La radicalizzazione del terrorismo islamico. Elementi per uno studio del fenomeno di proselitismo in carcere - Quaderni ISSP n. 9 (giugno 2012)

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Istituto Superiore di Studi Penitenziari
 

La radicalizzazione del terrorismo islamico
Elementi per uno studio del fenomeno di proselitismo in carcere

 

Presentazione a cura di Massimo De Pascalis - Direttore dell’Istituto Superiore di Studi Penitenziari

Con questa nuova pubblicazione si affronta una questione antica del carcere, sulla quale l’attuazione della Riforma penitenziaria del 1975 non ha saputo incidere secondo quelle che erano le attese del legislatore, nonostante i nuovi strumenti di osservazione, trattamento e recupero sociale introdotti con la Riforma stessa. Pertanto il “proselitismo” è rimasto uno dei caratteri degeneri del carcere.

In fondo la degenerazione della funzione del carcere è tutta racchiusa nella banale, ma significativa, espressione “il carcere è l’università del crimine“. In un certo senso si entra in carcere con il diploma di delinquente e si esce con il titolo di “specializzazione”. Il proselitismo quindi ha le sue radici “nell’addestramento a delinquere” che i giovani detenuti ricevono dai più anziani ed esperti, radicati inesorabilmente in una dimensione antisociale. È quanto accadeva sovente per la delinquenza comune e per la criminalità organizzata; ma è quanto accaduto anche per il terrorismo nazionale. Non è sorprendente quindi che il proselitismo riguardi persino il fenomeno della radicalizzazione in carcere del terrorismo islamico.

Alla degenerazione del carcere il legislatore ha contrapposto la Riforma del 1975 che, ponendosi in termini di discontinuità con il passato, ha creato tutti i presupposti per un cambiamento radicale del Sistema penitenziario italiano, trasformandolo da “Università del crimine” in “luogo per il recupero di valori sociali”. Ma quella riforma purtroppo nasconde una rivoluzione mancata e, pertanto, se le cose stanno così (e chi può affermare il contrario!?) il proselitismo in carcere è ancora una questione attuale. L’analisi e lo studio condotto da Francesco Cascini e dai vicecommissari che hanno partecipato al 2° corso di formazione, non solo ne testimoniano l’attualità ma anche la necessità di farne oggetto di studio approfondito e di formazione.

In tale ambito si colloca la pubblicazione del Quaderno ISSPe. Innanzitutto per diffondere una prima conoscenza sullo specifico tema del proselitismo in carcere del terrorismo islamico e, quindi, come strumento di formazione per i dirigenti penitenziari e per i funzionari di polizia penitenziaria, educatori e assistenti sociali per i quali “la conoscenza del detenuto” rappresenta il presupposto per lo svolgimento dei compiti istituzionali.

Una conoscenza del fenomeno che attraverso quegli strumenti possa migliorare la consapevolezza professionale del personale in un percorso di prevenzione di quell’attività di proselitismo che ostacola la funzione del carcere definita dall’art. 27 della Costituzione e dal nostro Ordinamento Penitenziario.

Per tale ragione, rivolgo un sentito ringraziamento a Francesco Cascini e ai giovani funzionari che hanno offerto il loro contributo di studio raccolto in questo Quaderno su un tema che sarà oggetto di approfondimenti durante il 3° Corso di formazione in atto per i 127 neo Vice commissari di Polizia penitenziaria.

INDICE

  • Francesco Cascini - “Il fenomeno del proselitismo in carcere con riferimento ai detenuti stranieri di culto islamico ”
    • Le radici storiche
    • La minaccia jihadista
    • L’attività dell’Amministrazione Penitenziaria
       
  • Aureliana Calandro - “L’Islam nel circuito AS2: regime e trattamento penitenziario. Il ruolo della donna quale operatrice penitenziaria: dall’Educatore al Comandante di Reparto”
     
  • Nadia Giordano - “Proselitismo in carcere e ruolo del ministro del culto islamico”
     
  • Giovanni La Sala - “Il rischio di proselitismo religioso di matrice islamica. La gestione della socialità”
     
  • Salvatore Parisi - “La vigilanza e l’osservazione della Polizia penitenziaria nei confronti di detenuti di matrice terroristica radical religiosa”.
     
  • Melania Quattromani - “La prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione violenta”
     
  • Giuseppe Simone - “Gestione penitenziaria e devianza criminale, con particolare riferimento ai profili di sicurezza e agli strumenti di controllo dei fenomeni terroristici - eversivi internazionali”
     
  • Pasquale Spampanato - “Azioni di contrasto del fanatismo islamico”
     
  • Domenico Schiattone - “Postfazione”

Allegati