Protocollo d'intesa tra Ministero della giustizia e ePrice Operations Srl per favorire l’inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale attraverso il lavoro nella filiera commerciale - 30 maggio 2019

30 maggio 2019

PROTOCOLLO D’INTESA

TRA

Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con sede legale in Roma, Largo Luigi Daga 1, nella persona del Capo del Dipartimento dott. Francesco Basentini; (in seguito per brevità denominato DAP)

E

ePrice Operations Srl società di diritto italiano, con sede legale in Milano, Via degli Olivetani 10/12, codice fiscale e partita IVA n. 02574890121, nella persona dell’A.D dott. Raul Stella; (in seguito per brevità denominata ePrice)

SOTTOSCRIZIONE D’INTENTI PER LA PROMOZIONE DEL LAVORO INTRAMURARIO

tra

Dipartimento dell’Amm.ne Penitenziaria – Ufficio del Capo del Dap in persona del Capo del Dipartimento, Presidente Francesco Basentini;

ePrice Operations Srl – Amministratore Delegato Dott. Raul Stella

CONSIDERATO CHE

  • Nello spirito dell’art. 27 della Costituzione, il trattamento rieducativo dei soggetti ridotti in-vinculis deve tendere “al reinserimento sociale degli stessi”;
  • Ai sensi dell’art. 15 della Legge 354/75 il lavoro all’interno e all’esterno degli Istituti Penitenziari, anche accompagnato da opportune iniziative di formazione e tutoring, rappresenta strumento fondamentale di rieducazione, recupero e reinserimento sociale dei soggetti detenuti in espiazione di pena definitiva;
  • L’art. 20 della Legge 354/75, come modificato dal D.lgs. 2 ottobre 2018, n. 124 (“Riforma dell’ordinamento penitenziario in materia di vita detentiva e lavoro penitenziario”), prevede che “negli istituti penitenziari e nelle strutture ove siano eseguite misure privative della libertà devono essere favorite in ogni modo la destinazione dei detenuti e degli internati al lavoro e la loro partecipazione a corsi di formazione professionale. A tal fine possono essere organizzati e gestiti, all’interno e all’esterno dell’istituto, lavorazioni e servizi attraverso l’impiego di prestazioni lavorative dei detenuti e degli internati. Possono, altresì, essere istituite lavorazioni organizzate e gestite direttamente da enti pubblici o privati e corsi di formazione professionale.
  • Il D.P.R. 230/2000, Regolamento recante norme sull’Ordinamento Penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà, prevede:

*all’art. 1 che “il trattamento rieducativo(..) è diretto a promuovere un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo ad una costruttiva partecipazione sociale”;

*all’art. 27 che la persona giunga ad una “riflessione sulle condotte antigiuridiche poste in essere, sulle motivazioni e sulle conseguenze negative delle stesse per l’interessato medesimo e sulle possibili azioni di riparazione delle conseguenze del reato, incluso il risarcimento dovuto alla persona offesa”;

*all’art. 68 comma 6, che le Direzioni degli Istituti e dei Centri di Servizio Sociale curino la partecipazione della comunità al reinserimento sociale dei condannati e le possibili forme di essa;

  • il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, intende promuovere ogni iniziativa tesa allo sviluppo delle attività lavorative in favore della popolazione detenuta, al fine di ridurre il rischio di recidiva e recuperare alla comunità il reo, individuando, in sinergia con la Magistratura di Sorveglianza e con gli Enti territoriali, percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in favore di soggetti condannati definitivi in espiazione di pena, ponendo attenzione anche alla dimensione della riparazione del danno conseguente alla commissione del reato;
  • La legge 193/2000, cosiddetta Smuraglia, e i successivi decreti attuativi, prevedono che le imprese pubbliche o private e le cooperative che intendono avviare un’attività all’interno di un istituto di pena siano garantite dalla stipula di un’apposita convenzione con l’Amministrazione Penitenziaria, che regola l’utilizzo in comodato gratuito dei locali e delle attrezzature eventualmente già esistenti nell’Istituto e stabilisce i diritti e i doveri delle parti, le modalità di avviamento al lavoro, le norme rispetto alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali, il trattamento retributivo dei detenuti, la responsabilità civile;
    • Lo svolgimento di attività lavorativa all’interno del carcere, oltre a connotarsi come una scelta eticamente e socialmente responsabile da parte dell’impresa, rappresenta anche un vantaggio concreto con indubbi benefici a favore dell’azienda in termini contributivi e di riduzione dei costi;
    • Lo snellimento delle procedure e i meccanismi di agevolazione fiscale e contributivi previsti dalla normativa vigente agevolano l’iniziativa imprenditoriale con innegabili risvolti positivi sul piano sociale, coniugando l’obiettivo del profitto con una scelta aziendale di responsabilità sociale e di solidarietà, nell’ottica della più ampia inclusione dei soggetti ai margini della società;
    • Il tipo di attività e le modalità di svolgimento del lavoro all’interno della cinta muraria degli istituti di pena sono sottoposte a controllo dell’Amministrazione penitenziaria sotto il profilo della sicurezza;
    • Il numero e la qualità dei progetti promossi dagli istituti penitenziari costituiscono titolo di priorità nell’assegnazione agli stessi dei fondi di cui all’art. 2, comma 2, lettera a e d, del Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri 10 aprile 2017, n. 102, nei termini e secondo le modalità stabilite dalle apposite disposizioni di attuazione adottate dalla Cassa delle Ammende;
  • Lo sviluppo di occasioni di reinserimento occupazionale rendono la detenzione un’occasione di formazione e recupero, nell’ottica di una diversa connotazione della pena che possa coinvolgere il detenuto in un’esperienza autenticamente produttiva e professionale promossa in  collaborazione con le forze economiche produttive;

