Circolare 21 novembre 2003 - Commissioni didattiche per la progettazione in materia di istruzione e formazione professionale - restituzione esito monitoraggio

21 novembre 2003

Prot. n. 0454449/2003

Ai Signori Provveditori Regionali
LORO SEDI
 
Dall'analisi del monitoraggio sulle attività di istruzione e di formazione professionale e sulla formale costituzione delle Commissioni didattiche ex art 41 comma 6 D.P.R. 230/2000, avviato nel corso dell'anno 2003, con nota n° 0543651 del 13 dicembre 2002, è emerso quanto segue:

LE COMMISSIONI DIDATTICHE
Le Commissioni didattiche sono state istituite nella maggior parte degli istituti penitenziari anche se vi sono realtà, come quella della Sardegna ove risulta istituita solo nella C.C. di Cagliari.
Occorre sottolineare che - in molti casi - non vi è stata una costituzione formale di detta Commissione, ma funziona di fatto, stante gli usuali rapporti di collaborazione tra operatori penitenziari e docenti.
A tal riguardo, questo Ufficio chiede alle SS.LL. di dare impulso alla formale costituzione in tutti gli Istituti Penitenziari delle Commissioni Didattiche, all'attivazione e/o al miglioramento delle stesse, quale snodo della progettualità degli Istituti medesimi in ordine allo sviluppo di un sistema integrato di istruzione e formazione professionale a favore dell'utenza detenuta.
La formalizzazione dà inoltre un carattere stabile e una forma riconoscibile alla Commissione stessa, evitando quel carattere "aleatorio" legato alla estemporaneità/spontaneità dei rapporti con realtà istituzionali ed associative esterne all'Amministrazione Penitenziaria. Appare forse superfluo ricordare che tale progettualità deve diventare parte integrante del progetto pedagogico dell'Istituto.
Si vuol ricordare che posta l'importanza di percorsi istruttivo/formativi nell'ambito del progetto trattamentale individualizzato, è auspicabile stipulare con il singolo soggetto un "patto formativo" che delinei i reciproci impegni e concorra alla responsabilizzazione dei soggetti in formazione.

I RAPPORTI CON ENTI ESTERNI
Per quanto riguarda la presenza di rapporti formalmente definiti con Enti Locali e/o Associazioni pubbliche/private esterne, emerge che la creazione di un sistema di rete con le istituzioni competenti e più in generale con tutte le risorse della realtà locale risulta ancora poco diffuso.
Poco diffuse sono anche le esperienze di percorsi d'istruzione integrati con la formazione professionale.
Nel rapporto con il territorio si distinguono - nel monitoraggio - quelle realtà territoriali tradizionalmente caratterizzate da un consolidato sviluppo della dimensione associazionistica (Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia).

LE CRITICITA' RILEVATE
Per quanto riguarda l'Amministrazione Penitenziaria le principali criticità sono individuabili:
  • nelle carenze strutturali che determinano l'inadeguatezza degli spazi da destinare alle attività istruttivo/formative;
  • nelle difficoltà di tipo organizzativo che spesso non consentono di conciliare i tempi della formazione con quelli della vita intramuraria. Molto spesso infatti i tempi delle attività istruttive coincidono con quelli delle attività lavorative e, di conseguenza, i detenuti sono "costretti" ad effettuare una scelta che quasi sempre penalizza l'istruzione a vantaggio del lavoro. Riguardo a ciò sono state attuate alcune esperienze di estensione dell'orario scolastico nella fascia pomeridiana che si sono rilevate estremamente positive (CC PISA - CC VARESE);
  • nell'elevato "turn over" dei detenuti (soprattutto nelle Case Circondariali) che rende impossibile il completamento di cicli scolastici strutturati in modo tradizionale;
  • nella carenza di organico degli operatori penitenziari (sia di Polizia Penitenziaria che di Area Pedagogica), che determina la riduzione degli spazi e dei tempi della formazione.
Per quanto riguarda il Ministero dell'Istruzione, le principali criticità sono individuabili:
  • nella contrazione di risorse attuata negli ultimi anni dal MIUR (personale e fondi) che prioritariamente penalizza le attività istruttive a favore dei soggetti in esecuzione di pena;
  • nell'organizzazione - nella maggioranza dei casi - di corsi di tipologia tradizionale, di "pluriclassi" che non consentono di cogliere la specificità del contesto penitenziario e non sono in grado di adeguarsi alle diversità dei livelli culturali di partenza. Diverse segnalazioni riguardano poi i "contenuti" dei corsi istruttivi, troppo simili a quelli attuati per i ragazzi e - quindi - non idonei a suscitare un interesse per soggetti adulti con percorsi esistenziali già strutturati, difficili e spesso caratterizzati da pregressi fallimenti scolastici nel sistema tradizionale;
  • nell' esiguità di percorsi istruttivo/formativo integrati anche in conseguenza del mancato sviluppo di una stabile rete di rapporti intra - istituzionali tra gli organismi del MIUR (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca) le Regioni, le Province e gli Enti accreditati per la formazione professionale;
  • nelle non ancora chiaramente definite competenze dei CTP (Centri territoriali permanenti) soprattutto per quel che riguarda l'istruzione superiore e l'integrazione con la formazione professionale.

