Inaugurazione anno giudiziario 2022 - Intervento della ministra Marta Cartabia all'inaugurazione della Corte d'appello di Reggio Calabria

aggiornamento: 22 gennaio 2022

22 gennaio 2022

Cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2022 della Corte d'appello di Reggio Calabria

 

Signor presidente della Corte di Appello, autorità tutte, saluto e ringrazio tutti i presenti. Ho raccolto con piacere il vostro caloroso invito ad essere qui oggi - la prima volta, come sottolineava il presidente Gerardis - perché penso che sia giusto che lo Stato, il Ministero, il Governo sia presente proprio là dove la giustizia attraversa le sfide più impegnative.

La prima volta qui a Reggio Calabria, ma per due anni di seguito il ministro ha scelto proprio la Calabria per la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario nelle corti di appello: se lo scorso anno il ministro era presente a Catanzaro e oggi a Reggio è per esprimere e rinnovare da qui una particolare vicinanza a questa terra che è splendida, che sappiamo essere attanagliata da un gioco che la grava, ma anche da un percorso virtuoso di riscatto nei confronti della ‘Ndrangheta e dal suo insidioso contagio criminale. Come è stato detto la battaglia continua, ma non è ancora stata conclusa.

L'anno che è appena terminato è stato per l'amministrazione della Giustizia, così come per tutto il Paese, complesso e difficile, segnato da grandi sfide e continui imprevisti. Ma è anche stato un anno ricco di opportunità e di spinta al rinnovamento.

Permettetemi di muovere da un’osservazione semplice, quasi banale, ma niente affatto scontata anche in questa fase di continue emergenze legate alla pandemia: la continuità del servizio della giustizia è sempre stata garantita, ma in questo contesto ogni attività ha richiesto un sovrappiù di disponibilità, impegno, creatività, capacità di riorganizzazione e di questo ringrazio ogni magistrato, ogni avvocato, ogni unità del personale amministrativo - insomma tutti gli operatori della giustizia - per aver assicurato sempre questa funzione essenziale in ogni condizione, senza dimenticare la polizia penitenziaria e tutti coloro che operano nelle nostre carceri.

Quella che stiamo vivendo è una fase difficile, piena di sfide, ma è anche una fase di rinnovati slanci e molteplici opportunità in un momento in cui l'intero Paese è in fermento e progetta la sua ripresa intorno al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Proprio in questo contesto di emergenza, infatti, sono state avviate alcune riforme strutturali a lungo termine, riforme di sistema per far fronte ai cronici problemi richiamati tante volte - da tanti anni - nelle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario: la durata dei processi e il fardello del dell'arretrato prima di tutto, mali divenuti nel tempo - insieme ai gravi fatti emersi negli ultimi anni che hanno riguardato la magistratura - causa di una progressiva e dannosa erosione di fiducia da parte dei cittadini, degli operatori economici e degli osservatori internazionali.

Abbiamo davanti a noi una grande occasione di rinnovamento, favorita proprio dalla crisi aperta dalla pandemia e dagli aiuti europei del Piano di ripresa e resilienza: il ruolo del ministero, in questo contesto, è essenzialmente quello di assicurare più risorse e più strumenti a tutti gli uffici giudiziari, perché possano svolgere sempre al meglio la loro altissima funzione. Personale, a partire dai magistrati e dal personale amministrativo, risorse per l'edilizia e per la digitalizzazione. Anche qui a Reggio Calabria i vuoti di organico, soprattutto nel personale amministrativo dei dirigenti, rendono più difficoltoso il lavoro di tutti: conosco i numeri delle scoperture – il 15% a Reggio Calabria - così come conosco il bisogno di rinforzi di magistrati che sono stati drammaticamente sottolineati dal Presidente e che si avverte in questo distretto impegnato insieme a quello di Catanzaro anche in importanti processi – ampi, numerosi, complessi - contro la criminalità organizzata.

Faremo di tutto per fare in modo che i rinforzi arrivino: i concorsi in magistratura sono ripartiti e - come potete immaginare - con le restrizioni dovute alla pandemia anche assolvere a questi banali adempimenti che dovrebbero essere la vita ordinaria del ministero ha richiesto un lavoro impegnativo di cui ringrazio tutti gli uffici ministeriali. Le prove per i 310 posti in magistratura sono già nella fase di conclusione della correzione degli scritti e a dicembre si è aperto questo nuovo bando per 500 magistrati.

