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Protocollo d’intesa per la creazione di una sezione a custodia attenuata per detenute madri - 27 gennaio 2010

27 gennaio 2010

Protocollo d'intesa tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Regione Toscana, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza, l’Opera della divina provvidenza Madonnina del Grappa di Firenze e l’Istituto degli innocenti di Firenze

Visto

• L'art.27 della Costituzione che ribadisce il principio secondo il quale "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato" ;
• La legge 354 /75 e successive modificazioni – Ordinamento penitenziario;
• Il Dpr n 230/2000 - Regolamento di Esecuzione della legge 354/75;
• L' art. 275 c.p.p. che, salvo eccezionali circostanze, esclude la custodia cautelare in carcere per le donne incinte o madri con prole convivente di età inferiore a tre anni;
• L' Art. 146 c.p. che prevede il differimento obbligatorio della pena se questa deve aver luogo nei confronti di  donna incinta o di donna che abbia partorito da meno di sei mesi;
• L'Art. 147 c.p. che prevede il  rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena nei confronti di donna che abbia partorito da piu' di sei mesi ma da meno di un anno;
• La Legge 28 agosto 1997, n. 285, "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza";
• La Legge 23 dicembre 1997, n. 451, "Istituzione della Commissione parlamentare per l'infanzia e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia";
• La Legge 8 novembre 2000, n. 328, "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali";
• La legge n 40/2001, che introduce nell'ordinamento penitenziario nuovi tipi di misure alternative per donne madri, nonché modalità di assistenza all'esterno dei figli minori;
• La L.R. 31/2000 “Partecipazione dell’Istituto degli Innocenti all’attuazione delle politiche di promozione rivolte all’infanzia”;
• La convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, approvata dall'Assemblea Generale delle nazioni Unite il 20-11-1989;
• La Convenzione di New York sui diritti dei bambini (L. 176/1991);
• La Convenzione europea di Strasburgo sull’esercizio dei diritti dei bambini (1996); promossa dal Consiglio d’Europa e ratificata dall’Italia con L. 77/2003;
• La risoluzione del Parlamento Europeo del 13 marzo 2008 sulla particolare situazione delle donne detenute e l’impatto dell’incarcerazione dei genitori sulla vita sociale e familiare, e la raccomandazione R (2000) 1469 sulle madri ed i neonati in carcere;
• Le Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’A.G. approvate dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i rapporti con le regioni, gli enti locali ed il volontariato in data 19 marzo 2008; 
• Le conclusioni del Programma esecutivo d'azione n. 25 “Detenzione al femminile” contenuto nella Direttiva del Ministro della Giustizia dell’anno 2005, e lo schema-tipo di regolamento interno per reparti detentivi femminili, prodotto dal gruppo di lavoro e diffuso con circolare n. 0308268-2008 del 17/09/2008;


Considerato

• che, per fruire del diritto di essere accuditi dalla propria madre, i bambini sono costretti a rimanere in carcere nel periodo più delicato della loro crescita, in una situazione di deprivazione di stimoli idonei ai loro bisogni, nonostante le risorse impiegate, l’impegno degli operatori, dei volontari e del terzo settore;
• che, al fine di creare le condizioni per un buon sviluppo futuro delle competenze sia affettivo/relazionali che cognitive, è necessario che nei primi anni di vita si creino le condizioni per favorire un atteggiamento di sicurezza e di fiducia di base e una progressiva consapevolezza della propria identità;
• che è necessario attenuare gli effetti negativi della detenzione della madre sullo sviluppo psicofisico dei bambini;
• che i paesi europei sono richiamati all’impegno di sviluppare “unità di piccole dimensioni chiuse o semi chiuse con il sostegno dei servizi sociali,…. in cui i bambini possano essere accuditi in un ambiente a misura di bambino e dove l’interesse del minore sia preminente”
• che, in attuazione delle risoluzioni europee e delle previsione normative italiane, occorre promuovere azioni capaci di cogliere gli aspetti di specificità e tipicità proprie delle donne detenute ed in particolare di quelle con figli;
• che si rende indispensabile realizzare un percorso di reinserimento e di recupero della maternità attraverso l'offerta di servizi che non vanifichino il senso e la finalità della legge e che garantiscano la tutela della coppia mamma-bambino;
• che gli enti citati pongono a fondamento del proprio mandato le persone, i loro diritti, l'elevazione dell’istruzione, la protezione della salute, nonché il sostegno e lo sviluppo del coinvolgimento attivo della società nell'azione di risocializzazione;

Atteso che

Il Ministero della Giustizia e la Regione Toscana hanno sottoscritto il 27 gennaio 2010 un Protocollo d’intesa che ribadisce la comune volontà di collaborazione istituzionale;

L’Amministrazione Penitenziaria, la Regione Toscana, il Tribunale di Sorveglianza di Firenze e gli Enti sottoscrittori, ognuno per le proprie competenze, si impegnano a produrre atti amministrativi ed azioni politico-sociali idonee a rendere operativa una sezione a custodia attenuata per donne detenute con bambini conviventi.

Si conviene

• di avviare un progetto sperimentale che prevede la creazione di una Sezione a Custodia Attenuata, ove verranno ristrette donne imputate o condannate, che abbiano con sé bambini sino a tre anni, presso l’immobile di proprietà dell’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, sito a Firenze, in via Pietro Fanfani, n. 17. L’ICAM  è ubicato nel territorio fiorentino;
• di costituire, pur nel riconoscimento dell'autonomia di ogni soggetto e nel rispetto delle competenze esclusive, un ampio coordinamento interistituzionale, a garanzia della realizzazione del progetto trattamentale e pedagogico all’interno della struttura.
 