I FATTORI DI SUCCESSO desunti dall'analisi condotta si riferiscono:
  • alla circolarità delle informazioni tra gli operatori dei diversi ambiti istituzionali, e nella previsione di momenti di confronto e di discussione congiunta;
  • all'offerta - accanto ai percorsi istruttivi - di attività extra curricolari (corsi di scrittura creativa, analisi dei testi con supporto di soggetti qualificati&), occasioni queste in grado di stimolare l'interesse di soggetti adulti, portatori di problematiche e bisognosi di un sostegno al reinserimento esterno;
  • alla flessibilità dell'offerta formativa sia riguardo ai contenuti che all'articolazione "oraria";
  • all' organizzazione da parte degli enti "formatori" di sportelli e/o attività di orientamento e di rilevazione dei bisogni formativi, al fine di calibrare gli interventi istruttivi e di formazione professionale sulle reali esigenze e sulle aspirazioni del singolo soggetto;
  • alla previsione di un "contratto formativo" che impegni il soggetto e lo responsabilizzi riguardo al completamento del percorso intrapreso.

GLI OBIETTIVI
Gli obiettivi che a breve/medio termine è possibile perseguire si riferiscono innanzitutto allo sviluppo di un modello operativo di rete, esigenza ineludibile anche in considerazione delle trasformazioni che hanno investito il settore dell'istruzione e della formazione professionale, che vede le Regioni (e le Province) assumere un ruolo sempre più significativo nelle attività di programmazione e sviluppo dell'offerta formativa globale.
E' dunque necessario attivare forme stabili di confronto interorganizzativo sia a livello nazionale, che regionale e locale ed in particolare:
  • a livello nazionale una cornice può essere costituta dal protocollo d'intesa interministeriale che questa Direzione Generale sta concordando con i referenti del MIUR, e che sarà a breve diffuso, unitamente ad un documento contenente linee guida in ordine alla programmazione e promozione di un'offerta formativa integrata con la formazione professionale a favore dei soggetti reclusi. Aspetto di fondamentale importanza è, inoltre, la definizione interistituzionale di un sistema di certificazione che eviti la dispersione dei percorsi fatti e delle competenze acquisite, garantendo agli utenti la possibilità di continuità del percorso formativo dentro e fuori dal carcere.
  • a livello regionale i PRAP e gli Uffici Scolastici regionali possono divenire promotori - attraverso la costituzione di tavoli operativi strutturati e congiunti - delle attività di analisi, progettazione, attuazione e valutazione dei percorsi istruttivi e formativi integrati. E' auspicabile infatti che le azioni di promozione delle attività istruttivo/formative siano precedute da una rilevazione coordinata delle esigenze di formazione, per evitare duplicazione di interventi e dispersione di risorse. A tali tavoli potrebbero utilmente partecipare gli altri organismi pubblici/privati interessati: Province, Istituti scolastici, Agenzie formative accreditate, e soprattutto la Regione, cui compete l'individuazione del piano regionale finalizzato alla programmazione delle attività istruttive integrate con la formazione professionale.
  • a livello locale oltre l'attivazione ed il rilancio delle Commissioni didattiche, devono essere promosse singole intese (protocolli, convenzioni) tra Istituti penitenziari, Istituti Scolastici, Assessorati regionali e/o provinciali alle politiche educative, CTP, agenzie formative pubbliche/private.
Si chiede alle SS.LL. di voler cortesemente dare massima diffusione alla presente nota nell'ambito degli Istituti penitenziari della circoscrizione di competenza.
 
Roma, 21 novembre 2003
IL DIRIGENTE GENERALE
Maria Pia Giuffrida