In questa fase verranno raccontate le storie di vita ed evidenziati i problemi di inclusione riscontrati dai giovani coinvolti nel progetto e dalle loro famiglie.
Fase 2.2: attivazione di processi per l’attivazione del dialogo interculturale utilizzando i diversi linguaggi e delle tecnologie della comunicazione, della durata di 24 ore. Le attività verranno svolte anche avvalendosi dei laboratori di informatica e di multimedialità resi disponibili dall’Associazione Sott’o ponte di Napoli, ubicati nel Rione Sanità e dall’Associazione Inventare Insieme (onlus)” di Palermo, ubicati nel quartiere Zisa.
Fase 2.3: progettazione/ideazione di prodotti sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione e del contrasto alla discriminazione razziale. Il laboratorio promuoverà la creatività dei partecipanti lavorando su soggetto, sceneggiatura, location del documentario che sarà prodotto nella fase 3 del progetto.
Nella realizzazione della fase verranno coinvolti 4 operatori esperti nel campo delle arti comunicative e visive, dell’interculturalità e dei processi di inclusione sociale di giovani in situazione di disagio/devianza.
Le metodologie che verranno utilizzate per la conduzione dell’attività prevedono:

  1. l'uso delle tecnologie dell’informazione e dei media  (web, giornali on line, blog, webtv, televisione, radio, cinema);
  2. l'uso del cooperative learning quale fattore cardine dell'empowerment dei destinatari.

Al fine di sperimentare sul campo le competenze acquisite, al termine della fase laboratoriale verranno elaborati degli esercizi organizzati sul modello simulativo. Questa azione consentirà di validare gli esiti conseguiti e, allo stesso tempo, di creare ulteriori occasioni di apprendimento, basate sulla metodologia del learning by doing. La natura stessa dell’intervento (simulazione di flussi informativi) richiede evidentemente una modalità organizzativa in grado di aggregare diverse unità dei destinatari finali. A tal fine, verranno quindi organizzati dei working discussion group virtuali e tematici, trasversali rispetto ai diversi ambiti territoriali dell’intervento; i ragazzi potranno così interagire optando per il settore di discussione/confronto che meglio risponde al sistema degli interessi e delle aspettative personali.
Al termine della fase simulativa, i ragazzi avranno appreso i diversi approcci e linguaggi di comunicazione. Potranno quindi utilizzare tali attitudini per interagire anche all’esterno del gruppo dei potenziali destinatari del progetto, confrontandosi con il variegato e vasto sistema dei navigatori telematici. Al fine di assicurare un corretto utilizzo delle tecnologie e dei protocolli, prima di attribuire una completa autonomia e discrezionalità comunicativa, gli operatori gestiranno una inter-fase, durante la quale si porranno al fianco dei ragazzi senza dare istruzioni o compiti precisi, ma osservando i suoi comportamenti e intervenendo solo qualora le situazioni lo richiedano.

FASE 3 – PRODUZIONE DI DOCUMENTARI

Per ciascuna sede progettuale verranno realizzati due documentari di 10–12 minuti ciascuno. I due documentari verranno “montati” in un reportage che potrebbe essere reso disponibile ai media per iniziative di comunicazione sul tema (produzione 500 copie).

FASE 4 – INIZIATIVE DI DIFFUSIONE

La fase 4 prevede per ciascuna sede la realizzazione di iniziative finalizzate alla promozione del dialogo interculturale e alla sensibilizzazione sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Nei vari eventi, punto di partenza per la discussione saranno i documentari prodotti.
Nello specifico i destinatari di questa azione saranno:

  • i media (fase 4.1), attraverso un incontro per città che li coinvolga direttamente;
  • la cittadinanza (fase 4.2), attraverso n. 2 seminari tematici per ciascuna delle due città coinvolte.
    Nodo focale di questa Fase risulta la diffusione di un prodotto creato dagli stessi beneficiari diretti, ove la loro visione viene presentata al grande pubblico; una visione che diviene punto di partenza per lo sviluppo di una comunicazione determinata da strumenti nuovi basati sull’ascolto diretto dei beneficiari e sulla loro partecipazione attiva.

