Linee programmatiche di indirizzo generale per l’anno 2019 - Cassa delle ammende

aggiornamento: 25 gennaio 2019

Cassa delle ammende
 

Linee programmatiche di indirizzo generale per l’anno 2019

QUADRO DI RIFERIMENTO


Nel presente documento sono descritte le linee programmatiche per la valutazione dei progetti e dei programmi da finanziare nell'anno 2019, definite in coerenza con l’Atto di indirizzo del Ministro e gli indirizzi di gestione dei dirigenti responsabili degli uffici dirigenziali di livello generale, centrali e periferici, interessati all’attuazione di programmi e progetti, indicati all’art. 2 D.P.C.M. n.102/17: la Direzione Generale detenuti e trattamento, la Direzione Generale della Formazione, la Direzione Generale dell’esecuzione penale esterna, la Direzione Generale del personale e risorse. Nell’Atto di indirizzo del Ministro per l’anno 2019 la revisione organica e strutturale del sistema dell’esecuzione della pena, complessivamente inteso, rappresenta uno degli obiettivi prioritari di intervento. In tale contesto la Cassa delle Ammende si pone quale strumento fondamentale per favorire l’innovazione sociale dei servizi per il reinserimento sociale delle persone in esecuzione penale e per contribuire a rafforzare la sicurezza sociale, anche attraverso lo sviluppo di programmi di giustizia riparativa e di mediazione penale.

Sulla base di quanto previsto nello Statuto, possono essere finanziati con i fondi della Cassa i seguenti interventi:

  • programmi di reinserimento di detenuti e di internati, consistenti nell'attivazione di percorsi di inclusione lavorativa e di formazione, anche comprensivi di eventuali compensi a favore dei soggetti che li intraprendono, e finalizzati all'acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche di attività lavorative che possano essere utilizzate nel mercato del lavoro;
  • programmi di reinserimento socio-lavorativo delle persone in misura alternativa alla detenzione o sottoposta a sanzioni di comunità, consistenti in percorsi di inclusione lavorativa e di formazione per la qualificazione professionale, anche comprensivi di compensi a favore dei soggetti che li intraprendono;
  • programmi per la sperimentazione di protocolli di valutazione del rischio, presa in carico ed intervento delle persone condannate;
  • programmi di assistenza ai detenuti, agli internati e alle persone in misura alternativa alla detenzione o soggette a sanzioni di comunità e alle loro famiglie, contenenti, in particolare, iniziative educative, culturali e ricreative;
  • programmi di recupero dei soggetti tossicodipendenti o assuntori abituali di sostanze stupefacenti o psicotrope o alcoliche;
  • programmi di integrazione degli stranieri sottoposti ad esecuzione penale, di cura ed assistenza sanitaria;
  • progetti di edilizia penitenziaria di riqualificazione e ampliamento degli spazi destinati alla vita comune e alle attività lavorative dei ristretti ovvero di miglioramento delle condizioni igieniche degli ambienti detentivi;
  • programmi finalizzati allo sviluppo di percorsi di giustizia riparativa e di mediazione penale;
  • programmi a sostegno dell'attività volontaria gratuita o del lavoro di pubblica utilità.

La Cassa delle Ammende è chiamata, insieme ai Dipartimenti preposti alla gestione dell’esecuzione penale, a porre in essere quanto necessario per passare dall’emergenza carceraria all’attuazione di un nuovo modello di reinserimento sociale, da realizzare insieme ai diversi enti pubblici e privati coinvolti nei processi di inclusione sociale ed alla società civile. La crisi del tradizionale sistema di repressione penale e delle misure clemenziali, per la loro strutturale inadeguatezza a svolgere il ruolo di unico e rigido strumento di prevenzione generale speciale, mostrano, infatti, chiaramente come un sistema di esecuzione della pena, moderno e in linea con il probation system europeo, sia possibile ove si riconosca davvero come extrema ratio l’esecuzione della pena intramuraria, in favore di un sistema di repressione fondato su misure alternative alla detenzione che siano limitative – ma non privative – della libertà personale e che si svolgano sul territorio. La Cassa delle Ammende, con il nuovo Statuto, vede ampliare fortemente le proprie finalità, adeguandosi al nuovo modello di esecuzione penale, potendo finanziare progetti di reinserimento sociale anche per le persone in esecuzione penale esterna, con particolare riferimento per coloro che, in stato di detenzione, non possono accedere alle misure di comunità per l’assenza delle condizioni socio-economiche richieste. Tale rafforzamento delle competenze della Cassa appare tanto più essenziale in vista dell’attuazione del processo riformatore in atto, come delineato dalla legge delega 23 giugno 2017 n. 103, che intende, tra l’altro, valorizzare il sistema dell’esecuzione penale esterna, orientato a considerare la centralità della persona nei programmi trattamentali ed il pieno coinvolgimento del territorio e della società civile nell’azione di inclusione sociale del condannato.

