Interventi del ministro Alfonso Bonafede - Consiglio Giustizia e Affari Interni (GAI) - 9 ottobre 2020

aggiornamento: 9 ottobre 2020

 

CONSIGLIO GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI (GAI), 9 OTTOBRE 2020

Il testo degli interventi del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede in occasione del Consiglio “Giustizia e affari interni” (GAI) dell’UE, svoltosi in videoconferenza sul tema del contrasto agli abusi sessuali sui minori e all’odio antisemita.

 

INTERVENTO SU ABUSI SESSUALI SUI MINORI


Buongiorno,

saluto con piacere i colleghi e la Commissione ed esprimo il mio apprezzamento e sostegno all’impulso che l’Unione dà al contrasto all’odioso fenomeno degli abusi sessuali sui minori.

L’Italia apprezza le linee di azione tratteggiate nel documento della Comunicazione della Commissione del 24 luglio 2020 e ne condivide l’approccio multilivello e gli obiettivi.

Il mio paese è costantemente impegnato nella salvaguardia dei minori, come pure sul fronte della pedopornografia, e – in ossequio anche alla normativa internazionale come la Convenzione di Lanzarote e la Direttiva 2011/93 – ha messo in atto un ampio quadro di tutele.

Il sistema giustizia si è mosso lungo le principali direttrici:

  1. del contrasto, con la criminalizzazione di un ampio spettro di condotte, che vanno dallo sfruttamento della prostituzione minorile, alla pedopornografia, fino alla pornografia virtuale ed al turismo sessuale. Tali reati sono tutti perseguibili  d’ufficio e prevedono la neutralizzazione economica, mediante la chiusura dell’attività, dei canali di diffusione delle immagini, la revoca delle licenze radiotelevisive e il sequestro e la confisca dei materiali;
     
  2. della prevenzione, fissando il requisito della preventiva esibizione del certificato penale in caso di professioni  in contatto con i minori;
     
  3. della tutela processuale della vittima, mediante forme di assistenza psicologica con personale specializzato, audizioni protette e la segnalazione al tribunale per i minorenni.

Aggiungo che alle forze dell'ordine, specialmente la polizia postale, è consentito condurre operazioni simulate o sotto copertura di acquisto e di uso di sistemi informatici utili alle indagini. Sin dal 2006, un Centro di raccolta delle segnalazioni (da parte di soggetti nazionali e stranieri, di siti e canali di comunicazione di materiale pornografico, dei gestori e dei beneficiari dei pagamenti) procede alla compilazione di una black-list di siti, che i fornitori di connettività ad INTERNET sono obbligati a bloccare. Il tracciamento dei pagamenti e dei beneficiari contribuisce ulteriormente all'identificazione dei responsabili. 

Anche per questo l’Italia ritiene decisamente auspicabile un'accelerazione dei negoziati sull'e-evidence.

Un'attiva collaborazione da parte degli internet service providers, per l'identificazione e la rimozione, appare necessaria in questa sfida ed una proposta normativa europea tesa a favorirla non può che avere anche il nostro sostegno, unito all'auspicio che nel breve futuro si vada tutti insieme verso lo sviluppo di una tecnologia adeguata, una sempre più ampia collaborazione con altri Paesi e una disciplina organica ed incisiva della materia, che, tra l'altro, punti a colpire anche la dimensione economica del fenomeno e preveda possibili ordini di rimozione. 

Crediamo che i minori stessi dovranno essere protagonisti di questo processo per la loro prima difesa, mediante una maggiore consapevolezza dell'uso del web e delle situazioni insidiose e la possibilità di un ricorso agevole alle autorità, attraverso strumenti procedurali ordinari e canali di comunicazione più agili capaci di dialogare con i giovani.

Questa sfida non sarà facile, ma per sconfiggere una rete è necessaria una rete!

 

 

INTERVENTO SU ANTISEMITISMO


Grazie Presidente,

la recente recrudescenza di episodi inneggianti all’odio antisemita, avvenuti anche nel nostro Paese, impongono di proteggere più efficacemente le comunità e le istituzioni ebraiche in Europa. Nell’emergenza pandemica si è peraltro assistito ad un aumento delle campagne di odio nei confronti delle “minoranze” ritenute “vulnerabili”.

A livello normativo, l’Italia ha dato piena attuazione alla decisione quadro dell’Unione europea del 2008 sulla lotta contro le espressioni di razzismo e xenofobia. Nel 2018 è stata introdotta una sezione dedicata ai delitti contro l’uguaglianza, prevedendo una pena più elevata nel caso in cui la propaganda o l’istigazione a delinquere si fondino sulla negazione e sulla minimizzazione o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio.

Nel 2020, il Consiglio dei Ministri ha nominato la Coordinatrice nazionale contro l’antisemitismo e ha adottato ufficialmente la definizione di antisemitismo formulata dall'Alleanza internazionale per la memoria dell'olocausto (IHRA). Essa costituirà uno strumento essenziale per orientare le politiche in questo ambito e per favorire l’emersione degli episodi di antisemitismo.

La ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica - il cui disegno di legge è stato approvato quest’anno dal Comitato dei Ministri - consentirà di utilizzare anche gli strumenti della cooperazione internazionale per perseguire i reati di odio, anche antisemita, diffusi online.

Le risultanze dell’inchiesta della Agenzia per i Diritti Fondamentali rivelano che la maggior parte delle vittime di antisemitismo non denuncia alle autorità i fatti subiti e non chiede un risarcimento. Tali esiti stimolano importanti riflessioni. Si condivide pertanto l’esigenza di accrescere la qualità della formazione di Forze di Polizia e magistratura. In Italia, per giudici e pubblici ministeri sono stati istituiti specifici training in materia di crimini d’odio e antisemitismo al fine di ampliare la conoscenza del fenomeno, affinare le tecniche di indagine e incrementare l’interazione con le piattaforme informatiche.

Come Ministri della Giustizia dobbiamo costruire strumenti legislativi, ma anche promuovere modelli culturali. E’ stato costante in tale direzione l’impegno dedicato da vari Ministeri italiani, unitamente all’'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR), ad attività di osservazione e prevenzione dei reati d’odio, anche con il coinvolgimento degli operatori della Rete social network e delle associazioni impegnate nel settore.

Nell’ottica di un approccio strategico di tipo trasversale all’antisemitismo, condividiamo l’idea di implementare la metodologia di raccolta e pubblicazione dei dati statistici per monitorare in maniera più sofisticata il fenomeno.

Esprimo infine il mio apprezzamento e sostegno alle iniziative che l’Unione vorrà intraprendere, sul solco dei principi chiave elaborati in particolare dal “Gruppo Europeo di Alto Livello per combattere il razzismo, la xenofobia e altre forme di intolleranza”, con l’obiettivo di incoraggiare le denunce e assicurare una risposta giudiziaria effettiva alle vittime di odio antisemita.