Identificazione veloce detenuti stranieri (2015)

  • pubblicato nel 2015
  • autore: Antonella Paloscia
  • ricerche criminologiche
  • Ufficio Studi, ricerche, legislazione e rapporti internazionali
  • licenza di utilizzo: CC BY-NC-ND

DIPARTIMENTO AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA
UFFICIO DEL CAPO DEL DIPARTIMENTO
Ufficio Studi Ricerche Legislazione e Rapporti Internazionali

L’Ufficio Studi ha contribuito a formulare il  piano d’azione previsto dal DAP per facilitare il rimpatrio degli extracomunitari grazie ad una procedura di identificazione veloce coordinata fra carceri e questure,  secondo quanto previsto dalle raccomandazioni europee e dal T.U. sull’immigrazione (art. 16 commi 5-bis e seguenti DLgs 286/98). 
Su impulso del DAP e grazie ad un  progetto del PRAP Lombardia sperimentato in carcere insieme al Servizio Immigrazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza,  è stato realizzato il programma e raggiunto il primo risultato importante con la sottoscrizione, il  5 giugno 2015, del Protocollo nazionale fra i due Ministeri interessati (Giustizia e Interno).
 
Obiettivo:
individuare la nazionalità dei detenuti stranieri già durante la carcerazione, in modo da evitare che una volta scarcerati, debbano recarsi nei CIE. Si tratta quindi di facilitare il loro rientro in patria  quando deciso dall’autorità giudiziaria per diverse finalità,  legate sia alla  pericolosità sociale, sia al rispetto dei diritti dei detenuti: 
  • allontanamento ex art. 15 e 16 del TU sull’immigrazione 
  • espulsione  
  • esecuzione delle misure alternative nel proprio paese.
Azioni:
Il protocollo stabilisce che le direzione penitenziaria  invierà  periodicamente alle questure gli elenchi dei detenuti stranieri entrati in carcere,  insieme a tutte le notizie utili ad identificarne la nazionalità  (contatti con amici, parenti, consolati); le questure accederanno alla banca dati del DAP-SIDET ed alimenteranno la banca dati Interforze-SDI con la richiesta di identificazione inoltrata dalla questura al consolato. 
Si  è costituito inoltre il Tavolo interministeriale di consultazione per  assicurare il coordinamento e direttive aggiornate riguardo alla operatività del protocollo. I passi successivi riguarderanno
  • implementazione della scheda notizie sulla nazionalità del detenuto
  • gruppo tecnico per il raccordo  fra carceri e questure a livello locale
  • monitoraggio e possibili miglioramenti.