Verranno inoltre attivate iniziative di comunicazione locale, regionale e nazionale di presentazione del progetto e dei processi e dei prodotti, concordando con la committenza tempi, contenuti e modalità.
Attraverso l’Associazione partner “Inventare Insieme (onlus)” di Palermo, verrà resa fruibile al progetto e ai beneficiari coinvolti la piattaforma on line “Iammonline”, realizzata in occasione del Progetto “ISIS”, promosso del Dipartimento Giustizia Minorile - Direzione Generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari nell’ambito del PON “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia 2000-2006”.

CENTRO GIOVANI POLIVALENTE

è stato promosso dal Dipartimento di Giustizia minorile in favore  dei giovani/minori stranieri dell'area penale ed è stato individuato come ente attuatore delle azioni l'Istituto Don Calabria, con sede centrale a Verona (Comunità San Benedetto).
Nello specifico il progetto intende utilizzare come luoghi dove promuovere le attività i due Centri Polivalenti sui territori di Verona e Milano, dell'Istituto Don Calabria. Per Centro Polivalente si intende uno spazio polifunzionale, riservato ai giovani, in cui essi possano incontrarsi e intrattenersi per sviluppare competenze in attività di tipo creativo, culturale, ludico, di informazione e di formazione finalizzate alla promozione dell'agio e alla prevenzione del disagio. Luoghi in cui, si promuoverà l'aggregazione intorno ad attività comuni, utilizzando il principio dell'integrazione tra ragazzi italiani e stranieri. Spazi in grado di offrire attività di qualità (studio insieme a coetanei, concerti, mostre, attività sportiva, laboratori, orientamento e transizione al lavoro) grazie alle quali i giovani possano crescere, maturare, sviluppare una personalità piena e senso sociale. Le condizioni di vita dei minori stranieri infatti, sono diverse rispetto a quelle degli italiani, soprattutto dal punto di vista delle relazioni con la famiglia e la comunità territoriale, quindi gli interventi educativi e dell'apparato sociogiudiziario devono inevitabilmente essere diversi. I minori/giovani stranieri inoltre, una volta entrati in contatto con il sistema penale italiano, subiscono ulteriori discriminazioni conseguenze di evidenti difficoltà linguistiche, di comunicazione e di scarsa conoscenza del sistema giuridico italiano. Il territorio è dunque il luogo in cui si deve giocare la "scommessa" più importante sull'efficienza e sull'adeguatezza delle risposte che la Giustizia Minorile può offrire. Per fare ciò occorre assumere allora un atteggiamento flessibile, che cerchi di attivare strategie educative in grado di modulare una risposta individualizzata.

Attività dei Centri Polivalenti

Presso la sede di Verona: le attività della Comunità San Benedetto riguarderanno essenzialmente due macro aree di intervento ovvero quella della tutela minorile e dell'offerta di Servizi specifici e quella della progettazione-realizzazione di iniziative rivolte principalmente a minorenni/giovani devianti e sottoposti a provvedimenti penali. Presso la sede di Milano: l'Istituto don Calabria è situato all'interno del Centro sportivo Peppino Vismara, un'area di circa 230.000 metri quadrati, nella quale si promuovono attività con minori della fascia del disagio sociale. In particolare sono presenti i seguenti servizi:
un centro socio educativo, accreditato e convenzionato con il comune di Milano;
un semiconvitto per minori segnalati di servizi sociali territoriali, accreditato e convenzionato.
Le attività generali che si intendono promuovere all'interno dei Centri si possono suddividere per macroaree:

  1. Area attività creative ed espressive
  2. Area attività manuale
    Laboratorio culinario
    Attività di giardinaggio
  3. Area attività culturali ed inclusione
    Incontri di educazione alla convivenza ed alla legalità;
    attività di sostegno scolastico, formativo ed orientamento e transizione al lavoro
  4. Area attività fisiche
    Attività sportive con eventuale inserimento in associazioni del territorio
    (calcio, pallavolo, arti marziali)

