Circolare 30 dicembre 1987 - Tutela della vita e della incolumità fisica e psichica dei detenuti e degli internati. Istituzione e organizzazione del Servizio nuovi giunti

30 dicembre 1987

DIREZIONE GENERALE PER GLI ISTITUTI DI PREVENZIONE E PENA

 

Prot. n. 88030/4-1 Compl.
CIRCOLARE N. 3233/5683

Ai Sigg. Ispettori Distrettuali

Ai Sigg. Direttori degli Istituti di Prevenzione e Pena per adulti

Al Sig. Direttore della Scuola di Formazione del Personale per adulti

Ai Sigg. Direttori ed ai Sigg. Comandanti delle Scuole per il Corpo degli Agenti di Custodia

Ai Sigg. Direttori dei Centri di Servizio Sociale per adulti

Ai Sigg. Comandanti Regionali

e,p.c. :

Ai Sigg. Presidenti dei Tribunali di Sorveglianza

Ai Sigg. Magistrati di Sorveglianza

LORO SEDI

OGGETTO: Tutela della vita e della incolumità fisica e psichica dei detenuti e degli internati. Istituzione e organizzazione del Servizio nuovi giunti.

Faccio seguito alle circolari sull'argomento, esprimendo vivissima preoccupazione per i ricorrenti, gravissimi  fenomeni, purtroppo in aumento, degli atti di autolesionismo, in ispecie dei suicidi, posti in essere dai  detenuti e dagli internati e per gli atti di violenza di vario tipo da essi subiti ad opera di altri compagni di detenzione o di internamento.

E' assolutamente necessario che tutte le risorse e le disponibilità dell'Amministrazione penitenziaria, ed in particolare tutta l'attenzione e l'impegno del suo personale, siano mobilitati per combattere questi fenomeni assolutamente non accettabili, e cioè per prevenire ed impedire gesti auto-od etero-aggressivi delle persone ristrette negli istituti di pena, tutelandone nel modo migliore e più ampio la vita e la incolumità fisica e psichica. 

L'attenzione e la cautela devono avere il loro momento più significativo all'atto dell'ingresso della persona in istituto, specie se per la prima volta, e prima della sua assegnazione alla sezione a cui è destinata. 

L'esperienza insegna, infatti, che frequentemente provengono dalla libertà soggetti giovanissimi o anziani, tossicodipendenti, soggetti in condizioni fisiche o psichiche non buone o comunque in condizioni di particolare fragilità, soggetti tutti ai quali la privazione della libertà, specie se sofferta per la prima volta, può arrecare sofferenze o traumi accentuati e tali da determinare in essi dinamiche autolesionistiche o suicide o tali da esporli al rischio di violenze da parte di detenuti o internati più duri o adusi al crimine, insieme con i quali essi fossero improvvidamente allocati.

Il rischio, peraltro, non riguarda soltanto i nuovi giunti dalla libertà, in quanto anche chi proviene da altro istituto di pena può portare con sé problematiche e disagi particolari che, se non conosciuti da chi provvede alla prima assegnazione, possono produrre analoghe, gravi conseguenze.

E', dunque, necessario intervenire tempestivamente, al momento dell'ingresso in istituto, allo scopo di accertare qualsiasi eventuale situazione personale di fragilita fisica o psichica e qualsiasi eventuale inclinazione, tendenza o sintomo suscettibili di tradursi in un atto autoaggressivo o di rendere il soggetto più vulnerabile alla altrui aggressività. 

I risultati di tale esame debbono essere irnmediatamente segnalati a chi ha la delicata responsabilità di provvedere alla scelta della sezione e della camera dove il detenuto deve essere assegnato, per modo che  sia possibile al massimo grado prevenire ed impedire gli eventi negativi  indicati, sin dai primi, cruciali giorni e momenti della detenzione o dell' internamento.

Viene,  pertanto, istituito in tutti gli istituti di pena - si tratti di istituti di custodia preventiva, di istituti per l'esecuzione delle pene, di istituti per l'esecuzione delle misure di sicurezza o di centri di osservazione - un particolare Servizio per i detenuti e gli internati nuovi giunti dalla libertà, consistente in un presidio psicologico, che si affiancherà, pur senza sostituirli, alla brima visita medica generale (art. 11 3° comma. Legge n. 354 del 1975) ed al colloquio di primo ingresso (art. 23 4" coma D.P.R. n. 431 del 1976). 

Per quanto concerne le case circondariali di cui all'allegato 1, nelle quali si verifica giornalmente una assai più consistente affluenza di nuovi giunti, il servizio sopraindicato sarà svolto secondo le disposizioni che seguono.

