Protocollo d'intesa tra provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta e ufficio scolastico regionale per il Piemonte - 25 luglio 2018

25 luglio 2018


Protocollo d'intesa tra Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta e Ufficio scolastico regionale per il Piemonte

 

VISTI

  • l'articolo 27 della Costituzione della Repubblica Italiana;
  • la legge 26 luglio 1975, n. 354, recante: "Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà" ed, in particolare, gli articoli 15 e 19 in materia di trattamento penitenziario e di realizzazione dello stesso attraverso l'istruzione e la formazione professionale dei condannati ed internati;
  • il D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, concernente: "Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà";
  • il D.P.R. 29 ottobre 2012, n. 263, Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo e didattico dei Centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ed in particolare l'articolo l, comma 2;
  • le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento, definite ai sensi dell'articolo 11, comma 10 del citato D.P.R. 263/12, (di seguito denominate REGOLAMENTO) adottate con decreto interministeriale 12 marzo 2015 ed in particolare il punto 3.6 contenente disposizioni in materia di "percorsi di istruzione negli istituti di prevenzione e pena";
  • il programma PAIDEIA promosso dal MIUR con nota prot.n. 2276 del 18 marzo 2015 finalizzato alla produzione di dispositivi utili a favorire e sostenere il passaggio al nuovo ordinamento dei percorsi di istruzione degli adulti, con particolare riferimento a quelli applicativi delle "misure di sistema" da attivare negli istituti di prevenzione e pena;
  • la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante: "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", ed in particolare il comma 23;
  • il Protocollo d'intesa MIUR e Ministero della Giustizia "Programma speciale per l'istruzione e la formazione negli istituti penitenziari e nei Servizi Minorili della Giustizia", del 26.05.2016;
  • il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze, che definisce gli standard formativi dell'apprendistato e i criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato in attuazione dell'articolo 46, comma l, del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, ed in particolare l'art. 5 del citato schema;
  • i principi dichiarati nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata il 7 dicembre 2000;
  • la Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente;
  • la Raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla Carta del Consiglio d'Europa sull'Educazione per la cittadinanza democratica e l'Educazione ai diritti umani adottata 1'11maggio 2010;
  • la Comunicazione della Commissione europea Europa 2020: " Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" del 3 marzo 2010;
  • la Dichiarazione sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà tolleranza e non discriminazione attraverso l'educazione, adottata dai Ministri dell' istruzione dell’Unione europea (Parigi 17 marzo 2015)
  • la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'educazione e la formazione ai diritti umani adottata il 23 marzo 2011.

PREMESSO CHE

  • I percorsi di istruzione degli adulti negli istituti penitenziari, in ottemperanza a quanto previsto dall'art.27, Parte l, della Costituzione della Repubblica Italiana, sono finalizzati a rieducare il detenuto alla convivenza civile attraverso azioni positive che lo aiutino nella ridefinizione del proprio progetto di vita e nell'assunzione di responsabilità verso se stesso e la società, tenuto conto che l'istruzione costituisce il presupposto per la promozione della crescita culturale e civile del detenuto e la base necessaria alla sua formazione professionale, tecnica e culturale. Pertanto, i percorsi di istruzione degli adulti negli istituti penitenziari, in coerenza con quanto previsto dall'art.15 della Legge354/1975 costituiscono elemento irrinunciabile nel programma del trattamento rieducativo del detenuto.
  • Negli istituti penitenziari per adulti le attività di istruzione sono curate dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca(MIUR).
  • Il D.P.R.263/2012 all'art. 1 riconduce l'istruzione degli adulti negli istituti penitenziari ai Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) e agli Istituti di cui al c. 6 dell'art 4 del DPR 263/2012.

 

SI SOTTOSCRIVE IL PRESENTE PROTOCOLLO DI INTESA

con lo scopo di promuovere forme condivise di intervento volte a favorire l'istruzione e l'acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro per i detenuti presso gli istituti penitenziari del Piemonte

TRA

Il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria per il Piemonte - Liguria – Valle d'Aosta (in seguito PRAP),con sede a Torino in Corso Belgio 14, rappresentato dal Provveditore Liberato Guerriero,

E

l'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte (in seguito USR Piemonte), con sede a Torino in Corso Vittorio Emanuele 70, rappresentato dal Direttore Generale Fabrizio Manca,

SI CONVIENE, PERTANTO, QUANTO SEGUE

Art. 1

Oggetto

Le parti si impegnano a promuovere e agevolare ogni iniziativa di collaborazione sul territorio regionale tra gli istituti penitenziari della Liguria, i Centri Permanenti di Istruzione Adulti (CPIA) e le istituzioni scolastiche di secondo grado, di cui al dell'art.4 c.6 del DPR 263/2012, anche con l'apporto di altri attori pubblici e privati del territorio, a beneficio degli utenti dell'Amministrazione penitenziaria.

