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Luigi Manconi et al., Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini, postfazione di Gustavo Zagrebelski, Milano, Chiarelettere, 2015

Copertina: Manconi, Abolire il carcere, 2015

2 ottobre 2015

collocazione:   MAG   300   31839

Il saggio  è una riflessione sul tema del carcere, scritto a più mani dai sociologi Luigi Manconi e Stefano Anastasia, da una ricercatrice, Valentina Calderone, e da una penalista, Federica Resta.
Il punto di partenza è che la pena detentiva troppo frequentemente viola la dignità umana, non svolge una funzione rieducativa, bensì costituisce una degradazione per il condannato. Le gravi condizioni igieniche e ambientali, nonché il sovraffollamento delle carceri, l'uso abituale di psicofarmaci da parte dei detenuti per sopportare la reclusione, l'incremento delle morti e dei suicidi a fronte di un'alta percentuale di recidiva, dimostrano che l'esecuzione della pena potrebbe essere effettuata con misure alternative più adeguate, efficaci ed economiche. Tutti i paesi europei più avanzati stanno andando in questa direzione: in Francia e Inghilterra solo il 24 per cento dei condannati va in carcere, mentre in Italia ancora l'82 per cento. La tesi dell'abolizione diventa un progetto possibile: vengono proposti dieci interventi già realizzabili per la riduzione del carcere al suo nucleo minimo. 
Il problema denunciato con urgenza è uno degli obiettivi delle iniziative di riforma in corso: il ministro della giustizia Andrea Orlando, infatti, ha varato gli Stati generali dell'esecuzione penale per approfondirne i diversi aspetti.