Innanzitutto, esso sarà effettuato subito dopo la prima visita medica - che, a sua volta, dovrà avvenire subito dopo l'espletamento delle forma.lità di immatricolazione - e comunque, in ogni caso, prima della assegnazione del detenuto al luogo dove dovrà trascorrere la prima notte in istituto. Naturalmente, il colloquio di primo ingresso avrà luogo secondo i tempi e le modalità di cui al regolamento di esecuzione ed alle circolari. 

Il presidio è affidato agli esperti ex art. 80 Legge n. 354 del 1975, specializzati in psicologia o criminologia clinica, e consiste preliminarmente in un colloquio con il nuovo giunto (nello stesso giorno dell'ingresso e prima dell'assegnazione) diretto ad accertare, sulla base dei parametri di cui in prosieguo, il rischio che il soggetto possa compiere violenza su se stesso o subire violenza da parte di altri detenuti.

Il servizio sarà svolto in un locale idoneo, posto nelle adiacenze degli uffici di matricola o della infermeria, dove si effettua la visita medica, allo scopo di agevolare l'immediatezza delle operazioni, che devono, per   quanto possibile, svolgersi senza soluzioni di continuità e comunque, si ripete, prima della assegnazione. 

Il servizio sarà giornaliero ed avrà tassativamente l quantomeno la durata e gli orari indicati nell'allegato 1, e peraltro ammettendosi, ove sia necessario, un prolungamento i dei suddetti orari. Nelle ipotesi di durata del servizio i per più di sei ore è ammessa la turnazione tra più professionisti.

E l'orario di cui sopra può essere sommato alle altre ore svolte giornalmente dall'esperto che effettua  il servizio, anche al di là del limite delle sei ore giornaliere complessive.

Per la migliore efficacia del colloquio è necessaria k la più ampia collaborazione tra il personale della matricola, il personale sanitario e l'esperto o gli esperti incaricati i i del Servizio nuovi giunti.

E', in particolare, necessario che a questi esperti il personale di matricola trasmetta copia completa dei dati anagrafici e giuridici risultanti dalla immatricolazione, ed inoltre, ove sia stato possibile accertarlo attraverso apposita interrogazione al sistema centrale o in altro modo, notizie su eventuali precedenti esperienze penitenziarie dell'interessato. E' del pari necessario che ai medesimi professionisti il sanitario che ha effettuato la visita medica trasmetta copia della cartella clinica compilata in seguito alla visita medica del nuovo giunto.

Il contenuto del colloquio con il nuovo giunto e l'esame del caso da parte dei professionisti verteranno

sui punti indicati nella tabella di cui all'allegato 2, per un primo, necessariamente non completo né definitivo, apprestamento delle misure e cautele richieste nei singoli casi.

All'esito del colloquio, l'esperto dovrà compilare una relazione relativa ai seguenti punti:

  1. giudizio sintetico sui punti A), B ) , C) e D) di cui all'allegato 2);
  2. valutazione globale di massima sul livello di rischio 
    1. di condotte violente su se stesso
    2. di subire violenze
      articolando, separatamente per i suddetti 2 punti, un giudizio di rischio MINIMO - BASSO - MEDIO - ALTO - ALTISSIMO;
  3. specifiche indicazioni immediate per il sottufficiale responsabile della assegnazione del detenuto (nell'ambito delle direttive impartite dal direttore) relative alla sistemazione eventuale del detenuto in infermeria, in camera singola o in compagnia, con o senza piantone, con assistenza particolare, terapie, grande sorveglianza, ecc. .

La relazione - della quale è indicato un modello nell'allegato 3 - sarà riprodotta in tre copie, una delle quali sarà allegata alla cartella personale, unta alla cartella sanitaria, ed una sarà consegnata dal professionista al sottufficiale per i provvedimenti di competenza. 

Nel caso di detenuti a rischio, il sottufficiale provvederà alla loro assegnazione in uno specifico reparto per nuovi giunti a rischio, composto da alcune camere da ricavarsi preferibilmente in ambienti sanitari (ad es. infermerie, centri clinici, infermerie sussidiarie, ecc.). 

Tale reparto avrà quindi, per 24 ore su 24, un organico di almeno un sottufficiale e un agente di vigilanza, i quali, quanto prima, saranno chiamati a frequentare un corso di aggiornamento sulla materia.