Obiettivi dei Centri Polivalenti

È attraverso queste attività e i percorsi di accompagnamento che il progetto si propone di realizzare specifiche azioni capaci di affrontare con efficacia ed incisività le criticità e le debolezze ancora presenti nei percorsi di inserimento sociale per i minori/giovani stranieri già coinvolti nei circuiti penali, in una prospettiva di apprendimento e di miglioramento degli interventi in essere.
Si intende quindi rispondere concretamente ai problemi e ai disagi dei minori già coinvolti nei circuiti penali, attivando un sistema concreto ed efficiente che offra opportunità di inclusione sociale a questi adolescenti attraverso la realizzazione dei seguenti obiettivi.

Tra gli obiettivi generali:

  • sviluppare condizioni di piena integrazione dei minori/giovani stranieri nel tessuto sociale di appartenenza;
  • incidere in senso preventivo sulle condizioni e le dinamiche di crescita singola e familiare per rispondere alle situazioni di disagio e difficoltà dei minori;
  • sviluppare percorsi educativi in grado di connettere le problematiche legate al rischio di dispersione scolastica con le complesse situazioni personali, familiari e sociali dei minori/giovani stranieri;
  • realizzare interventi ricreativo-educativi per il tempo libero, anche nei periodi di sospensione delle attività didattiche all'interno dei Centri polivalenti di Verona e Milano;
  • realizzare azioni atte a sviluppare funzioni psico-sociali per le famiglie che vivono situazioni di disagio con proposte che integrano e completano le attività già fornite da altre agenzie educative;
  • supportare le famiglie straniere di origine attraverso interventi finalizzati alla risoluzione delle emergenze e al sostegno delle capacità genitoriali;
  • realizzare incontri serali per favorire l'integrazione sociale degli adulti nei territori interessati.
  • sensibilizzare i territori di Verona e Milano per favorire l'integrazione dei giovani/minori dell'area penale.

Nello specifico le attività destinate ai beneficiari diretti hanno come obiettivi:

  • promuovere la salute, il benessere e lo sviluppo armonioso dei minorenni/giovaniinseriti all'interno dei Centri in vista del loro inserimento nel contesto sociale individuando nuove forme di partecipazione attiva da parte dei giovani;
  • favorire l'incontro con coetanei attraverso la realizzazione di percorsi/laboratori dove il minore/giovane straniero risulta tra gli attori principali;
  • realizzare percorsi educativi che possano avere continuità nella presa in carico a partire da una frequentazione diurna al centro per facilitarne l'inserimento sociale;
  • promuovere percorsi alternativi di prevenzione delle devianze giovanili attraverso nuovi percorsi di educare alla legalità;
  • facilitare una riflessione sui temi della legalità, del rispetto delle regole e della  convivenza civile;
  • facilitare la creazione di reti territoriali che sappiano coinvolgere tutte le Agenzie.


"LIBERI PER SEMPRE" - IL LIBRO, IL DVD E L'ALBUM DEL RACCONTO DI UN VIAGGIO NEGLI ISTITUTI PENALI PER MINORENNI

Liberi per Sempre è un progetto ideato dalla Associazione Liberi Onlus e realizzato in collaborazione con: il Dipartimento della Gioventù, il Ministero della Giustizia - Dipartimento per la Giustizia Minorile. Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari, la Provincia di Roma, la Fondazione Roma- Terzo settore, la Regione Lazio e OSA (Operatori Sanitari Associati). Si colloca nell'ambito delle iniziative volte a stimolare una riflessione sui temi della devianza minorile e del disagio giovanile sia all'interno che all'esterno dei penitenziari, utilizzando come linguaggio la musica e l'arte in genere. L'intento è quello di portare la voce dei minori ristretti nelle scuole superiori di secondo grado al fine di stimolare una riflessione su questi temi.

