Carlo Sarzana di Sant'Ippolito, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le cose non dette e quelle non fatte, Roma, Castelvecchi 2017

12 novembre 2018
collocazione: MAG. 300 39429
Come annunciato dal titolo, questo è un libro ‘scomodo’, un libro che mette insieme con implacabile lucidità le omissioni, le reticenze, l’imperizia, i ritardi e le sparizioni di documenti e di strumenti informatici, che hanno costellato le inchieste giudiziarie sulle stragi di Capaci e di Palermo, fino a tratteggiare gli scenari inquietanti che fanno da sfondo alla tragica fine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Seguendo fin dove possibile le piste percorse dai due magistrati, vengono tracciati collegamenti con altre inchieste siciliane nelle quali sono emerse le ombre spesse della criminalità organizzata internazionale, di logge massoniche occulte e di apparati dello Stato infedeli. L’Autore passa sotto la lente ogni dettaglio, servendosi di una grande quantità di documenti recuperati, non senza fatica, dagli atti processuali, dalla stampa e dal web. Confrontando le versioni spesso discordanti, allinea fatti noti e meno noti a ricostruire una trama dalle troppe maglie allentate, attraverso le quali è andata perduta, forse in modo irrimediabile, la verità. Il sarcasmo che talvolta affiora tra le righe è la prova che la materia è ancora incandescente; del resto, la volontà che muove l’indagine è dichiarata, ed è “rinvigorire il ricordo di coloro che sono morti per noi”, il corsivo a esprimere lo scandalo indicibile del sacrificio.