Il Protocollo è finalizzato a favorire l'acquisizione ed il recupero di abilità e competenze individuali, anche attraverso gli strumenti normativi di cui all'art.2 c.5 del DPR263/2012, e a promuovere, a livello locale, singole intese (accordi, convenzioni) tra istituti penitenziari, istituti scolastici con sezioni carcerarie, Assessorati regionali e/o comunali alle politiche educative, agenzie formative pubbliche o private.

Art. 2

Impegni delle parti

Il PRAP si impegna a:

  • Assicurare particolare attenzione e sostegno, tra gli elementi del trattamento, agli interventi di istruzione e formazione in favore dei soggetti che si trovano in esecuzione penale ed anche custodia cautelare.
  • Valorizzare l'istruzione quale strumento idoneo a favorire la revisione critica del reato, l'attivazione dei processi di reinserimento del condannato nella vita sociale ed il recupero del rispetto dei valori fondamentali della convivenza civile.
  • Assicurare la permanenza presso gli istituti penitenziari dei detenuti che, su segnalazione delle Direzioni, siano frequentanti i percorsi di istruzione, salvo particolari ragioni di ordine e sicurezza.
  • Valutare, in caso di trasferimento, l'assegnazione del detenuto presso un istituto che consenta alla persona trasferita la continuità didattica (art. 41 Regolamento d'Esecuzione D.P.R.230/2000)
  • Vigilare affinché in ogni istituto sia regolarmente istituita e periodicamente convocata la Commissione Didattica di cui all'art. 41 DPR230/2000.
  • Vigilare affinché, su proposta delle Commissioni Didattiche costituite in ciascun istituto penitenziario, ai sensi dell'art. 41 comma 6 del D.P.R. n. 230/2000, siano attivati percorsi flessibili, modulari, allo scopo di non vanificare l'acquisizione delle competenze acquisite durante i periodi di apprendimento già sostenuti dai detenuti.
  • Monitorare, in condivisione con l'USR Piemonte, le attività delle Commissione Didattiche.
  • Collaborare alla attività formativa nei confronti dei docenti operanti presso gli Istituti penitenziari.
  • Sollecitare e vigilare affinché la Direzioni degli Istituti Penitenziari si curino di:
    • Fornire locali e attrezzature adeguate.
    • Curare che venga data adeguata informazione ai detenuti dello svolgimento dei corsi scolastici e favorirne la più ampia partecipazione.
    • Evitare di proporre trasferimenti ad altri istituti, di detenuti impegnati in attività scolastiche, anche se motivati da esigenze di sfollamento, e provvedimenti che possano interrompere la partecipazione a tali attività, (art.41 D.P.R.230/2000), fatti salvi particolari e comprovati motivi di sicurezza.
    • Facilitare l'attività formativa dei docenti operanti presso gli Istituti penitenziari predisponendo soluzioni organizzative che garantiscano loro spazi e tempi di intervento compatibili con i nuovi assetti organizzativi didattici

 

L'USR si impegna a:

  • Svolgere attività di coordinamento dei CPIA regionali e degli istituti superiori di cui al c. 6 dell'art. 4 del DPR 263/2012 anche al fine di supportarli nella costruzione di accordi e collaborazioni con gli istituti penitenziari.
  • Offrire supporto ai CPIA e agli istituti scolastici di cui sopra per la realizzazione di accordi e collaborazioni con gli istituti penitenziari
  • Promuovere attraverso i già citati CPIA ed istituti superiori la crescita e la valorizzazione del patrimonio culturale e professionale acquisito dalla persona nella sua storia di vita, di studio e di lavoro, garantendo il riconoscimento e la spendibilità degli competenze formali, non formali e informali, di cui al DL 13/2013 artt. 1 e 2.
  • Promuovere l'individuazione ed implementazione di percorsi certifica bili, modulari e flessibili, in contenuti e durata, per renderne possibile la prosecuzione anche dopo l'uscita dal circuito detentivo.
  • Promuovere la formazione dei docenti pertinente alla particolare tipologia di utenza delle sedi scolastiche detentive.

Art. 3

Tipologia delle azioni programmatiche

Il PRAP e l'USR Piemonte individuano i seguenti programmi ed azioni, nei campi di comune interesse, connessi con le finalità di questo Protocollo d'intesa:

  • Garantire la personalizzazione dell'iter formativo contenuto nel patto formativo individuale (PFI), definito previo riconoscimento dei saperi e delle competenze formali, informali e non formali posseduti dall'adulto, nell'ambito delle attività di Accoglienza e Orientamento. Per la procedura del riconoscimento dei crediti, articolata nelle tre fasi di identificazione, valutazione, attestazione, la Commissione dei docenti si dota di appositi strumenti, tra cui: modello di domanda per il riconoscimento dei crediti, modello di Patto Formativo Individuale, modello di Libretto personale.
  • Garantire l'implementazione del Libretto dello studente, in cui, oltre ai crediti riconosciuti in ingresso, siano indicate le attività effettivamente svolte con l'annotazione sintetica delle competenze raggiunte, i titoli e gli attestati acquisiti, compresi quelli conseguiti nel corso di misure alternative alla detenzione o in prossimità della scarcerazione, al fine di facilitare l'entrata nel mercato del lavoro.
  • Promuovere la flessibilità e personalizzazione di percorsi didattici modulari che garantiscano l'acquisizione delle competenze previste nel Patto Formativo individuale, che dovranno proseguire anche nel caso gli studenti siano in area penale esterna o tornati in libertà.
  • Promuovere laboratori di italiano L2 e supporto linguistico soprattutto per i soggetti stranieri, allo scopo di favorirne l'inserimento nel tessuto sociale italiano e nel mondo del lavoro.
  • Garantire che l'orario di svolgimento delle attività scolastiche consentano la partecipazione anche di detenuti impegnati in attività lavorative.
  • Incentivare il lavoro sinergico tra le istituzioni scolastiche e l'Area Trattamentale per la progettazione e realizzazione di programmi trattamentali realmente personalizzati
  • Garantire l'attivazione di esperienze laboratoriali e di attività educativo-didattiche volte a promuovere il benessere emotivo, lo listare in gruppo", il rafforzamento dell'autostima e dell'autonomia, della motivazione ad apprendere, dell'assunzione di responsabilità individuale in una logica anche orientata al paradigma della Giustizia Riparativa.
  • Promuovere gruppi di lavoro operativi interistituzionali, specie nei Comuni sede di Carcere, per la realizzazione delle attività, previste dal presente Protocollo d'Intesa, presso gli Istituti dell'Amministrazione Penitenziaria, con la partecipazione attiva dei CPIA, degli istituti superiori di cui al c.6 dell'art.4 del DPR263/2012, e in sinergia con gli Enti locali di riferimento territoriale, anche associati.

Art. 4

La Commissione Didattica

In ciascun istituto penitenziario è costituita una Commissione Didattica, prevista dall'articolo 41 del Regolamento di Esecuzione D.P.R.230/2000 con compiti consultivi e propositivi, composta dalle seguenti parti:

  • Il Direttore dell'Istituto, che la presiede
  • Il responsabile dell'area trattamentale, integrata da funzionari giuridico pedagogici
  • Dirigenti Scolastici e referenti dei percorsi di I e Il livello.

La Commissione didattica, che ha compiti consultivi e propositivi, è uno strumento in grado di promuovere la collaborazione tra operatori penitenziari e docenti per garantire maggiore stabilità allo svolgimento dell'attività scolastica; consente, non solo di monitorare il processo avviato, ma, soprattutto, di aiutare gli operatori a completare la conoscenza di ogni singolo studente detenuto, lavorando in sinergia e perseguendo programmi trattamentali realmente individualizzati.

La commissione didattica avrà cura di:

  • programmare l'attività in funzione dei bisogni formativi rilevati dalla stessa Commissione - prevedere l'individuazione di modularità brevi, per poterle considerare ai fini dei crediti formativi
  • valutare la rispondenza dei percorsi attivati ai bisogni dell'utenza al fine di confermare gli indirizzi esistenti o proporne di nuovi.

L'azione di verifica e valutazione della programmazione attivata dovrà prevedere da parte della Commissione:

  • Una riunione preliminare, subito dopo l'avvio dell'anno scolastico (ottobre-novembre), per una organizzazione congiunta dell'avvio e dello svolgimento dei corsi programmati.
  • Una riunione a metà anno scolastico, tra gennaio e febbraio, per la conferma dei corsi in essere o per la proposta di modifiche o integrazioni dell'offerta formativa dell'Istituto penitenziario;
  • Una riunione a fine anno, prima della conclusione dell'anno scolastico, di valutazione delle attività realizzate con una funzione anche programmatoria complessiva per il successivo anno scolastico.

Entro il mese di febbraio, sulla base delle ricognizioni della commissione didattica dell'Istituto penitenziario e sentite le Istituzioni scolastiche interessate, si confermeranno i percorsi in essere e/o si proporranno l'istituzione e/o la soppressione di percorsi di istruzione. In caso di proposte di nuovi percorsi la richiesta verrà inoltrata, entro il mese di febbraio, al Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, all'USR Piemonte e all'Ambito territoriale competente.

Art. 5

Cabina di regia Regionale

È costituita una cabina di regia a livello regionale, formata dai rappresentanti, o loro delegati, degli enti sottoscrittori, che avrà il compito di monitorare le azioni svolte in attuazione del presente Protocollo.

Art. 6

Durata

Il presente protocollo avrà la durata di tre anni a partire dalla data di sottoscrizione, e si considererà

tacitamente rinnovato in assenza di sopravvenuti e dichiarati motivi di recesso da parte di almeno una delle parti.

Art. 7

Spese

La sottoscrizione del presente Protocollo non comporta alcun onere aggiuntivo per le parti.

Torino 25 luglio 2018

 

Per l'Ufficio Scolastico Regionale
per il Piemonte
Fabrizio Manca

Per il Provveditorato Regionale
Amministrazione penitenziaria Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta
Il Provveditore
Liberato Guerriero