Liberi per sempre vuole essere un inno alla libertà nelle sue molteplici sfaccettature, rappresenta la speranza di poter ricominciare e di poter pensare ad un futuro migliore.
Il libro raccolta che uscirà in questi giorni è il risultato di un viaggio realizzato negli Istituti Penali per Minorenni dal cantautore Alberto Mennini che nell'arco di qualche mese ha incontrato con la sua band i minori ristretti in un confronto fatto di musica ed emozioni. Il libro, edito dalla stessa Associazione Liberi Onlus in 10.000 copie, avrà allegati un cd audio e un dvd documentario, risultati appunto del percorso musicale ed artistico intrapreso durante il Tour.

Ci racconta lo stesso Mennini: "Il libro e il dvd sono il racconto di un percorso intenso, a volte difficile, per il contesto nel quale ci siamo trovati, ma sicuramente ricco di emozioni quell' che abbiamo provato suonando per i minori ristretti e quelle che siamo riusciti a suscitare loro, coinvolgendoli attraverso la musica e facendogli togliere quelle maschere esteriori che spesso non sono quelle dei loro sogni e del loro vero sentire".
Il progetto Liberi per Sempre è stato accolto, patrocinato e finanziato dal Dipartimento della Gioventù. Il Ministro Giorgia Meloni ha commentato così' il progetto all'interno della prefazione del libro " Esiste una "meglio gioventù"
che, quotidianamente, giorno dopo giorno, lotta in silenzio lontano dai clamori della cronaca e dalle luci della ribalta per conquistarsi il proprio posto nel mondo con profondo impegno, grande spirito di sacrificio, fiducia nei propri mezzi e nel domani. Tra loro ci sono anche quei ragazzi che, durante il proprio giovane cammino, hanno smarrito la strada, sono caduti, ma hanno poi trovato il coraggio di rialzarsi e riprendere la marcia. Avere una seconda possibilità è un diritto, non un privilegio, in particolare per chi é giovane e con tutta la vita davanti a sé. In queste pagine si raccontano ; sogni, le speranze, i desideri e la determinazione nel renderli veri di una "meglio gioventù" che ha vissuto sulla propria pelle momenti di buio, di sofferenza e di smarrimento, ma non si è mai arresa.

E’ stata espressa una particolare gratitudine ai protagonisti diretti e indiretti d di questa meravigliosa avventura, al cantautore Alberto Mennini che ha messo a disposizione dei giovani in difficoltà la propria arte ed il proprio talento, voglio rivolgere la mia personale gratitudine e l'affettuoso ammonimento che non saranno lasciati soli, in virtù del sostegno istituzionale che iniziative come questa certamente
meritano. Ai protagonisti indiretti di Liberi per Sempre, desidero piuttosto rivolgere il mio invito a non mollare e a considerare che ogni lungo viaggio comincia sempre con il primo passo"
Il libro con allegati cd e dvd sarà regalato sia agli Istituti Penali per Minorenni che alle scuole superiori di molte città italiane in cui nei primi mesi del 2010 l'Associazione Liberi Onlus e il cantautore Alberto Mennini hanno presentato il progetto.

In data 24 novembre 2010 è stato firmato un Protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia – Dipartimento Giustizia Minorile e Cooperativa Sociale “Fieri Potest”.
Se ne riporta di seguito il testo.

PROTOCOLLO D’ INTESA TRA MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE E COOPERATIVA SOCIALE FIERI POTEST s.p.f.