Non mi è sfuggita, signor Presidente, la sottolineatura sulla specifica problematica che riguarda questo distretto e la Corte d'Appello in generale e i suggerimenti che ha voluto offrire all'attenzione del ministero saranno oggetto, come sempre, di un’attenta valutazione. Perché per me queste occasioni sono Innanzitutto un'occasione di ascolto di prima mano, di persona, anche per rendersi conto visivamente dei problemi che sono in corso e che riguardano ogni specifico distretto. Ma tengo soprattutto a sottolineare ancora una volta l'importanza di questa grande innovazione, che porterà nuova energia, supporto in tutti gli uffici giudiziari: a partire dal 21 febbraio anche qui entreranno in servizio i giovani dell'Ufficio del processo - 208 mi pare, qui a Reggio Calabria, in tutta Italia quasi 8200. L'Ufficio per il processo non immette solo migliaia di giovani a servizio della Giustizia e quindi dà respiro alle esigenze di risorse ma -non mi stanco di ripetere - introduce un cambio di paradigma nell'Amministrazione della Giustizia ed esige un cambio di mentalità da parte di tutti: il magistrato, di solito abituato a lavorare da solo con i suoi fascicoli, avrà a disposizione una squadra di persone che presterà il suo supporto secondo i progetti organizzativi che in questi mesi avete elaborato.

Qui non si tratta solo di efficienza: dobbiamo smettere di contrapporre l'efficienza alla qualità della Giustizia. La possibilità di avere una squadra di persone in più con le quali confrontarsi, contemporaneamente nutre sia l'efficienza che la qualità del decidere e penso che questa novità - che certamente in questa fase preparatoria richiesto uno sforzo aggiuntivo per trovare per esempio spazi adeguati e per immaginare come impegnare al meglio le nuove risorse umane in arrivo - potrà anche essere motivo di un ritrovato entusiasmo e di una rinnovata motivazione nel rapporto intergenerazionale che si verrà a instaurare intorno all'Ufficio del processo.

A questo rinnovamento nell'organizzazione si affiancano gli investimenti nella digitalizzazione e nell'edilizia giudiziaria: niente affatto secondari, come ben sappiamo qui e in tanti altri luoghi d'Italia, per assicurare le migliori possibili condizioni di lavoro. Quello dell'edilizia giudiziaria è una delle più ricorrenti esigenze - come è stato confermato proprio da quella Commissione per il Sud che ha svolto i suoi lavori per un'iniziativa encomiabile del Ministero per il Sud e che ci sta dando molti suggerimenti e risorse aggiuntive oltre a quelle già previste all'interno del PNRR che per Reggio Calabria prevedono 4 interventi di grande manutenzione per quasi 12 milioni di euro.

E su questi pilastri - organizzazione del lavoro, digitalizzazione, edilizia giudiziaria, risorse umane - che poggia Il piano delle riforme legato agli impegni presi con l'Europa per l'abbattimento dell'arretrato e la riduzione dei tempi di durata dei processi. Le riforme sono state tante, sono state già citate: la crisi di impresa, la riforma del processo penale e del processo civile, con un importante capitolo per il diritto di famiglia e dei minori, e sono ora parte del nostro ordinamento. E già stiamo lavorando da qualche mese per l'elaborazione dei decreti legislativi di attuazione.

Non sottovalutiamo l'importanza della giustizia riparativa - forse il capitolo più innovativo di tutte le riforme - che nel tempo porterà molti benefici anche nel senso di una maggiore coesione sociale. Confido che al più presto possano arrivare alle Camere anche gli emendamenti per quella che il Presidente della Repubblica ha definito un’ineludibile riforma, quella che riguarda l'ordinamento giudiziario il Consiglio Superiore della Magistratura.

Questi emendamenti saranno messi a punto secondo il metodo che Il ministero ha sempre utilizzato e cioè l'ascolto di suggerimenti, di critiche - soprattutto se sono critiche propositive, non meramente demolitorie - ma anche con grande determinazione, perché è sotto gli occhi di tutti lo status quo non ha dato buona prova di sé.

Il miglioramento dei servizi relativi alla giustizia contribuirà a favorire l'inizio di una nuova stagione di fiducia dei cittadini nelle istituzioni: questo sarà anche il modo più autentico per onorare la memoria di tutti i servitori dello Stato uccisi da tutte le mafie, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che ricorderemo nel trentesimo anniversario delle stragi. Come il giudice Antonino Scopelliti: cui mi dicono potrebbe essere dedicato il Palazzo di giustizia che ci auguriamo possa essere completato al più presto grazie anche al protocollo che in questa mattinata firmerò con il comune. E’ significativo rimarcare le valutazioni che riguardavano questo grande giudice di questa terra - zelo, intuito, grande intelligenza e altrettanta equità e ancor più il senso di umanità: in queste virtù si esprime il volto migliore della nostra magistratura in cui tutta la Repubblica vuole rispecchiarsi.

