Censimento speciale giustizia penale - Relazione della Direzione generale di statistica - Dicembre 2014

aggiornamento: 23 febbraio 2015


Relazione della Direzione generale di Statistica

Descrizione delle modalità di rilevazione relative ai prospetti statistici riportati nel documento “Analisi dei flussi e delle pendenze nel settore penale”

Dicembre 2014


di Fabio Bartolomeo
Direttore Generale di Statistica


I dati illustrati nel documento “Analisi dei flussi e delle pendenze nel settore penale” sono relativi alla rilevazione periodica della Direzione Generale di Statistica, riferiti alla data del 31 dicembre 2013.

A differenza del settore civile dove, grazie alla completa diffusione di un unico registro informatizzato su tutto il territorio nazionale (SICID) è stato possibile sviluppare un moderno sistema di analisi statistica (datawarehouse della giustizia civile), nel settore penale il metodo di raccolta dei dati rimane quello più tradizionalmente basato sulla raccolta di dati aggregati a livello di singolo ufficio. Tale metodologia presenta due principali aspetti di criticità: il primo è legato alla forma aggregata delle rilevazioni da cui consegue una limitata possibilità di effettuare analisi di dettaglio sulle voci di interesse; il secondo, è la circostanza che ad ogni scadenza previsto per l’invio dei dati, qualche ufficio, per le ragioni più disparate e più o meno giustificate, risulta non rispondente, ossia, non invia i dati richiesti.

I dati nazionali elaborati dalla Dg-Stat ai fini della completezza e della consistenza della serie storica con riferimento alla totalità degli Uffici giudiziari (le statistiche giudiziarie pluriennali di un fenomeno devono riferirsi allo stesso numero di uffici giudiziari per ciascun periodo), vengono elaborati stimando i valori degli uffici non rispondenti sulla base del trend storico e utilizzando il programma di analisi statistica SPSS.

Le statistiche riportate nel documento sono ampiamente commentate nella relazione dal Pres. Barbuto, mi limito pertanto a sottolineare solo alcuni aspetti.

A pagina 3 è illustrata la serie storica decennale delle pendenze nel settore penale. Il numero complessivo di procedimenti penali pendenti presso gli Uffici giudiziari, già in crescita negli anni precedenti a partire dal 2008, ha fatto registrare un lieve aumento anche nell’ultimo anno (3.544.633 procedimenti a fine 2013 pari al +1% rispetto al 2012). Il trend di crescita è più evidente nelle Corti di Appello (+6,9%) e nei Giudici di Pace (+4,5%), mentre è in controtendenza presso le Procure della Repubblica dove si registra un leggero calo (-0,6%).

Dal lato delle iscrizioni e delle definizioni le variazioni percentuali, anch’esse in aumento, sono lievi nel complesso sia rispetto al 2011 (+2,1% di procedimenti iscritti e +0,7% di procedimenti definiti) che al 2012 (+1% sia di procedimenti iscritti che di procedimenti definiti). Si evidenzia nell’ultimo anno un incremento delle iscrizioni in Corte di Appello pari al +10% non compensato da un incremento di produttività (definizioni in aumento del +5%).

A pagina 4 è ricostruita la suddivisione delle pendenze per tipologia di ufficio, e quindi, sostanzialmente, per fase – inquirente / giudicante - e grado del giudizio – indagini, primo grado, appello, cassazione.

A pagina 5 è riportata un’analisi statistica di concentrazione delle pendenze nelle principali sedi nazionali tesa a illustrare quali siano quelle specifiche realtà territoriali in cui, in ragione della dimensione del bacino di utenza e della relativa propensione a “produrre” procedimenti penali, si concentra la gran parte dei processi pendenti.

A pagina 6 viene messo in evidenza il dato sui procedimenti denunciati in Procura contro ignoti. Si tratta di flussi che normalmente non sono riportati nelle statistiche nazionali del settore per una consuetudine risalente nel tempo. I procedimenti contro ignoti hanno ricevuto minore attenzione da parte degli operatori di giustizia soprattutto in ragione della circostanza che in larga parte le denunce contro ignoti hanno la caratteristica della serialità e, anche se non sempre è così, della limitata possibilità di dare seguito ad attività di indagine (si pensi ai furti di beni mobili di scarso valore, alle denunce generiche contro ignoti fatti di lieve gravità, etc.).