PREMESSO

  • che il Dipartimento Giustizia Minorile, costituito da una articolazione amministrativa centrale e territoriale, provvede ad assicurare l’esecuzione dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile, garantendo la certezza della pena, la tutela dei diritti soggettivi, la promozione dei processi evolutivi adolescenziali in atto e perseguendo la finalità del reinserimento sociale e lavorativo dei minori entrati nel circuito penale;
  • che la Cooperativa sociale Fieri Potest s.p.f.  ha come scopo la promozione sociale attraverso lo sviluppo e la diffusione della cultura e dell’arte, intesi come strumenti essenziali per la crescita intellettuale e sociale dell’individuo;

CONSIDERATO

  • che la Riforma del Titolo V parte II della Costituzione ha attribuito un ruolo centrale alle Regioni ed alle Amministrazioni Locali le quali, collaborando in maniera integrata, sono tenute a garantire livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini;
  • che la Riforma dell’Amministrazione Pubblica impone la costruzione di reti tecnico-operative per progettualità integrate per obiettivi comuni e condivisi realizzate da più soggetti istituzionali e locali, per promuovere una qualità d’intervento efficace ed efficiente, ove i risultati attesi siano conseguiti in economicità;
  • che la Legge 8 novembre 2000 n. 328, art. 1 c. 4, riconosce ed agevola il ruolo degli organismi non lucrativi d’utilità sociale, delle fondazioni e degli enti di patronato, delle organizzazioni di volontariato con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese operanti nel settore nella programmazione, nell’organizzazione e nella gestione del sistema integrato di interventi;
  • che il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari - e la Cooperativa Fieri Potest s.p.f. convengono sull’opportunità di avviare rapporti di collaborazione, sviluppando forme di raccordo sinergico tecnico-operativo finalizzato alla realizzazione di attività educative e di reinserimento sociale per giovani in situazioni di disagio, a rischio di emarginazione sociale e/o esclusi dai processi di socializzazione;
  • che l’attività musicale si propone come strumento di tutela dei valori fondamentali della persona, di miglioramento della qualità della vita, di ridefinizione di valori condivisi e di adesione ad un modello di rapporti basato sul rispetto delle regole, dell’autodisciplina e dell’aggregazione, e consente l’acquisizione di abilità musicali e di mestieri ad esse correlati;
  • che il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari - riconosce che le attività culturali e ricreative, e tra queste le attività musicali, consentono l’espressione delle capacità artistiche, hanno funzioni sociali ed educative e sono finalizzate a garantire l’integrazione degli individui e delle comunità residenti sul territorio e permettono l’acquisizione di abilità spendibili nel mercato del lavoro, facilitando l’inclusione sociale e lavorativa anche in contrasto al fenomeno del recidivismo;
  • che la Legge 354/75 e il DPR 230/2000, recante “Norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà” e successive modifiche, nonché il DPR 448/88 “Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni” e il D.Lgs. 272/89, norme di attuazione di coordinamento e transitorie del DPR 448/88, considerano le attività culturali e ricreative un elemento fondamentale del trattamento sia intramurario che extramurario;
  • che nella fattispecie l’art. 59 del Regolamento penitenziario prevede programmi  di attività culturali, ricreative e sportive articolate in modo da favorire possibilità di espressione differenziate e consentire la più ampia partecipazione dell’utenza e la collaborazione, nell’attuazione di programmi di attività, degli Enti Nazionali e locali preposti alla cura delle predette attività;


RITENUTO

  • che le Cooperative sociali che operano in campo culturale ed artistico e sono radicate nei tessuti sociali locali possono rappresentare partners di assoluto rilievo, per promuovere occasioni di concreta attuazione dei modelli culturali ed educativi e di reinserimento sociale;
  • che gli insegnanti di musica ed i professionisti dei mestieri legati al settore musicale sono da considerare figure educative e comunque importanti riferimenti formativi ed informativi nella diffusione di messaggi di educazione tra i giovani,  riconoscendo l’importanza delle attività musicali proposte ai ragazzi dell’area penale quali mezzi per favorire l’espressione degli aspetti creativi e la condivisione e la socializzazione di esperienze positive a livello di gruppo dei pari e nei confronti della comunità esterna, nonché la formazione, l’integrazione ed il superamento di disagi attraverso percorsi che favoriscano il reinserimento sociale;
  • che la collaborazione tra il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari - e la Cooperativa Sociale Fieri Potest s.p.f., attraverso il presente Protocollo, intende promuovere ed attivare percorsi di formazione e qualificazione nell’ambito della musica e delle competenze ad essa connesse, favorendo opportunità di efficacia operativa per un reinserimento sociale dei minori del circuito penale coinvolti in dette attività.