Il sottufficiale sarà personalmente responsabile della esecuzione delle indicazioni consegnategli  all'esperto, indicazioni che resteranno valide fino a che potrà essere concordata, nei giorni successivi, attraverso il colloquio di primo ingresso e gli interventi coordinati degli altri operatori (educatori, sanitari, specialisti, assistenti sociali dei locale centro, esperti, ecc.), la necessaria assistenza psico-socio-sanitaria.

Le ulteriori determinazioni ed indicazioni relative ad eventuali tentativi o prevenzione di atti autoaggJessivi  e di atti di violenza nei confronti del detenuto saranno annotate, di seguito alla prima relazione compilata   all'esito del Servizio nuovi giunti, nella cartella personale e nella cartella sanitaria.

Naturalmente compete al direttore – rappresentante dell'unità dell'istituto e responsabile della sicurezza, dell'ordine, della disciplina, delle finalità trattamentali ed in genere del migliore andamento dell'istituto stesso - impartire le disposizioni e vigilare sulla attuazione tempestiva, puntuale e scrupolosa della prima visita medica, del colloquio di primo ingresso e, in particolare, dell'istituito Servizio nuovi giunti. In ogni caso tali adempimenti dovranno essere effettuati entro le prime 24 ore dall'ingresso in istituto del detenuto. 

Il direttore può, peraltro, delegare ad un educatore il compito di coordinare il Servizio nuovi giunti e l'attività dei vari operatori ad esso interessati - esperti, sanitari, personale di matricola, sottufficiali responsabili della assegnazione del detenuto o addetti allo specifico reparto per detenuti nuovi giunti a rischio -. In tal caso l'educatore incaricato curera anche il coordinamento del sopraindicato servizio con l'équipe esterna della U.S.L., destinata all'assistenza ed alla cura dei detenuti tossicodipendenti, nonché con i sanitari dell'istituto, con l'équipe di osservazione e trattamento e con il personale di custodia. 

Per parte sua, per quanto attiene alle proprie competenze, anche il maresciallo titolare della custodia assumerà le iniziative e vigilerà perché il Servizio nuovi giunti funzioni nel modo migliore e più  soddisfacente. 

Per i detenuti che fanno ingresso, non dalla libertà ma da altro istituto di pena, il sottufficiale responsabile della assegnazione, seguirà con molto scrupolo ed attenzione le indicazioni contenute nella relazione  edatta nel precedente istituto in esito alla effettuazione del Servizio nuovi giunti o nelle successive  annotazioni. Sottolineo, dunque, la estrema importanza della accurata registrazione di tutte le circostanze rilevanti nella relazione sopraindicata, nella cartella personale e nella cartella clinica, che devono  accompagnare ciascun detenuto ed internato in modo da offrire al personale dell'istituto di destinazione tutte le informazioni utili acquisite nell’istituto di provenienza.

E' evidente che, nella ipotesi in cui, manchevolmente, nell’istituto originario il detenuto o internato non sia stato esaminato dal Servizio nuovi giunti, tale Servizio dovrà essere immediatamente attivato nel nuovo  stituto, come se si trattasse di soggetto nuovo giunto dalla libertà.  

Per quanto concerne gli istituti penitenziari non contemplati nell'elenco di cui alla tabella 1, è data facoltà al direttore di organizzare il Servizio nuovi giunti, avvalendosi del personale disponibile e secondo le  sigenze che si presentano, purché siano in ogni caso assicurati, prima della assegnazione del nuovo giunto dalla libertà o da altro istituto, lo scrupoloso esame del soggetto con i criteri e per le finalità indicati e la redazione di una relazione rispondente ai requisiti descritti e sulla cui base, nella immediatezza, il sottufficiale responsabile procederà alla scelta della sezione di assegnazione. 

I Sigg. Ispettori Distrettuali prenderanno tutte le iniziative e vigileranno perché il Servizio nuovi giunti sia immediatamente istituito e messo in condizioni di funzionare nel modo migliore e più soddisfacente, in conformità delle disposizioni impartite. 

Ritengo di dovere, in conclusione, sottolineare la novità del servizio qui istituito, che non può non avere, specialmente nella fase di avvio, un carattere sperimentale, che tanto più richiede la necessità del massimo impegno di chi è chiamato a realizzarlo ed anche la necessità di far tesoro degli insegnamenti che  'esperienza concreta mano a mano indicherà, onde sia possibile un suo ulteriore miglioramento.

Faccio, comunque, grande assegnamento sul senso di responsabilità e sulla sensibilità delle SS.LL. e di tutto il personale penitenziario, convinto che di fronte ai preoccupanti fenomeni segnalati, come sempre nei  momenti più difficili e di fronte ai compiti più ardui, si sapranno da parte d i tutti trovare le risorse e gli strumenti per rispondere in modo sempre più pieno e convincente alle attese di giustizia e di umanità della società civile.