Alle pagine 7 e 8 sono riportati i prospetti nazionali con l’indicazione della distribuzione percentuale dei procedimenti definiti per classe di durata. Si tratta dell’indicatore di performance più rilevante della giustizia penale dal momento che misura i tempi mediamente necessari per completare un processo in ciascuna sua fase.

Tuttavia, per quanto riguardo la tabella di pagina 7 relativa ai tempi medi rilevati presso le Procure, si rende necessario qualche ulteriore approfondimento sulle modalità di rilevazione e sulle pratiche organizzative utilizzate negli Uffici.

Dalla tabella si osserva che quasi il 60% dei procedimenti viene definito in un periodo inferiore a 6 mesi nei 3 anni in esame. Il dato può essere più opportunamente dettagliato con la suddivisione per tipologia di definizione, che sono state raggruppate in tre categorie principali:

  1. Richieste di archiviazione
  2. Esercizio dell'azione penale
  3. Definiti in altro modo.
     
Dettaglio dei procedimenti definiti per intervalli di durata e tipo definizione - Anno 2011
Intervalli di durata Richieste Archiviazione Esercizio Azione Penale Definiti In Altro Modo
entro 6 mesi 26,30% 20,20% 9,30%
da 6 mesi a 1 anno 5,30% 7,00% 1,00%
da 1 a 2 anni 3,40% 9,70% 0,60%
oltre 2 anni 8,80% 8,00% 0,50%
Totale 43,80% 44,80% 11,40%

 

Dettaglio dei procedimenti definiti per intervalli di durata e tipo definizione - Anno 2012
Intervalli di durata Richieste Archiviazione Esercizio Azione Penale Definiti In Altro Modo
entro 6 mesi 26,40% 19,60% 10,00%
da 6 mesi a 1 anno 5,00% 6,70% 1,00%
da 1 a 2 anni 3,30% 9,70% 0,50%
oltre 2 anni 8,80% 8,40% 0,60%
Totale 43,50% 44,50% 12,10%

 

Dettaglio dei procedimenti definiti per intervalli di durata e tipo definizione - Anno 2013
Intervalli di durata Richieste Archiviazione Esercizio Azione Penale Definiti In Altro Modo
entro 6 mesi 27,20% 19,80% 10,50%
da 6 mesi a 1 anno 4,90% 6,50% 1,00%
da 1 a 2 anni 3,00% 9,30% 0,60%
oltre 2 anni 8,00% 8,60% 0,60%
Totale 43,20% 44,20% 12,60%

Soffermandoci sulla classe di durata apparentemente più critica dei definiti dopo oltre due anni dalla data di iscrizione si osserva che le percentuali si mantengono abbastanza stabili nel triennio disponibile, con archiviazioni ed esercizio dell’azione penale nel range 8-9% e le altre modalità nell’intorno di mezzo punto percentuale.

Volendo dettagliare maggiormente i definiti con l’esercizio dell’azione penale, si osserva che nel triennio disponibile quasi il 40% dei definiti con azione penale è andato direttamente al dibattimento con richiesta di citazione diretta, mentre circa il 37% è definito con richiesta di decreto penale. E’ opportuno fare una precisazione per quanto riguarda i definiti con richiesta di citazione diretta. Nei prospetti sopra riportati la definizione di un procedimento definito con decreto di citazione diretta a giudizio non coincide con la data di emissione del decreto di citazione che tipicamente avviene a conclusione dell’attività di indagine, ma con la data di trasmissione del fascicolo al dibattimento, dopo che l’ufficio di Procura ha provveduto alle notifiche. Ciò si rende necessario, a detta degli Uffici interpellati, per l’affollamento di processi in Tribunale che non potendo fissare la data dell’udienza in tempi brevissimi costringono le Procure a mantenere il fascicolo per il periodo di tempo intercorrente fino alla data fissata. Da un punto di vista formale la rilevazione statistica è corretta, ma da quello sostanziale andrebbero valutate le ragioni operative che determinano questo scollamento, tenendo conto che le realtà organizzative delle Procure non sono omogenee sul territorio nazionale. A seconda delle valutazioni conseguenti, potrebbe risultare sovrastimata la durata in Procura e viceversa sottostimata quella del relativo dibattimento.

Quanto qui descritto, oltre a ribadire l’importanza della interpretazione dei numeri, offre lo spunto per riconoscere alla statistica giudiziaria il merito di fare emergere specificità e criticità operative che meriterebbero una riflessione di tipo organizzativo.