Riforma della sanità penitenziaria - Quaderni ISSP n. 11 (dicembre 2012)

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Istituto Superiore di Studi Penitenziari

Riforma della sanità penitenziaria
Evoluzione della tutela della salute in carcere

 

Presentazione a cura di Massimo De Pascalis - Direttore dell’Istituto Superiore di Studi Penitenziari

UNA RIFORMA IN CERCA DI SE STESSA

Il Tema trattato con questa nuova pubblicazione, seppure riguarda una Riforma oramai datata, è ancora attualissimo per una doppia ragione. La prima, perché,a distanza di cinque anni esatti dal D.P.C.M. 1 aprile 2008, è ancora una Riforma incompiuta e, la seconda, perché oggi il Sistema giudiziario e penitenziario italiano stanno per essere attraversati da una nuova, epocale riforma che con la legge… ci porterà al superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.Entrambe hanno in comune la tutela della salute quale diritto fondamentale della persona, riconoscendone la prevalenza su ogni altro interesse pubblico e,quindi, anche nell’ambito dell’esecuzione penale.

Per tale ragione, nel 2008, il legislatore, pur non modificando il fondamento di quel diritto, avendolo riconosciuto come tale già con lo stesso Ordinamento penitenziario, ha fatto una scelta dirompente rispetto all’organizzazione sanitaria precedente, posta alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, con l’obiettivo di restituire piena autonomia all’esercizio della professione sanitaria troppo spesso chiamata a confrontarsi e ad agire in una dimensione organizzativa in cui entrano in gioco altri interessi pubblici.

Tale scelta, frutto di un lungo e controverso percorso iniziato con il d.lgs. 230/99, ha liberato il campo da ogni possibile distorsione di quel diritto fondamentale, ribadendo la supremazia della tutela della salute anche quando debba essere assicurata in carcere. Dunque, una scelta radicale che ribaltava il sistema precedente mettendo l’organizzazione penitenziaria al servizio funzionale delle finalità di tutela della salute della persona, curato dal Sistema sanitario pubblico. Un’affermazione di principio ben chiara ma, considerato il tempo trascorso, di non facile e, soprattutto, rapida realizzabilità. Entrambi i Sistemi, nonostante il lunghissimo iter delle procedure, accompagnato da numerosi Convegni, non erano ancora pronti ad accogliere un cambiamento così risolutivo rispetto alle prassi che nel corso degli anni si erano consolidate nell’operare quotidiano.

Da una parte un’Amministrazione, quella penitenziaria, orientata prevalentemente a gestire ogni fatto, atto, evento o bisogno riconducendolo alle esigenze di sicurezza, dall’altra un’Amministrazione, quella sanitaria, inconsapevole del cambiamento che da uella scelta ne avrebbe dovuto conseguire, sia a livello organizzativo che di gestione. La repentinità della scelta fatta alla conclusione anticipata della legislatura, ha trovato gli Attori ancora impreparati ad esercitare le rispettive funzioni che richiedono, innanzitutto, di sapersi mettere funzionalmente e reciprocamente al servizio l’uno dell’altro con l’obiettivo condiviso, senza alcun condizionamento, di garantire l’esercizio del diritto fondamentale della persona di tutela della salute.

A dire il vero, le maggiori difficoltà sono conseguite dall’inconsapevolezza del Sistema sanitario pubblico che, anziché rafforzare le strutture esterne per rispondere ai bisogni di assistenza sanitaria specialistica, si è invece orientato a confermare il modello organizzativo già esistente, pur tentando in alcuni casi di migliorarlo. Insomma, il modello guida di molte ASL è stato di continuare a garantire all’interno degli Istituti la tutela della salute, generica e specialistica, ricorrendo alle strutture esterne solo in casi straordinari, peraltro rinviando alle esigenze di sicurezza su cui l’Amministrazione penitenziaria ha mantenuto immutata la sua funzione. Come dire, pur cambiando la titolarità e la conseguente responsabilità del relativo processo di assistenza e di cura della salute, la quotidianità penitenziaria continua a muoversi lungo il percorso già tracciato precedentemente dalla prassi.

 Ancora una volta, così com’è accaduto con l’introduzione dell’Ordinamento penitenziario, la Riforma tarda ad avere piena ed incondizionata applicazione, quando organizzazione, istituzione dei servizi e gestione degli stessi abbiano come unico punto di riferimento il diritto di tutela della salute. Tale diritto deve essere riconosciuto conciliabile e non contradditorio con le esigenze di sicurezza. Dopo cinque anni dal decreto di organizzazione, i due Sistemi stanno ancora cercando un equilibrio che metta al riparo la Riforma da ipotesi di nuovi cambiamenti che potrebbero vanificare la strada comunque percorsa, opportunamente consolidata dalla nuova e illuminata Riforma introdotta con legge n. 9 del 17 febbraio 2012 di conversione del D.L. n.211 del 22 dicembre 2011.

Tuttavia, tale ultima riforma, che ha lo stesso comune denominatore della prima nel diritto di tutela della salute, ancora una volta, per inconsapevolezza del Sistema sanitario nazionale e regionale, in questi giorni è stata prorogata di un anno con decisione del Consiglio dei Ministri. E’ in questa dimensione, di irragionevole incertezza, che si possono collocare gli autorevoli interventi del dr. Carmelo Cantone, del dr. Fabio Gui e di alcuni dei Funzionari di Polizia Penitenziaria che hanno partecipato al 2^ Corso di formazione RDO. A tutti loro un ringraziamento particolare per aver saputo testimoniare la supremazia della tutela della salute su ogni altro interesse pubblico.

Indice del quaderno 11

Presentazione a cura del Direttore dell’ISSP

  1. Carmelo Cantone - “La riforma della sanità penitenziaria: Problemi e percorsi possibili”
     
  2. Fabio Gui - “Il Forum nazionale per il diritto alla salute delle persone private della libertà personale”
     
  3. Francesca Acerra - “Problematiche relative alla gestione dei soggetti sottoposti alle misure di sicurezza detentive”
     
  4. Antonietta De Angelis - “Il disagio mentale in ambiente penitenziario: strategie e competenze della polizia penitenziaria”
     
  5. Febea Fiori - “I minorati psichici nel sistema penitenziario italiano, profili di gestione e compatibilità con l’esecuzione penale”
     
  6. Stefania Grano - “Prospettive future degli OPG e gestione degli internati tra cura e detenzione: il ruolo della polizia penitenziaria”
     
  7. Domenico Montauro - “Studio comparativo sugli effetti della organizzazione/gestione dopo la riforma sanitaria”
     
  8. Grazia Salerno - “Il ruolo della Polizia Penitenziaria nella gestione del detenuto affetto da disturbi mentali.”
     
  9. Maria Luisa Tattoli - “Il diritto alla salute del detenuto: interazione e collaborazione tra l’Ordinamento sanitario e l’Ordinamento penitenziario.”
     
  10. Domenico Schiattone - “Postfazione”

Ringraziamenti

 


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