A questa circolare sono allegate le precedenti circolari n. 3182/5632 del 21/7/1986, n . 3209/5659 dell’8 luglio 1987 e n. 3211/5661 del 21/7/1987.

Le suddette circolari saranno tutte portate subito  ad integrale conoscenza di tutto il personale dipendente. 

Di esse si terrà anche conto nei programmi di studi e nelle iniziative di formazione e di aggiornamento professionale di tutte le Scuole delllAmministrazione.

IL DIRETTORE GENERALE 

 

Allegato 1

 

istituti orario quotidiano del servizio
inizio fine
C.C. FEMMINILE ROMA-REBIBBIA 18.30 21.00
C.C. ROMA REGINA COELI 10.00 24.00
21.00 24.00
C.C. NUOVO COMPLESSO ROMA-REBIBBIA 19.00 21.00
C.C. PERUGIA 19.30 21.00
C.C. CAGLIARI 19.00 22.00
C.C. GENOVA 17.30 22.00
C.C. PADOVA 18.30 22.00
C.C. TORINO 10.00 24.00
C.C. VENEZIA 18.30 21.00
C.C. BOLOGNA 18.30 21.00
C.C. FIRENZE SOLLICCIANO 16.30 22.00
C. C. NAPOLI 10.00 24.00
21.00 24.00
C.C. CATANIA 17.00 22.00
C.C. PALERMO 18.30 22.00
C.C. MILANO 9.00 24.00
C.C. BARI 19.00 21.00

 

Allegato 2 - Fattori di rischio suicida (a - b - c) in ambiente carcerario

 

Categoria Ambito di criticità Descrizione
A) Aspetti epidemiologici
anamnestici
1) Età Adolescenti e giovani in particolare della classe 20-29 anni. Anziani al di sopra dei 65 anni.
2) Sesso maschi: più determinati al suicidio; femmine: maggiore ricorso al tentativo di suicidio.
3) Ambiente Maggiore frequenza nelle persone abitanti al Nord.
5) Istruzione Maggiore è l'istruzione, più grande è il rischio.
6) Esperienze Prima carcerazione; rischio maggiore nella prima settimana di custodia, specialmente in coloro che si trovano in attesa del giudizio. In generale si suicidano più i soggetti già altre volte condanannati e tra questi maggiormente chi ha scontato pene superiori ai 18 mesi ed è giovane.
7 ) Malattie L'apprendere la diagnosi di una grave malattia fisica.
8) Cronicità Il perdurare di una malattia indipendentemente dalla gravità.
9) Abulia  
10) Tipo di impatto con l'istituzione  
11) Choc dell'evento  
B) Aspetti di personalità 1) Aggressività Soggetti violenti oppure con un elevato livello di ostilità verso gli altri, è da verificare bene la direzione dell'aggressività, la quale solo apparentemente potrebbe essere del tipo eterodiretta.
2) Egocentrismo Attirare l'attenzione su di sé richiedendo continuo aiuto medico o psicologico; possibilità di azioni dimostrative, più che letali.
3 ) Recidività La coazione a ripetere il tentativo di suicidio è molto forte, occorre valutare quante volte, quando e con quali mezzi ha tentato il suicidio per comprenderne la determinazione.
4 ) Dipendenza L'autonomia del soggetto dalle altre persone può essere misurata in termini di dipendenza-indipendenza.
5) Disturbi La presenza di chiari disturbi psichici, idee persecutorie, angosce, fobie, ecc..
C) Aspetti affettivi 1) Sviluppo Perdita di uno o entrambe le figure genitoriali entro i 16 anni di età.
2) Contatti Situazioni di isolamento sociale, di abbandono della relazione da parte di figure significative.
3) Stile di vita Alcoolista, tossicodipendente associati ad un elevato livello di aggressività.
4) Emotività I soggetti fortemente emotivi possono compiere in maniera impulsiva un atto suicida, senza nessun preavviso.
5) Depressione Gli stati depressivi, anche lievi e misti a stati ansiosi, costituiscono la base di molti suicidi o di tentativi di suicidio.
6 ) Cormunicazione di intenti Ogni comunicazione, verbale o scritta, sull'intenzione di togliersi la vita, va presa in assoluta e seria considerazione
D) Rischio di subire violenza 1) Età - Aspetto fisico  
2) Mancanza esperienze penitenziarie  
3) sessualità specifica  
4) Abulia  
5) Aggressività (rischio - ritorsione)  

Allegati