Il processo di riordino deve essere funzionale alla valorizzazione ed alla differenziazione dei percorsi di recupero e, in tale quadro, ruolo primario riveste il tema del lavoro e della formazione/qualificazione professionale.

L’obiettivo da perseguire è duplice: ampliare l’offerta lavorativa e, al contempo, innalzare il livello qualitativo del lavoro, così da renderlo effettivamente professionalizzante per il detenuto e assicurare allo stesso un’esperienza spendibile all’esterno, all’esito del percorso di espiazione della pena.

Nella medesima prospettiva saranno promosse collaborazioni istituzionali, con particolare riferimento al Ministero del Lavoro ed alle Regioni, finalizzate alla realizzazione di progetti di innovazione sociale per migliorare i processi di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti e delle persone in esecuzione penale esterna, anche attraverso l'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei della programmazione 2014-2020, al fine di integrare ed ottimizzare le risorse disponibili.

Per rendere maggiormente qualificante il lavoro penitenziario ed assicurare sull’intero territorio nazionale le medesime opportunità occupazionali per la popolazione ristretta o in esecuzione penale esterna, saranno valutati con particolare interesse i progetti che prevedono modelli organizzativi adeguati ad assicurare il perseguimento di tali obiettivi.

Un ruolo decisivo dovranno assumere le diverse articolazioni dei Dipartimenti coinvolti nella progettazione degli interventi di reinserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale, attraverso la stipula di convenzioni con i soggetti che costituiscono la rete dei servizi per le politiche del lavoro.

Nei progetti dovrà essere assicurato l’adeguamento del trattamento retributivo dei detenuti alla rideterminazione prevista da parte della Commissione di cui all’art. 22 ord. pen., commisurate ai vigenti contratti collettivi.

Particolare attenzione sarà riservata alla specificità della condizione femminile all’interno del carcere, con lo scopo di potenziare le misure a sostegno della continuità affettiva e della genitorialità, anche attraverso il cofinanziamento di iniziative volte ad agevolare la realizzazione di case famiglia protette per genitori agli arresti domiciliari o in misura alternativa.

Altro versante che contribuisce al miglioramento complessivo di un modello sanzionatorio che abbia al centro la persona è quello della salute. In tale ambito potrebbero essere cofinanziate iniziative volte ad ampliare le possibilità di accesso alle comunità terapeutiche per i tossicodipendenti detenuti, in possesso dei requisiti per accedere all’affidamento terapeutico.

Saranno finanziati progetti di reinserimento lavorativo, progetti di pubblica utilità previsti dall’art. 20 ter del novellato ordinamento penitenziario (art.2 d.lgs. 124/18), ed i progetti di edilizia penitenziaria che prevedano interventi di formazione professionale certificata e di inserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale. Sarà stipulata una convenzione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per effettuare una programmazione condivisa degli interventi volta a migliorare le condizioni di detenzione, a favorire l’inclusione sociale, a garantire il coordinamento delle iniziative finanziate da Cassa Ammende a livello nazionale, a semplificare le procedure sino ad ora seguite e ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse, onde evitare un’inutile quanto dannosa parcellizzazione degli interventi.

I progetti di edilizia penitenziaria, già approvati nella precedente gestione, ma non ancora avviati e quelli per i quali è stata già esperita la fase istruttoria, rientreranno nell’ambito della programmazione delle attività, previa verifica della sussistenza del fabbisogno manifestato alla data di presentazione del progetto.  I progetti approvati dalla precedente gestione in fase di ultimazione seguiranno le regole stabilite dal precedente regolamento di contabilità.

Sarà, inoltre, stipulata una convenzione con il Dipartimento della giustizia minorile e di comunità per la programmazione congiunta ed il finanziamento di progettualità volte all’inclusione sociale, alla formazione professionale certificata ed all’inserimento lavorativo delle persone in esecuzione penale esterna.

