Stati Generali dell'Esecuzione Penale

aggiornamento: 5 febbraio 2016

   Tavolo 14 - Esecuzione penale: esperienze comparative e regole internazionali

ll Tavolo si occupa della ricognizione delle norme e delle raccomandazioni internazionali in materia di sanzioni penali e della loro esecuzione nonché delle pronunce giurisprudenziali di Corti sovranazionali. Ne verificherà il grado di implementazione a livello nazionale e, attraverso la comparazione con altri Paesi, individuerà possibili buone prassi implementabili nel sistema italiano.

Coordinatore Francesco Viganò, docente Università degli studi di Milano.

Partecipanti / Gruppo di lavoro

  • Angela Della Bella - Ricercatore Dipartimento di scienze giuridiche Università degli studi di Milano
  • Alberto Di Martino - Garante reclusi del Comune di Pisa
  • Daniela Verrina - Magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Genova
  • Riccardo Turrini Vita - Direttore generale personale e formazione dell'amministrazione penitenziaria
  • Cinzia Simonetti - Avvocato
  • Patrizio Gonnella - Presidente associazione "Antigone"
  • Maria Perna - Magistrato del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità
  • Antonia Menghini - Ricercatrice Diritto penale Facoltà di Giurisprudenza Università degli Studi di Trento
  • Carla Ciavarella - Direttore istituto penitenziario Tempio Pausania

Perimetro tematico

Il Tavolo si occuperà della ricognizione delle norme internazionali in materia penitenziaria, verificandone il grado di implementazione a livello nazionale, tenendo altresì conto delle principali pronunce giurisprudenziali.
Il Tavolo si occuperà, altresì, di esaminare i sistemi penitenziari di Paesi stranieri anche al fine di individuare prassi, norme e istituti che possano essere applicati, con i dovuti adattamenti, nel sistema italiano di esecuzione penale.
Primaria attenzione sarà posta nell’analisi dei sistemi dei principali Paesi europei tra cui Spagna, Francia, Germania e Regno Unito anche attraverso l’utilizzo di dati statistici.
In particolare, si tratterà di analizzare in chiave comparata diversi aspetti dell’esecuzione penale tra cui:
- struttura organizzativa dell’amministrazione penitenziaria (uffici, gestione del personale, figure professionali impiegate, etc.)
- struttura organizzativa degli istituti di pena e analisi dei servizi di trattamento e riabilitazione
- sistema delle misure alternative alla detenzione e dei benefici penitenziari unitamente ai programmi di trattamento ed essi relativi
- sistema delle misure di sicurezza e della cura del disagio psichico
- regimi differenziati e circuiti di sicurezza in ragione delle diverse tipologie di soggetti detenuti (es. minori, sex offender, madri detenute, reati legati all’eversione dell’ordine sociale, etc.)
- condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari
- diritti garantiti durante l’esecuzione e modalità con le quali assicurarne l’effettività (con particolare riguardo alla materia della salute, del lavoro, dell’istruzione e della dimensione affettiva)
- modalità di accesso agli organi preposti alla tutela dei diritti soggettivi previsti all’interno della normativa penitenziaria
- sistemi di giustizia riparativa e tutela delle vittime del reato
- percorso di reinserimento e presa in carico territoriale.
 

 

Abstract della relazione

L’ampiezza dei temi assegnati al Tavolo ha implicato in prima battuta un’opera di selezione degli argomenti da trattare. A questo fine, si è cercato di individuare, tra le tematiche oggetto della legge delega, quelle sulle quali un intervento riformatore appariva più urgente.

Nell’elaborazione delle proposte ci si è ispirati ad un duplice criterio: da un lato, l’attenzione alle indicazioni provenienti dalle fonti internazionali (di hard e soft law) in materia sanzionatoria; dall’altro, lo studio delle esperienze e delle prassi ‘virtuose’ di ordinamenti vicini a quello italiano.

Quanto all’oggetto delle proposte, si sono tenuti in considerazione due piani diversi: quello delle misure alternative e quello dell’esecuzione intra-muraria. Sotto il primo profilo, tutti i membri del Tavolo si sono trovati concordi nel ritenere che l’orizzonte entro il quale occorre muoversi, in un’ottica di riforma del sistema sanzionatorio, è quello della riduzione del terreno oggi occupato dalla pena detentiva. Studi nazionali ed internazionali corroborano, infatti, l’assunto secondo cui tale pena è, tra tutte, quella economicamente più costosa ed assieme quella meno idonea a ridurre il rischio di recidiva dei condannati. Nell’auspicio di una riforma del sistema sanzionatorio che introduca, già a livello di pene principali, sanzioni non detentive, il Tavolo si è impegnato – nell’ambito del suo mandato – a formulare proposte per il potenziamento e il miglioramento delle misure alternative. In questo senso, sono state elaborate proposte finalizzate, da un lato, a garantire il contenimento del rischio di recidiva del condannato durante l’esecuzione della misura, e dall’altro a individualizzare il contenuto delle misure, al fine di impostare un percorso realmente risocializzativo e in grado di realizzare un’efficace funzione di prevenzione speciale nel lungo periodo.

Quanto invece al piano dell’esecuzione intramuraria, lo scopo che si è avuto di mira, sempre in ossequio alle indicazioni provenienti dalla normativa sovranazionale, è stato quello di garantire un’esecuzione rispettosa dei diritti fondamentali della persona, favorendo altresì, nella misura più ampia possibile, il mantenimento dei legami tra il detenuto e la società (in questo senso si vedano le proposte sull’introduzione delle visite familiari e sugli incontri di coppia, nonché sul trattamento delle detenute madri).

Il tutto nella consapevolezza che, paradossalmente, l’apertura del carcere all’esterno ‘aumenta la sicurezza’, riducendo il livello di recidiva dei condannati (così come confermato da svariate ricerche nazionali ed internazionali). Dallo studio delle esperienze straniere il Tavolo ha trovato conferma l’assunto, che è a ben guardare alla base della normativa sovranazionale, secondo cui l’innalzamento dei livelli di sicurezza contro la criminalità dipende anche da interventi di tipo inclusivo, funzionali a mantenere, ed anzi a incentivare, i legami del condannato con la società.

Obiettivi

  • sistema delle misure alternative alla detenzione e dei benefici penitenziari unitamente ai programmi di trattamento ed essi relativi
     
  • sistema delle misure di sicurezza e della cura del disagio psichico
     
  • condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari
     
  • tutela delle donne detenute
     
  • tutela delle detenute madri
     
  • tutela dei diritti dei detenuti stranieri
     
  • diritti garantiti durante l’esecuzione e modalità con le quali assicurarne l’effettività (con particolare riguardo alla materia della salute, del lavoro, dell’istruzione e della dimensione affettiva).

Versione integrale della relazione