LE PARTI CONVENGONO

  • Il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei  si impegnerà ad individuare, elaborare e fornire quanto segue:

rilevazione dei fabbisogni dell’utenza penale minorile in ordine all’attuazione di programmi di educazione musicale e percorsi per l’apprendimento di arti e mestieri specifici della materia del presente Protocollo;
programmazione, valutazione, consulenza e supporto tecnico-operativo sia a livello centrale che periferico per la definizione di progettualità integrate e organizzazione degli interventi per i minori in carico ai Servizi minorili attraverso anche il supporto socio-educativo degli operatori ministeriali alle attività poste in essere, nonché mettere a disposizione di spazi strutturali ove questi fossero necessari in base alle finalità dei percorsi individuati;
co-partecipazione alla fase di informazione, diffusione e pubblicazione degli interventi e loro risultati sia all’interno dei Centri per la Giustizia Minorile e dei Servizi Minorili territoriali che attraverso eventi e/o iniziative anche di carattere nazionale;
verifica e monitoraggio dei risultati sia a livello locale che centrale unitamente a responsabili e/o operatori della Cooperativa Sociale Fieri Potest s.p.f.

  • La Cooperativa Sociale Fieri Potest s.p.f. si impegnerà ad individuare, elaborare e fornire quanto segue:

attività di divulgazione nei Servizi minorili in relazione ai contenuti degli obiettivi congiuntamente individuati e alle modalità per realizzarli, di concerto con i rappresentanti dell’Amministrazione della Giustizia Minorile;
compartecipazione alla fase di informazione, diffusione e pubblicazione degli interventi e loro risultati sia all’interno dei Centri per la Giustizia Minorile e dei Servizi Minorili territoriali che attraverso eventi e/o iniziative anche di carattere nazionale;
collaborazione con le strutture della Giustizia Minorile, sia a livello centrale che periferico, alla definizione programmatoria degli obiettivi e delle progettualità integrate nonché alle attività di monitoraggio e valutazione degli interventi realizzati a livello territoriale;
promozione, elaborazione, presentazione ed attuazione di percorsi integrati e di progetti in favore dell’utenza penale minorile, preventivamente condivisi con il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari, finalizzati alla realizzazione di attività che forniscano competenze specifiche nel settore musicale e creino possibilità di inserimento sociale per i ragazzi, da candidare al finanziamento di soggetti diversi dall’Amministrazione della Giustizia Minorile;
curare e redigere, d’intesa e in collaborazione con il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari -, studi particolareggiati sulle aree tematiche del presente protocollo attraverso la raccolta sistematica dei dati e il monitoraggio delle esperienze e dei processi socio-educativi attivati.

  • A tal fine il Dipartimento Giustizia Minorile – Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari -  e la Cooperativa Sociale Fieri Potest s.p.f. :

favoriranno l’attivazione di esperienze in ambito musicale, finalizzate a facilitare anche l’apprendimento di competenze in detto settore attraverso la realizzazione di percorsi integrati, senza oneri per l’Amministrazione della Giustizia Minorile, per elaborare progettualità specifiche del settore sulla base dei bisogni effettivi dell’utenza, anche al fine di candidare le progettualità al finanziamento di Enti, organismi europei o nazionali, degli Enti locali o del privato sociale, essenziale per la realizzazione delle attività di cui al presente Protocollo.

