Svolgimento da parte di detenuti di attività lavorative o corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali. Legge 22.06.2000 n. 193 art. 5 comma 3. Anno 2023 - Relazione al Parlamento - (marzo 2024)

aggiornamento: 29 marzo 2024

 

DIPARTIMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA
DIREZIONE GENERALE DETENUTI E TRATTAMENTO

 

OGGETTO: Relazione al Parlamento relativa allo svolgimento da parte di detenuti di attività lavorative o corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali. Legge 22.06.2000 n. 193 art. 5 comma 3. Anno 2023.

 

Il lavoro rappresenta l’elemento cardine del trattamento penitenziario per la valenza rieducativa che riveste sulla persona detenuta e può essere svolto sia all’interno che all’esterno delle strutture penitenziarie.

Parte del lavoro viene svolto alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria in attività agricole, industriali per commesse dell’Amministrazione, di manutenzione ordinaria dei fabbricati e nei servizi vari d’istituto, ma, nel tempo, si è promossa la collaborazione con il territorio per adempiere al meglio al mandato istituzionale di rieducazione e reinserimento sociale attraverso il lavoro alle dipendenze di soggetti terzi (imprese o cooperative) e la formazione professionale.

Nel tempo si sono consolidate le esperienze di lavoro qualificato all’interno delle strutture penitenziarie con imprese che gestiscono specifiche lavorazioni e sono incrementate le opportunità di lavoro all’esterno, in articolo 21 O.P. o in semilibertà, in presenza di regolari contratti di assunzione.

Per garantire il diritto al lavoro delle persone detenute e avvicinare la realtà penitenziaria al territorio, l’amministrazione penitenziaria, affrontando talvolta le radicate resistenze culturali, ricerca percorsi di collaborazione ed opera d’intesa e in accordo con i maggiori consorzi del mondo della cooperazione, impegnandosi a far coincidere gli interessi imprenditoriali delle cooperative e/o delle imprese con valori sociali ed etici tipici dell’attività di recupero della persona in esecuzione penale.

L’impegno ha portato al 31 dicembre 2023 (il dato risulta essere ancora provvisorio) al numero totale dei detenuti alle dipendenze di datori di lavoro esterni pari a 2991 unità, così suddivise: 1.131 per lavorazioni gestite all’interno degli istituti, 868 ammessi al lavoro all’esterno, ex art. 21 O.P., 992 in regime di semilibertà.

Sempre allo scopo di incentivare le opportunità lavorative a favore della popolazione detenuta, nel 2000 è stata varata la legge 22.6.2000, n.193, c.d. “Smuraglia”, che definisce le misure incentivanti per le cooperative sociali e le imprese che vogliano assumere detenuti in esecuzione penale all’interno degli istituti penitenziari, aprendo prospettive di sicuro interesse per il lavoro penitenziario, attraverso benefici fiscali e contributivi per l’assunzione di soggetti in stato di reclusione, ammessi al lavoro all’esterno ai sensi dell’art. 21 O.P o ammessi al regime di semilibertà.

Nel corso del 2023 l’importo complessivo stanziato sullo specifico capitolo di spesa del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 è stato di € 21.148.112, con un incremento di 6 milioni di euro. 

Le imprese e cooperative che hanno presentato istanza di sgravi fiscali per il 2023 sono state 518, che hanno previsto l’assunzione di 2.346 ristretti così suddivisi 1.286 per lavorazioni gestite all’interno degli istituti, 685 ammessi al lavoro all’esterno, ex art. 21 O.P., 282 in regime di semilibertà e 115 scarcerati che hanno ancora diritto allo sgravio fiscale, per una richiesta complessiva di circa € 10.500.000,00.

Per quanto attiene alla valutazione dell’idoneità degli spazi destinati alle attività lavorative e dei corsi di formazione professionale, si rappresenta che la convenzione che viene firmata tra il Direttore dell’Istituto penitenziario e il legale rappresentante dell’impresa contraente prevede specifici impegni ad assicurare il pieno rispetto della normativa vigente per il corretto svolgimento dell’attività lavorativa e/o di formazione prevista dal progetto in essere. L’impresa che ottiene in comodato d’uso la lavorazione assume, inoltre, l’obbligo di predisporre il documento di valutazione dei rischi previsto dal Decreto Legislativo 81/2008, rilasciandone copia alla Direzione dell’Istituto e all’Ufficio Tecnico del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.

