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Donne, diritto, diritti. Prospettive del giusfemminismo, a cura di Thomas Casadei, Torino, Giappichelli, 2015

Copertina di "Donne, diritto, diritti", Giappichelli 2015

5 marzo 2021

collocazione:   MAG.   300   32472 

La storia dei diritti, intesi quali pretese di cui è titolare un soggetto, ha inizio con l'età moderna. Nel mondo classico, greco e romano, e in quello medievale il termine "diritto" designava per lo più un'entità oggettiva, esterna all'uomo (natura o Dio), a parte alcune eccezioni rappresentate dagli Stoici, da Cicerone o da alcuni pensatori cristiani. Il processo che conduce alla formulazione teorica dei diritti individuali va di pari passo, da un lato, con il delinearsi di una concezione della persona come entità autonoma, come individuo faber fortunae suae, quale quello che viene sviluppandosi nell'Umanesimo e nel Rinascimento e culmina nell'Illuminismo e, dall'altro, con una serie di trasformazioni economiche e sociali che porteranno gradualmente, attraverso riforme o per via rivoluzionaria, al rovesciamento degli ancien régimes. Questo percorso non tocca però le donne: il potenziale titolare di diritti è inteso unicamente come essere umano di sesso maschile. A quest'ultimo si riferiscono le Dichiarazioni dei diritti di fine Settecento, prima quelle americane poi quella francese del 1789. Tali dichiarazioni sono tutte all'insegna di tre fondamentali ideologie - universalismo, razionalismo e individualismo -, ideologie che si integrano e si sorreggono a vicenda, nel senso che i diritti appartengono all'individuo, che li riconosce attraverso la ragione che appartiene a ciascuno per il solo fatto di essere uomo in ogni luogo e in ogni tempo [dalla quarta di copertina]