Corso di formazione "Il trattamento integrato delle tossicodipendenze"

Il percorso formativo si tiene all’ISSP dal 14 dicembre 2010 ed è rivolto ai responsabili delle aree, ai funzionari della professionalità giuridico-pedagogica e del servizio sociale delle strutture dell’Amministrazione penitenziaria.

Attualmente le conoscenze sul fenomeno della tossicodipendenza sono ampiamente diffuse tra i professionisti e gli operatori che, a diverso titolo, dentro e fuori il carcere, si confrontano quotidianamente con questa delicata realtà.

Tuttavia, assistiamo oggi a nuove sfide operative nella gestione di coloro che entrano nel circuito carcerario e che sono portatori di vecchie e nuove dipendenze patologiche, considerando anche gli aspetti molto frequenti della polidipendenza e della doppia diagnosi. I tentativi di identificare e rispondere adeguatamente alle nuove sostanze psicoattive faticano a tenere il passo con un mercato sofisticato, innovativo ed in rapida evoluzione che ricerca attivamente nuovi prodotti e strategie di commercializzazione.

Con 24 nuove droghe sintetiche identificate per la prima volta in Europa, il 2009 è stato un anno record per il sistema europeo di allarme rapido. Tra i detenuti condannati, quelli in carcere per reati connessi alla droga rappresentano tra il 10% e il 30% della popolazione carceraria nella maggior parte dei paesi europei.

In questo scenario un ulteriore elemento di complessità a livello operativo è rappresentato dalla passaggio delle competenze al sistema sanitario nazionale. In ragione della complessità della materia e dei cambiamenti operativi si rende quanto mai necessario riappropriarsi della gestione dei soggetti tossicodipendenti, in termini di  lettura della situazione attuale e ricontestualizzazione del ruolo degli operatori penitenziari ribadendone la centralità nel percorso trattamentale  all’interno degli assetti organizzativi determinati dal passaggio al Servizio Sanitario Nazionale della Sanità Penitenziaria.

Finalità ed obiettivi

Il progetto si pone l’obiettivo di riaffermare la centralità dell’operatore penitenziario come gestore del processo di lavoro nel trattamento dei detenuti tossicodipendenti. In tale scenario operativo diventa prioritaria la conoscenza del detenuto secondo i contenuti, le direttive e le procedure previste nell’Ordinamento penitenziario.  Gli obiettivi specifici del corso riguardano:

  • Il miglioramento della performance organizzativa
  • Il miglioramento della performance individuale
  • La condivisione delle buone prassi in ambito penitenziario

Destinatari

Il Progetto è rivolto ai Responsabili dell’Area Sicurezza, ai Responsabili dell’Area Pedagogica, ai responsabili dell’area dell’Esecuzione Penale Esterna, ai funzionari della professionalità giuridico-pedagogica (Educatori) ed ai funzionari della professionalità del servizio sociale (Assistenti Sociali) provenienti dai diversi istituti e uepe locali presenti sul territorio nazionale.

Strutturazione del percorso formativo

Il percorso formativo prevede un totale di quattro edizioni di 21 ore ciascuna della durata di tre giorni consecutivi. L’assetto organizzativo e contenutistico è replicato di edizione in edizione, garantendo omogeneità e pari accesso a strumenti conoscitivi e operativi. L’impostazione del percorso formativo prevede una metodologia didattica attiva caratterizzata da lezioni frontali sui contenuti proposti e da momenti interattivi basati su esercitazioni in sottogruppi di lavoro.

Uno spazio è dedicato a operatori interni all’Amministrazione che nell’ambito dei servizi di competenza realizzano specifici progetti rivolti a soggetti tossicodipendenti al fine di diffondere e condividere le buone prassi all’interno dell’Amministrazione.

Attualmente le conoscenze sul fenomeno della tossicodipendenza sono ampiamente diffuse tra i professionisti e gli operatori che, a diverso titolo, dentro e fuori il carcere, si confrontano quotidianamente con questa delicata realtà. Tuttavia, assistiamo oggi a nuove sfide operative nella gestione di coloro che entrano nel circuito carcerario e che sono portatori di vecchie e nuove dipendenze patologiche, considerando anche gli aspetti molto frequenti della polidipendenza e della doppia diagnosi.