Per il corretto funzionamento della Cassa e assicurare il buon andamento dell’azione amministrativa rimane, comunque, assolutamente prioritaria l’implementazione di una struttura organizzativa adeguata alla realizzazione delle funzioni stabilite nello Statuto. Sono in corso di definizione le procedure volte alla riorganizzazione amministrativa dei processi di servizio e di supporto.

OBIETTIVI PRIORITARI

Le direttrici portanti per la realizzazione delle finalità della Cassa e innalzare i livelli di efficienza, economicità e qualificazione della governance del sistema di reinserimento socio-lavorativo e assistenziale dei detenuti e delle persone sottoposte a misure e sanzioni di comunità, saranno le seguenti:

  • potenziamento di percorsi di inclusione sociale, valorizzando il modello di integrazione con le risorse del territorio e del privato sociale, con il rafforzamento della governance interistituzionale (Ministero della giustizia, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni) per ampliare le opportunità di accesso al mondo del lavoro, attraverso il cofinanziamento di programmi di reinserimento socio-lavorativo;
  • programmi di assistenza ai detenuti, agli internati o alle persone in misura alternativa alla detenzione o soggette a sanzioni di comunità e alle loro famiglie, contenenti, in particolare, iniziative educative, culturali e ricreative, nonché di recupero dei soggetti tossicodipendenti o assuntori abituali di sostanze stupefacenti o psicotrope o alcoliche, di integrazione degli stranieri sottoposti ad esecuzione penale, di cura ed assistenza sanitaria;
  • progetti di edilizia penitenziaria di riqualificazione e ampliamento degli spazi destinati alla vita comune e alle attività lavorative dei ristretti ovvero di miglioramento delle condizioni igieniche degli ambienti detentivi; miglioramento delle aree destinate ai colloqui con i familiari, agli spazi in comune, alle aree verdi, etc.
  • programmi finalizzati allo sviluppo di percorsi giustizia riparativa e mediazione penale;
  • programmi di sviluppo dell’attività volontaria gratuita o del lavoro di pubblica utilità.

Si prevede di destinare la maggior parte delle risorse alle iniziative progettuali volte al reinserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale sia intra che extra murale e alla riqualificazione professionale, in risposta alla necessità di ampliare le opportunità di lavoro per le persone in esecuzione penale. Per quanto riguarda le procedure e le modalità di presentazione dei programmi e progetti da finanziare, si stabilisce che le articolazioni interne ai due Dipartimenti, nell’ambito della programmazione condivisa, siano legittimati a presentare programmi e progetti, secondo le procedure stabilite nello Statuto agli artt. 15 e seguenti. I progetti possono essere presentati in partenariato con soggetti pubblici. In caso di presentazione di progetti in partenariato con soggetti privati, questi ultimi devono rientrare tra quelli indicati dallo Statuto, quali enti legittimati a presentare proposte progettuali. La scelta del soggetto privato attuatore del progetto deve essere selezionato con procedure ad evidenza pubblica.

Saranno stipulate convenzioni con le Regioni e Province Autonome, secondo quanto previsto nell’Accordo stipulato in data 26 luglio 2018, per la presentazione di programmi e progetti, onde consentire la più ampia partecipazione degli enti interessati al reinserimento sociale delle persone in esecuzione penale e assicurare il rispetto della normativa vigente in materia di evidenza pubblica, di trasparenza ed anticorruzione.

Le risorse stanziate per il 2019 sono pari ad € 13.000.000 per la formazione professionale qualificata e l’inserimento lavorativo, € 1.000.000 per i programmi di assistenza alle persone in esecuzione penale, € 500.000 per la giustizia riparativa, € 3.000.000 per l’edilizia penitenziaria.

Tutte le iniziative progettuali che saranno proposte da enti pubblici dovranno essere presentate, previa acquisizione di una lettera di adesione o manifestazione di interesse da parte dei Provveditorati Regionali dell’Amministrazione penitenziaria o degli Uffici interdistrettuali di esecuzione penale esterna interessati. Sono favorite le iniziative che coinvolgano un ampio partenariato socio-istituzionale e che prevedano il cofinanziamento dell’ente/i partecipante/i, nonché l’integrazione con le progettualità finanziate con i programmi operativi nazionali e regionali della programmazione comunitaria 2014-2020.

Le presenti linee programmatiche vengono approvate con delibera del Consiglio di Amministrazione del 20 dicembre 2018.

Il Presidente
Gherardo Colombo

Il Segretario Generale
Sonia Specchia

Struttura di riferimento