Il Provveditorato Regionale della Toscana, quale organo decentrato del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria con competenza regionale di  coordinamento delle attività degli Istituti e degli Uffici dell'Esecuzione Penale Esterna, si impegna nella gestione della Casa a custodia attenuata di madri detenute con figli minori da zero a tre anni, attraverso:

• il trasferimento delle madri detenute e dei bambini dalle sezioni femminili alla suddetta struttura esterna al carcere;
• l’organizzazione interna della struttura secondo un modello di tipo comunitario;
• la presenza di personale di Polizia penitenziaria in abiti civili;
• l’individuazione dei criteri per la selezione del personale, da avviare ad idoneo percorso formativo, prima di essere impiegato nella casa a custodia attenuata per madri detenute;
• l’individuazione di un referente per la supervisione delle attività di supporto psico-pedagogico alla diade madre-bambino e di counseling e orientamento per il reinserimento socio-lavorativo delle madri;
• l’accesso garantito ai servizi del territorio per i minori ospiti;
• l’individuazione delle risorse economiche necessarie, per l’adeguamento della struttura d’intesa con Regione Toscana, così da pervenire entro il giugno 2010  alle azioni necessarie per avviare il progetto nonché per la realizzazione delle attività trattamentali che verranno definite.

La Regione Toscana che, a seguito delle modifiche attuate dalle Legge Cost 3/2001 al Titolo V della Costituzione italiana, assume il ruolo di programmazione, coordinamento e attuazione di una serie di materie a competenza esclusiva o concorrente, fra cui la tutela della salute dei cittadini residenti in regione, o ivi domiciliati per l’esecuzione della pena, garantendo equità di trattamento in termini di salvaguardia della salute, alimentazione, promozione dell’istruzione e formazione, inserimento nel mondo del lavoro, si impegna a sostenere l’istituzione e il successivo progetto trattamentale della casa a custodia attenuata, attraverso:

• il coinvolgimento degli EELL territoriali per le attività istituzionali di specifica competenza;
• l’attivazione di una rete di supporto dei servizi del territorio, atta a garantire le finalità di salvaguardia del bambino e della diade madre-figlio enunciate dal presente protocollo;
• il coinvolgimento del terzo settore nella realizzazione degli obiettivi condivisi;
• l’individuazione delle risorse economiche necessarie per l’adeguamento della struttura, d’intesa con Provveditorato regionale, così da pervenire entro il giugno 2010 alle azioni necessarie per avviare il progetto;
• l’individuazione di risorse economiche per il sostegno dei progetti educativi e di inserimento sociale previsti dal Progetto pedagogico d’Istituto.

l’Opera della divina provvidenza Madonnina del Grappa – onlus che vanta lunga esperienza e massima attenzione alla salvaguardia dell’infanzia, alla tutela della maternità, all’opera di reinserimento sociale della popolazione detenuta, si impegna a:

• cedere in comodato d’uso l’immobile sito in via Pietro Fanfani, n. 17, Firenze, al fine di realizzare in detto immobile la Casa a custodia attenuata per madri detenute con figli minori da zero a tre anni, oggetto del presente Protocollo d’intesa;
• concorrere alla realizzazione e gestione del progetto, con riferimento alle attività trattamentali che andranno previste nel progetto pedagogico dell’istituto.

l’Istituto degli innocenti che fin dalla prima metà del '400 si occupa dell’assistenza dei fanciulli, approfondendo ed affinando il proprio impegno fino a diventare un centro di servizi e attività diversificate di tutela e supporto di minori e gestanti e madri con figli, nonché centro di documentazione, ricerca e analisi, formazione in materia di infanzia, adolescenza, famiglia, si impegna a;

  •  proporre e realizzare un progetto formativo congiunto destinato:

al personale di ogni ordine e grado, che, selezionato in base ai criteri stabiliti dal Provveditorato regionale, sarà poi avviato in servizio presso la Casa a custodia attenuata per madri, seguendo il progetto nelle sue diverse fasi fino alle verifiche periodiche;
al personale degli EE.LL e Terzo Settore  che a vario titolo saranno coinvolti nel progetto.


Icam estivo Nell’ambito del progetto di recupero complessivo dell’isola di Pianosa l’Amministrazione Penitenziaria e la Regione Toscana si impegnano a favorire  l’avvio di una esperienza, a carattere sperimentale, che preveda il trasferimento temporaneo, durante il periodo estivo, dei bambini conviventi con le madri detenute nelle ICAM, secondo un dettagliato progetto che verrà definito congiuntamente.


Gruppo Progetto Interistituzionale Verrà costituito tra Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e Regione Toscana, Tribunale di Sorveglianza, Opera della Divina provvidenza, Istituto degli Innocenti di Firenze, un gruppo di progetto interistituzionale, che promuoverà la più ampia partecipazione degli enti e/o associazioni del territorio curando la gestione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi. Tali interventi sono predisposti e attivati in coerenza con il progetto pedagogico elaborato dall’Amministrazione penitenziaria che assume la funzione di coordinamento di tale gruppo.

 

Firenze, lì 27 gennaio 2010


Il Capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria,
f.to Dott. Franco Ionta

Il Presidente della Regione Toscana,
f.to Dott. Claudio Martini

Il Presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze,
f.to Dott.ssa Antonietta Fiorillo

Il Presidente dell’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa di Firenze – ONLUS,
f.to Don Corso Guicciardini

Il Presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze,
f.to Dott.ssa Alessandra Maggi