I tentativi di identificare e rispondere adeguatamente alle nuove sostanze psicoattive faticano a tenere il passo con un mercato sofisticato, innovativo ed in rapida evoluzione che ricerca attivamente nuovi prodotti e strategie di commercializzazione. Con 24 nuove droghe sintetiche identificate per la prima volta in Europa, il 2009 è stato un anno record per il sistema europeo di allarme rapido. Quest’andamento è proseguito nel 2010 con l’individuazione di 15 nuove sostanze entro la metà di luglio, oltre a nuovi derivati sintetici simili alla cocaina ed alle anfetamine.

E’ necessario prendere atto che la letteratura scientifica e, soprattutto, la pratica clinica, fanno sempre più riferimento ad una variegata gamma di comportamenti di cui si può diventare dipendenti (gioco d’azzardo, pornografia, uso eccessivo di televisione, playstation o computer, shopping compulsivo; etc.) pur considerando che, seppur queste nuove dipendenze spesso non interessano il nostro ambito operativo (poiché non costituiscono un reato o non implicano necessariamente la commissione dello stesso) rappresentano comunque delle manifestazioni diffuse di disagio di cui tenere conto nella conoscenza della persona detenuta per intercettare possibili dipendenze non dichiarate.

Un secondo aspetto riguarda le problematicità nella gestione del detenuto tossicodipendente e/o alcooldipendente, non solo in riferimento alla dimensione quantitativa di questa tipologia di popolazione all’interno degli istituti ma soprattutto in riferimento alla riorganizzazione del sistema di presa in carico e trattamento del detenuto tossicodipendente.

Da una stima dell’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, attualmente ci sono oltre 600.000 persone in carcere nell’unione Europea, il che equivale ad un tasso di carcerazione medio di circa 120 detenuti per 100.000 abitanti. I tassi nazionali di popolazione carceraria spaziano tra i 66 ed i 285 detenuti per 100.000 abitanti e la maggior parte degli stati membri dell’Europa Centrale ed orientale registra tassi superiori alla media. Tra i detenuti condannati, quelli in carcere per reati connessi alla droga rappresentano tra il 10% e il 30% della popolazione carceraria nella maggior parte dei paesi europei. Una percentuale sconosciuta di altri detenuti è condannata a causa di reati contro il patrimonio connessi per sostenere la condizione di tossicodipendenza o di altri reati associati alla droga.

In questo scenario un ulteriore elemento di complessità a livello operativo è rappresentato dalla passaggio delle competenze al sistema sanitario nazionale.

La normativa di riordino del sistema sanitario penitenziario ribadisce infatti il principio già stabilito dal T.U. 309\1990 del trasferimento della materia relativa alle dipendenze al Servizio Sanitario Nazionale e stabilisce il passaggio, alla data del 1.1.2000, dal Ministero della Giustizia alle ASL di tutto il territorio nazionale, delle funzioni relative alla diagnosi e terapia delle tossicodipendenze. Se, da un punto di vista giuridico, la situazione trova definitiva soluzione con l’emanazione di alcuni decreti da un punto di vista prettamente operativo, la situazione è ben più complessa e necessita di maggiori riflessioni e strumenti atti a garantire l’efficacia del trattamento intra ed extramurario. E’ necessario lavorare al fine di garantire un trattamento integrato per e con questa tipologia di detenuti in sinergia con il sistema sanitario (e con la rete di servizi territoriali, istituzioni locali e privato sociale), nel pieno riconoscimento delle reciproche potenzialità e punti di debolezza; differenti difficoltà interpretative rischiano talvolta di tradursi in interventi inadeguati.

Considerato il nuovo assetto organizzativo e le conseguenti criticità di gestione e d’individuazione delle competenze del trattamento della tossicodipendenza in carcere, occorre individuare e/o rafforzare nuove prassi d’intervento integrate le quali rispondano, il più possibile ai criteri di efficacia dell’intervento.

In ragione della complessità della materia e dei cambiamenti operativi sopra delineati si rende quanto mai necessario riappropriarsi della gestione dei soggetti tossicodipendenti , in termini di  lettura della situazione attuale e ricontestualizzazione del ruolo degli operatori penitenziari  ribadendone la centralità nel percorso trattamentale  all’interno degli assetti organizzativi determinati dal passaggio al Servizio Sanitario Nazionale della Sanità Penitenziaria.