Al fine di definire le modalità d’attuazione del presente protocollo, di monitorare e valutare i risultati raggiunti e per quant’altro al presente atto, viene costituito un Gruppo di coordinamento del quale faranno parte tre rappresentanti per ciascuna delle parti firmatarie. La presidenza è affidata al Direttore Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari del Dipartimento Giustizia Minorile o suo delegato. Verrà altresì nominato un segretario, individuato tra i funzionari dell’Amministrazione della Giustizia Minorile, che assisterà il Presidente nell’organizzazione e nello svolgimento dei compiti amministrativi di tale organismo.
Ogni controversia derivante dall’esecuzione del presente Protocollo di Intesa, che non venga definita bonariamente, sarà devoluta all’organo competente previsto dalla vigente normativa.
Il presente protocollo d’intesa ha efficacia tre anni a partire dalla data di sottoscrizione dello stesso ed è rinnovabile previo accordo tra le parti.

Roma,  24.11.2010

Ministero della Giustizia            
Dipartimento Giustizia Minorile                  
Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari
Serenella Pesarin

Cooperativa Sociale Fieri Potest s.r.l.
Alberto MENNINI  

 

MANIFESTAZIONI

 Roma -Mostra fotografica

Presso la Sala Santa Rita del Comune di Roma è stata allestita, dall’8 al 29 settembre 2010, la mostra fotografica “Che ci faccio io qui? I bambini nelle carceri italiane”.
L’esposizione promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, nasce dalla collaborazione tra le Associazioni “Contrasto” e “A Roma, Insieme” con il sostegno della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Sociali e della Famiglia.

Obiettivo principale della mostra-reportage è quello di denunciare la condizione dei bambini costretti alla reclusione in spazi inappropriati.
Il compito di rappresentare la realtà spesso ignorata, delle donne detenute e dei loro bambini è stata affidata a 5 fotografi di fama internazionale, selezionati tra quelli più attenti alle problematiche sociali e carcerarie. Si tratta di Marcello Bonfanti, Francesco Cocco, Luigi Gariglio, Michael Subotzky e Riccardo Venturi.

Le foto sono state scattate presso gli istituti penitenziari femminili di Roma-Rebibbia, Avellino, Milano, Torino e Venezia.
L’iniziativa è stata un’importante occasione per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei parlamentari sulla  problematica  e sollecitare la discussione sulla proposta di legge a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, attualmente all’esame del  Parlamento.

 

CONVEGNI

 Teramo - Progetto "OC.CU.P.A."
 
Il 19 marzo 2010 si è svolto a Teramo, presso la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, il convegno conclusivo del Progetto "0C.CU.P.A." (Occupabilità, Cura, Politiche Attive), finanziato dalla Cassa delle Ammende.
Il progetto, che si è sviluppato dal luglio del 2009 al marzo 2010, è stato realizzato dall'Ufficio Esecuzione Penale Esterna di  Pescara - Chieti -Teramo, in partenariato con la Provincia di Teramo, (che ha sostenuto l’iniziativa  anche finanziariamente), la Direzione della Casa Circondariale di Teramo, la CNA e la Confesercenti di Teramo, l'Associazione di Volontariato "Verso il Futuro" e la società KShift di Teramo.
I1 progetto, che ha coinvolto 30 utenti detenuti in esecuzione penale esterna e/o ex detenuti, ha inteso perseguire i seguenti obiettivi:

  • incrementare i1 livello di occupabilità dei condannati in esecuzione penale esterna ed ex detenuti, realizzando un percorso di accesso ai “servizi per l'occupabilità” ed un'esperienza formativa in contesti produttivi;
  • migliorare le condizioni personali dei soggetti, attraverso un percorso di “accompagnamento e cura” finalizzato al recupero delle abilità necessarie al futuro reinserimento socio-lavorativo.

I partners hanno operato in stretta collaborazione, in una logica di rete, per la progettazione e realizzazione delle varie fasi del progetto, istituendo anche attività formative rivolte agli operatori, indirizzate all’acquisizione di metodi e tecniche di valutazione dei soggetti detenuti ed ex detenuti coinvolti.

Durante il Convegno sono stati illustrati i percorsi sperimentati, evidenziando l’opportunità di proseguire nella direzione intrapresa.
Ai partecipanti al Convegno è stata fornita una “Guida informativa ai servizi della Provincia di Teramo”realizzata nell’ambito del  progetto.