PREMESSO CHE

  • Il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, organo centrale del Ministero della giustizia, è deputato alla promozione, al coordinamento e al monitoraggio degli interventi trattamentali attuati nei confronti delle persone in esecuzione penale intra muraria attraverso i Provveditorati Regionali e gli Istituti Penitenziari presenti sul territorio nazionale, in ciò interagendo con gli Enti pubblici e privati, nazionali e locali, per favorire una programmazione comune utile al perseguimento dell’inclusione sociale dei soggetti sottoposti a provvedimenti limitativi della libertà personale;
  • ePrice Operations S.r.l. (“ePrice”), società specializzata nel segmento della vendita online di tecnologia ed elettrodomestici, può operare efficacemente con un ruolo attivo e di supporto nell’attuazione delle politiche di inclusione socio-lavorativa di soggetti sottoposti a provvedimenti penali, ePrice intende divenire partner strategico nell’avvio di iniziative di lavoro intramurario a favore della popolazione detenuta, attivando un meccanismo di leva del risparmio che possa premiare l’iniziativa privata a beneficio pubblico;
  • Il progetto sarà monitorato e realizzato dalla “Struttura Organizzativa di Coordinamento Settore V Ufficio del Capo del Dap”, nel quadro di una più generale politica di valorizzazione delle risorse interne all’Amm.ne, può contribuire a garantire percorsi professionalizzanti per le persone detenute, attraverso l’offerta di occasioni formative del Know how nel settore della gestione di magazzini, logistica, riparazione del reso;

CONSIDERATO

Che gli obiettivi dei soggetti sottoscrittori del presente protocollo hanno trovato sintesi nella definizione di un percorso progettuale comune volto alla sistematizzazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e che, pertanto, occorre progettare e formalizzare le azioni dirette alla

collaborazione tra gli enti sottoscrittori del presente Protocollo di Intesa, tutto ciò premesso.

Si conviene quanto segue:

  • Finalità

L’obiettivo del presente accordo è sviluppare sinergie di interventi utili a favorire l’inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale attraverso il lavoro nella filiera commerciale, tali da consentire:

  • L’accrescimento del senso di responsabilità e autonomia dei soggetti coinvolti verso la collettività;
  • La motivazione e l’interesse da parte dei soggetti selezionati per le professionalità da acquisire nell’ambito del presente accordo utile a possibili impieghi futuri;
  • Sviluppo della cultura della restituzione, intesa come riparazione indiretta dei danni provocati dai reati, come possibile strumento per il ripristino del patto sociale;
  • Ridurre i rischi di recidiva.

     
  • Obiettivi specifici del progetto
  • L’iniziativa progettuale si pone l’obiettivo di impiegare degli spazi in disuso all’interno delle mura carcerarie come magazzini, aree di stoccaggio degli elettrodomestici in vendita sulla piattaforma commerciale gestita da ePrice, riparazione del reso, coniugando l’evidente possibilità di risparmio in termini economici con l’intento di contribuire ad arginare il problema della carenza di inserimenti lavorativi professionalizzanti per soggetti in esecuzione penale, offrendo loro formazione individuale altamente qualificata e opportunità di assunzione nelle attività logistiche connesse all’e-commerce.

     
  • Soggetti ammissibili alle attività di lavoro intramurario

I percorsi di reintegrazione sociale e lavorativa riguarderanno le persone detenute nel distretto territoriale ove insistono gli istituti penitenziari aderenti al progetto “Torino e Roma”, che il DAP avrà cura di individuare e selezionare in base ai requisiti previsti dalla vigente normativa nel numero iniziale di almeno 4 detenuti lavoratori per istituto.

  • Istituti penitenziari aderenti al progetto

A seguito di sopralluoghi volti alla verifica della sussistenza di requisiti idonei sul piano strutturale e logistico, sono stati individuati come destinatari del progetto gli istituti penitenziari della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso “R. Cinotti” e della Casa Circondariale di Torino “Lo Russo e Cutugno” ove sussistono delle aree di rilevanti dimensioni, attualmente inutilizzate, che possono essere agevolmente convertite all’uso di magazzini per stoccaggio merci. La manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali sarà a carico della Direzione dell’Istituto penitenziario, che provvederà alla messa in sicurezza degli spazi individuati per l’allocazione delle attività lavorative, e curerà ogni intervento ritenuto necessario sul piano strutturale per l’avvio dell’iniziativa stessa.

Le modalità esecutive del progetto saranno definite in separati protocolli operativi che stabiliranno, altresì, gli impegni di dettaglio che le Parti andranno ad assumere con riferimento alle proprie specifiche funzioni.

Roma, 30 maggio 2019

 

Il Capo D.A.P.

L’Amministratore Delegato ePrice

Direttore Casa Circondariale di Torino Lorusso e Cutugno Dott. Domenico Minervini

Direttore Casa Circondariale di Roma Rebibbia Nuovo Complesso Dott.ssa Rosella Santoro