Nota 8 gennaio 2015 - Linee guida per i rapporti con le famiglie del Provveditorato regionale della Toscana

8 gennaio 2015

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
DIPARTIMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA
PROVVEDITORATO REGIONALE PER LA TOSCANA
Ufficio dei detenuti e del trattamento

 

Alla Direzione degli Istituti penitenziari del distretto

OGGETTO: Rapporti con le famiglie – artt 15, 18 e 28 O.P. e 61 R.E.

Il grande lavoro svolto dall’Amministrazione penitenziaria a seguito della sentenza Torreggiani, finalizzato a deflazionare le presenze e a migliorare la qualità della vita detentiva, ha rappresentato una sfida importante, e ha consentito di superare una fase di grande emergenza.
E’ necessario ora procedere oltre, e lavorare con attenzione agli step successivi, che riguardano la qualità e la rispondenza dei servizi interni alle norme e ai principi dettati dalla Costituzione e dalla legge penitenziaria.
La cura dei rapporti familiari è uno degli elementi del trattamento elencati dalla legge quale strumento di cambiamento, oggi più che mai al centro dell’azione dell’Amministrazione tutta.
Si rammentano pertanto di seguito azioni concrete volte al raggiungimento dell’obiettivo indicato, sottolineando che la cura delle relazioni familiari non può essere considerata un premio assegnato in base al comportamento del detenuto, e che si tratta invece di riconoscere prevalenza alla tutela dei valori familiari rispetto ai meccanismi incentivo/premio:

  1. Estendere al massimo le possibilità di fruizione dei colloqui. Appare opportuno consentire di routine colloqui e telefonate supplementari nella misura di almeno un'ora in più al mese e almeno in caso di prole fino a 10 anni, alleggerendo così anche le procedure di autorizzazione.
  2. Valutare l’opportunità di accordare telefonate in sostituzione di colloqui non fruiti, a prescindere dai motivi che ne hanno impedito la fruizione.
  3. Implementare l’utilizzo delle aree verdi, quando il clima lo consenta, anche in periodi diversi dall’estate.
  4. Favorire la possibilità per i detenuti di lasciare ai familiari piccoli regali, generi alimentari ecc., e dare attuazione alla previsione dell’art 61 R.E. di poter trascorrere con i familiari una parte della giornata e consumare un pasto in loro compagnia.
  5. Consentire al minore, in circostanze particolari per la sua vita, di far visita al genitore anche con particolare attenzione alla privacy (eventualmente in orari diversi da quelli destinati ai colloqui), su proposta o acquisendo il preventivo parere del gruppo di osservazione.
  6. Permettere al genitore di essere presente nei momenti importanti della vita dei figli (i compleanni, il primo giorno di scuola, la recita, ecc), eventualmente tramite colloqui o telefonate straordinarie se le condizioni del ristretto non consentissero una misura premiale esterna.
  7. Introdurre quanto prima il sistema di “prenotazione delle visite” (attualmente vigente solo in un istituto della regione). Al fine di evitare ai minori e alle persone anziane lunghe estenuanti attese, potrebbe essere prevista – nelle more - una fila parallela che consenta l’accesso alternato.
  8. Circa i colloqui di cui all’articolo 37 R.E., autorizzati “quando ricorrono ragionevoli motivi”, si ritiene opportuno, qualora non ricorrano motivi di sicurezza legati all’ingresso delle persone, incentivarne l’autorizzazione, soprattutto quando il detenuto non effettua colloqui con familiari e conviventi.
  9. Creare, con il contributo del volontariato e delle associazioni esterne, un fondo di solidarietà gestito e rendicontato da operatori dell’amministrazione, per consentire ai detenuti indigenti, soprattutto se con prole, di effettuare telefonate urgenti.
  10. Solo un istituto della regione ha avviato la pratica dell’organizzazione dei colloqui via skype. Tale organizzazione può essere adottata almeno negli istituti di medie/piccole dimensioni, con una dotazione strumentale minima. Si ribadisce pertanto il contenuto della nota prot. 42989.4.2 del 16/10/14, invitando le Direzioni a contattare eventualmente i referenti informatici del Prap per rendere quanto prima esecutiva questa azione.
  11. Le SS.LL. vorranno reperire e agevolare l’ingresso di operatori esterni che sappiano contribuire alla tutela dell’affettività del minore con iniziative mirate e possibilmente non sporadiche, e a progettare attività che possano sostenere la capacità genitoriale dei ristretti, anche in termini di formazione del personale.
  12. Si invitano infine le SSLL a riflettere sulle modalità di creazione di sportelli front office, in collaborazione con l’Uepe e con associazioni esterne, destinati ad accogliere i familiari e a fornire informazioni e supporto nei rapporti con i loro congiunti detenuti.

Come già anticipato, questa progettualità complessiva rientra fra gli obiettivi della regione per l’anno 2015. Codeste Direzioni sono pertanto invitate a condividere l’obiettivo con tutto il personale, a coinvolgere tutte le aree nei processi di lavoro, e ad aggiornare questo Ufficio sulle iniziative intraprese e progettate per l’anno in corso relativamente ai punti sopra elencati, nonché sulle eventuali difficoltà di attuazione.

Firenze, 8 gennaio 2015

Cordiali saluti

Il Provveditore
Carmelo Cantone