Signor presidente, avete sottolineato a più tratti l'importanza delle generazioni future, i giovani: il rinnovamento del Paese, avviato anche grazie al PNRR, guarda alle generazioni future. Ai nostri figli, ai nostri giovani vogliamo consegnare un paese migliore, pieno di prospettive e di possibilità di realizzazione.

Il Presidente ha molto sottolineato il ruolo e l'importanza del rapporto tra le istituzioni - anche le istituzioni giudiziarie - e la società civile: un dialogo aperto che favorisce in modo non secondario il contrasto alla ‘Ndrangheta e contiene il suo potere di forgiare la mentalità comune, quella mentalità di omertà che vogliamo sconfiggere.

Permettetemi di rubarvi un minuto in più perché ieri sera ho avuto il privilegio di cenare con alcuni giovani qui a Reggio, radunati in un immobile confiscato alla criminalità organizzata intorno ad un'associazione che si propone di accompagnarli nel faticoso e spesso insidioso percorso della ricerca della propria strada nel mondo: ho visto giovani che stanno realizzando i loro sogni professionali, che hanno trovato il loro percorso di studi anche universitari o hanno trovato la loro occupazione lavorativa magari dopo anni di sbandamento e di smarrimento. Volti sorridenti - non ne vediamo tanti tra i giovani in questi tempi - ragazzi che sanno farsi compagnia e sanno trasmettersi il gusto di restituire agli altri il tanto che hanno ricevuto: giovani coppie, con i loro figli, che si affacciano ora nel mondo. Tocca a noi preparare le condizioni per un futuro che possa essere di vera possibilità per loro: uno di loro raccontava di essere stato letteralmente salvato - lui diceva miracolato - dall'incontro con questa realtà e strappato dalla sua rabbia interiore, che lo stava indirizzando verso la via della malavita.

In mezzo a questi giovani respiravo davvero quel fresco profumo della libertà - per prendere in prestito le parole di Paolo Borsellino. Ecco, io penso che questi ragazzi, ragazzi così - io ho incontrato un'associazione, ma chissà quante ne conoscete voi in questa terra, per quello che avete raccontato - queste realtà sono il primo baluardo contro l'illegalità e la malavita, perché hanno scoperto un'alternativa ben più affascinante e convincente dei modelli oppressivi imposti dalla ‘Ndrangheta.

Questa è la più grande opera di prevenzione: intercettare le inquietudini dei giovani, accompagnarli nella ricerca del loro posto nel mondo, significa strapparli dalla rete della criminalità organizzata e indebolirne la presa sul territorio. E loro, i giovani, sono i veri destinatari del Piano di ripresa in atto nel Paese - che è appunto il Next Generation EU - insieme alle indispensabili, ovvie indagini e ai presidi di sicurezza, insieme alle necessarie risposte di giustizia, dei processi. Insieme all'accertamento delle responsabilità per i crimini e ai ristori per le vittime, non si interrompa mai per un radicale ed effettivo contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata quel lento, silenzioso, delicato ma fondamentale lavoro di semina di una cultura diversa, che passa attraverso la formazione dei giovani, vero argine alla malattia della corruzione, del sotterfugio e del sopruso.

Nel corso delle visite ormai numerose che sto effettuando presso le varie corti d'Appello sparse sul territorio italiano ho avuto modo di constatare che sempre la giustizia dà il meglio di sé là dove si è creata una stretta e virtuosa sinergia tra tutte le istituzioni locali e con la società civile: uffici giudiziari, comune, regione, questura, prefettura, carcere - ma anche università, scuola, ordini professionali. La collaborazione fattiva, leale, autentica tra le istituzioni non è solo un principio costituzionale che è sempre bene tenere in considerazione, ma è una condizione per il risanamento di tutto il tessuto sociale e per il suo rinnovamento, oggi reso davvero possibile grazie alla stagione eccezionale che tutto il Paese sta attraversando.

Questo diviene possibile solo attraverso l'impegno e la responsabilità personale di ciascuno: è con questo spirito e con questa fiducia che rivolgo allora a voi - raggiungendo idealmente attraverso di voi anche tutte le Corti d’Appello d’Italia - i miei auguri di un buon lavoro per continuare il cammino che abbiamo intrapreso nell'anno appena concluso e che ci attende in questo nuovo anno giudiziario che oggi si apre.

Grazie.

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