Per quanto riguarda le somme stanziate dall’Amministrazione, si rappresenta che il 31 ottobre 2023 è stato accreditato sul c/c 1778, intestato all’Agenzia delle Entrate, l’acconto di € 8.042.189,86 e, sempre in acconto, sul c/c 20350 intestato all’INPS, l’importo di € 4.950.724,55.

Costante è comunque l’opera di sensibilizzazione dell’Amministrazione centrale e periferica per incrementare le opportunità lavorative, all’interno ed all’esterno, per avvicinare il mondo imprenditoriale alla realtà penitenziaria, per veicolare gli obiettivi rieducativi e favorire l’abbattimento della recidiva.

Per incentivare ulteriormente tale aspetto si è aderito alla proposta del Ministero delle imprese e del Made in Italy di utilizzare la piattaforma web per pubblicizzare i benefici della Smuraglia attraverso la pubblicazione sul sito www.incentivi.gov.it della scheda di presentazione delle agevolazioni previste.

Inoltre, sono stati promossi specifici open day ed avviate interlocuzioni con organismi istituzionali e del terzo settore che hanno portato alla stipula di nuovi protocolli d’intesa e a collaborazioni centrate sull’integrazione delle risorse impegnate.

Con la stessa finalità, è proseguito, a livello dipartimentale, il lavoro di ricognizione degli spazi di lavoro interni alle strutture penitenziarie (capannoni, laboratori) volto ad offrire ulteriori opportunità lavorative professionalizzanti, in specie per quanto concerne il possibile utilizzo dei finanziamenti connessi al PON 2021.2027.

Anche i Provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria sono costantemente impegnati nel cercare di affrontare le criticità che talvolta ostacolano l’incremento di manodopera detenuta, legate in particolare alla particolare tipologia di detenuti presenti, caratterizzata da un’alta marginalità sociale e/o con caratteristiche delinquenziali di rilievo.

Per quanto riguarda l’espletamento di tirocini di formazione professionale, previsti nella legge 193/2000, dal monitoraggio condotto in questi anni non emergono dati significativi, ad esclusione di sporadiche esperienze, diffuse soprattutto nel Veneto e nella Lombardia. I corsi professionali presenti si svolgono, per lo più, all’interno delle singole progettualità d’istituto in accordo con gli enti convenzionati con le Regioni.

Relativamente ai corsi professionali che si sono svolti all’interno degli Istituti penitenziari nel 2022, i dati rilevano l’attivazione di un totale di 486 corsi professionali tra il primo e secondo semestre 2022 e di 274 corsi attivati nel I semestre 2023. I dati provvisori relativi al secondo semestre 2023 indicano l’avvio di 306 corsi, in particolare nelle regioni Campania, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Veneto.

Appare il caso di segnalare che in data 13 giugno 2023 è stato siglato un accordo interistituzionale tra il Ministero della Giustizia ed il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL). In tale ambito il CNEL ha assunto il compito di dare consulenza e supporto tecnico alla promozione del lavoro penitenziario come strumento di reinserimento sociale e di riduzione della recidiva. La collaborazione prevede inoltre lo studio di misure per diffondere, favorire e semplificare le modalità di lavoro per conto di aziende esterne. Nel Documento di Lavoro Ministero Giustizia/CNEL, redatto il 31 Luglio 2023, viene assunto come prioritario il coinvolgimento del CNEL per attrarre organizzazioni e rappresentanti del mondo imprenditoriale in una campagna informativa sulle agevolazioni previste dalla Legge Smuraglia, per favorire l’incremento del tessuto produttivo locale nonché l’eventuale attivazione di siti produttivi disponibili nei relativi istituti di pena, attualmente non operativi.

Infine, si rappresenta che, al fine di fornire eventuali ulteriori elementi di conoscenza sulla materia oggetto della presente relazione, è stata richiesta la collaborazione al Ministero del Lavoro (nota 41218 del 30.01.2024) che, al momento, non si è ancora concretizzata.

Il Capo del Dipartimento
Giovanni Russo