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Paul Garfinkel, Criminal law in liberal and fascist Italy, New York, Cambridge University Press, 2016

Copertina di Paul Garfinkel, Criminal law in liberal and fascist Italy, New York 2016

19 maggio 2017

collocazione:  MAG.  300   35488

Il volume sfida una tesi storiografica consolidata, secondo la quale le riforme penalistiche italiane, dagli anni Ottanta dell'Ottocento fino al Codice Rocco del  1930, furono contrassegnate dall'aspro confronto fra la Scuola positiva del diritto penale e la Scuola classica. L'Autore, infatti, individua fra età  liberale e codificazione fascista una sostanziale continuità, molto marcata nel campo delle risposte ai delitti ad elevato tasso di pericolosità sociale, alla recidiva e alla delinquenza minorile. Continuità che si incarna nella figura del prof. Ugo Conti (1864-1942), che fece parte di diverse commissioni per la riforma penitenziaria e la protezione dell'infanzia; dal 1905 rappresentò l'Italia nei congressi penitenziari internazionali e fu delegato italiano presso la Commissione internazionale penitenziaria di Berna e presso l'analoga commissione della Società delle nazioni.
Lo studio analizza la cultura giuridica che fece da sfondo alle riforme, insieme con l'eredità della codificazione pre-unitaria, in particolare quella toscana. L'attenzione si sofferma sulle concrete azioni conoscitive di supporto alla giustizia penale: a partire dai primi anni dopo l'Unità, le statistiche giudiziarie e i discorsi inaugurali dei procuratori del Regno (sistematicamente pubblicate su questo sito) determinarono le traiettorie di riforma. In particolare, la Commissione di statistica giudiziaria del Ministero di grazia e giustizia e degli affari di culto, ove sedettero nomi del calibro di Cesare Lombroso ed Enrico Ferri, fu tra i soggetti istituzionali più attivi.
Si delinea tra i giuristi e nel paese una linea moderata di prevenzione sociale, che spiega anche il difficile accoglimento del progetto di riforma Ferri, per il suo positivismo radicale, mentre il Codice Rocco e le riforme procedurali e del sistema penitenziario, fortemente connotati da tratti autoritari e fascisti, si inseriscono in questa tradizione: l'Autore situa l'importante novella nella cornice di discussioni transnazionali e della lunga stagione di riflessioni penalistiche di cui rappresenta lo sbocco.